Terme di Caracalla
Ricerca sulle Terme di Caracalla: storia, costruttori, frequentatori e materiali di costruzione. (17 pagg., formato word) (0 pagine formato doc)
Una Terma imperiale pubblica Una Terma imperiale pubblica Le Terme Antoniniane o di Caracalla rappresentano un significativo esempio di struttura termale pubblica costruita per volontà imperiale secondo una planimetria che vide la sua prima realizzazione in età neroniana.
Furono edificate tra il 212 e il 217 d.C. da M. Aurelio Antonino, detto Caracalla e fornite del recinto esterno da Eliogabalo e Alessandro Severo negli anni successivi al 235 d.C. Rovinate più volte da incendi, furono restaurate sotto Aureliano e sotto Valentiniano e Valente. Vennero frequentate fino al 537, quando i Goti, con il taglio degli acquedotti posero fine al loro funzionamento. Nel VI - VIII secolo parte dell'edificio venne occupato da una necropoli. Nel medioevo il complesso, sempre imponente per quanto in rovina, era ben noto e conservava il nome di Palatium Antoninianum; da questo vennero asportati alcuni elementi architettonici messi in opera nel 1139, con altri d'incerta provenienza nella chiesa di Santa Maria in Trastevere. Alla metà del secolo XVI le terme divennero oggetto di ricerche volte al recupero d'opere d'arte; i lavori vennero portati avanti per iniziativa di Papa Paolo III Farnese. Nel XVII e nel XVIII secolo gran parte dell'area, al centro della quale sorgono le terme, fu sottoposta a lavori agricoli e quindi i rinvenimenti occasionali dovettero essere abbastanza frequenti; nel corso del XIX secolo vennero effettuate numerose indagini ma la prima relazione di scavo risale solo al 1912. In questo secolo si sono susseguite numerose Campagne di scavi che hanno riportato in luce anche gli ambienti sotterranei: al di sotto delle terme si trova, infatti, un complesso di locali un tempo adibiti a servizi. Si tratta di corridoi, anche carreggiabili, pavimentati a selci e muniti di paracarri e di botole attraverso le quali veniva gettata direttamente sui carri la biancheria da mandare in lavanderia. Nei sotterranei si trova il più grande mitreo di Roma (III secolo), scoperto soltanto nel 1938. Attualmente nell'area delle Terme sono in corso scavi sistematici ad opera della Sovrintendenza Archeologica di Roma. Le terme erano costituite da un grande corpo di fabbrica centrale con le varie sale balneari, contornato da giardini con esedre e occupavano un'area pressoché quadrata (337 m x 328 m), il cui ingresso aveva un porticato frontale, seguito da due piani di botteghe e stanze per uso del personale. Queste giravano sui lati fino a raggiungere due grandi esedre, aperte con un portico all'esterno, contenenti ciascuna una palestra e due locali di convegno. Sul lato di fondo era disposto un doppio filare di cisterne su due piani, 64 in tutto, con una capacità complessiva di 80.000 m* di acqua. La fronte delle cisterne verso l'interno era occupata da una gradinata, che veniva utilizzata quale cavea per gli spettatori che assistevano alle esibizioni ginniche (si svolgevano nello stadio antistante), mentre ai lati erano collocate due biblioteche, una greca e una lati