Resistenza partigiana: riassunto e caratteristiche
Riassunto e caratteristiche della resistenza partigiana (2 pagine formato doc)
RESISTENZA PARTIGIANA: RIASSUNTO
La resistenza. In Europa, i fenomeni di resistenza cominciano a svilupparsi sin dall’inizio dell’occupazione dei tedeschi.
Per resistenza si intendono i vari movimenti di liberazione nei confronti dell’occupazione nazista. Coloro che portano avanti questi movimenti sono detti partigiani: essi sono formazioni organizzate che operano per lo più sulle montagne e nelle campagne, attraverso la cosiddetta strategia della guerriglia. Tale strategia non comporta solo scontri armati ed agguati nei confronti dei nemici, ma per lo più sabotaggi di mezzi di produzione, di fabbriche, di mezzi di comunicazione.Esistevano diversi tipi di partigiani: diciamo che, nel corso degli anni, la resistenza diventa soprattutto in Francia, Italia e Polonia una parte portante del paese, a cui aderisce sempre più gente. Esisteva però una resistenza armata ed una resistenza non armata: la prima era quella che operava meno in città e più di nascosto su montagne e in campagne, la seconda che era caratterizzata dalla presenza di persone anche insospettabili, borghesi che stampavano volantini, passavano informazioni.
I PARTIGIANI E LA RESISTENZA: CARATTERISTICHE
Caratteristica della resistenza, era il fatto che ad essa aderivano tutti i ceti sociali, ognuno con le proprie competenze e capacità; è vero la maggior parte della resistenza era caratterizzata da contadini, ma vi era anche una resistenza più intellettuale, tra cui vi era Croce, che lavorava perché l’opinione passasse.
Problema è che all’interno della resistenza vi erano ideologie diverse e modi di portare avanti i movimenti: alcuni prediligevano un’azione più repentina e violenta, altri un’azione più ideologica, alcuni si proponevano come obiettivo solo la liberazione della patria, altri modelli politici diversi. Tutto questo portava a divisioni che non favorivano certo la liberazione dei vari paesi.
Difficile è il rapporto dei partigiani con gli alleati: infatti, pur essendo la resistenza formata da diversi partiti, sicuramente un peso ideologicamente più forte aveva la resistenza di sinistra. Gli alleati, da una parte, avevano bisogno dell’aiuto della resistenza, ma dall’altra dovevano anche tenerla sotto controllo, soprattutto da un punto di vista ideologico. Gli alleati e i partigiani avevano bisogno l’uno dell’altro: i partigiani, persone comuni, privi di strategie organizzative di guerra, avevano bisogno di qualcuno che li guidasse e di qualcuno che gli fornisse le armi da utilizzare. Gli alleati, d’altra parte, temevano di fornire armi a queste persone, temevano che una volta liberato il paese questi cominciassero a dettar legge.
Resistenza partigiana italiana: riassunto
GUERRA PARTIGIANA: RIASSUNTO
D’altro canto, gli alleati avevano bisogno dei partigiani in quanto essi erano gente locale che conosceva benissimo i luoghi: essi potevano dire agli americani come muoversi e dove agire.
In Italia, dopo l’armistizio dell’8 settembre, il governo Badoglio scioglie l’esercito italiano e pone tutti i combattenti sotto l’esercito americano. Con la ricostruzione della repubblica di Salò, chi abitava sotto il controllo del fascismo era chiamato ad entrare nell’esercito fascista: la diserzione cominciò ad essere sempre più alta, sia in senso di diserzione attiva (coloro che facevano i partigiani) o passiva (coloro che effettivamente non andavano a combattere con i partigiani). L’azione della resistenza viene da subito guidata dal CLN, guidata dallo stesso Badoglio: in questo comitato partecipavano tutti i partiti che si erano immediatamente riformati dopo la caduta del fascismo: partito Comunista, partito D’Azione, partito Socialista, la Democrazia Cristiana, il partito Liberale. Questi partiti entrano a far parte del comitato, per lavorare assieme agli alleati per liberare l’Italia. Con la svolta di Salerno del ’44, Togliatti invita tutti i partiti a lasciare da parte le proprie posizioni politiche per combattere tutti insieme e liberare l’Italia.
Nel frattempo, il re Vittorio Emanuele III abdica in favore del figlio Umberto: di fatto, questo non basterà alla popolazione. Il 4 giugno viene liberata Roma e viene formato un nuovo governo in cui erano presenti tutti i principali rappresentanti dei partiti, guidato da Bonomi.