Scoperta di Pompei: storia

La storia di Pompei antica: relazione sugli scavi effettuati a Pompei nel 1700 (0 pagine formato doc)

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SCOPERTA DI POMPEI: STORIA

L'Europa dopo il 1848 Alla scoperta di Pompei.

Nel XVI secolo, nella Valle del Sarno, l'architetto Domenico Fontana scoprì, durante dei lavori di bonifica, alcune epigrafi e i resti di un edificio, ma nessuno collegò questi ritrovamenti all'antica Pompei di cui si era persa la memoria. Nel 1709, durante lo scavo di un pozzo, dei frati si imbatterono in dei frammenti marmorei che in seguito vennero identificati come resti del teatro di Ercolano. Questa prima scoperta destò grande curiosità tra i collezionisti e segnò l'inizio della “caccia ai tesori”.
Nel 1748 Carlo III di Borbone intensificò gli scavi ad Ercolano, affidando la direzione all'ingegnere militare Joaquin de Alcubierre, che lo storico d'arte Winckelmann definì “un uomo che si intende di archeologia come la luna dei gamberi”. Insieme a Karl Weber e Francesco La Vega - disegnatori di grande talento -, Alcubierre procedette a colpi di piccone per gallerie sotterranee, i cosiddetti “cunicoli borbonici”, all'esclusivo scopo di recuperare opere d'arte. Nel 1750 venne scoperta ad Ercolano la “Villa dei Papiri” a più di 20 mt di profondità.

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SCAVI DI POMPEI: STORIA BREVE

Durante lo scavo, durato dieci anni, furono rinvenute magnifiche statue in bronzo e marmo e 2000 frammenti di papiri semi - carbonizzati. Il re di Napoli, per salvaguardare le statue, creò il Museo dei Portici e costituì un'apposita Accademia Ercolanense, ponendo delle severe restrizioni di visita anche agli studiosi e ai letterati giunti in Italia per ammirare le meraviglie di Ercolano. Nonostante il successo degli scavi, i lavori vennero temporaneamente interrotti per le proteste dei cittadini che reclamavano i danni per le case crollate a causa dello sbudellamento sotterraneo. Nel Settecento molti occhi - e mani - sono puntate su Napoli, contesa da Austriaci, Spagnoli, Francesi e Repubblicani. E' una città cosmopolita, piena di vitalità e creatività, che vive il suo periodo aureo.

SCOPERTA RESTI DI POMPEI

Al tempo di Carlo di Borbone (re di Napoli dal 1735 al 1759) e di sua moglie Maria Amalia, Napoli è considerata il maggior centro di vita civile italiana: viene fondata la fabbrica di porcellane di Capodimonte, si costruisce il Teatro S. Carlo e viene creata l'Accademia Ercolanense, dove si concentrano le ricerche sugli scavi archeologici dell'area vesuviana. Il re, pur non essendo un grande estimatore delle arti, comprende che per fare di Napoli una “capitale” bisogna promuovere il mecenatismo. Durante il regno di Ferdinando I (1751 - 1825), grazie soprattutto alle iniziative della regina Maria Carolina d'Austria, la città diventa un importante punto di riferimento per mecenati, intellettuali illuministi e collezionisti. Desideroso di trasferirsi a Roma, il bibliotecario tedesco Winckelmann si converte al cattolicesimo e nel 1758 riesce ad entrare nelle grazie del cardinale Albani, che gli affida la biblioteca e la direzione delle collezioni artistiche. Archeologo autodidatta, Winckelmann si reca ad Ercolano nel 1762