Il totalitarismo
Appunti sui regimi totalitari dal 1930 in poi, da Hitler alla Russia, con analisi delle conseguenze sulla politica internazionale. (documento doc 8 pagg.) (0 pagine formato doc)
Il totalitarismo Il totalitarismo Negli anni '30 si presentò il nuovo fenomeno del totalitarismo.
Con tale termine si indicano una serie di regimi di differente natura, ma con delle caratteristiche che li accomunano: come il nazismo, il fascismo (non solo quello italiano, ma si parla di regimi fascisti anche in relazione ad altri paesi, come il Portogallo, la Spagna e i Paesi dell'Europa Orientale) e lo stalinismo. Le due principali caratteristiche sono: sono fenomeni differenti che si inseriscono all'interno della crisi liberale tipica del primo dopoguerra; sono regimi non omologabili ai precedenti regimi di tipo autoritario (come ai tempi della Restaurazione, quando ancora in molti paesi non c'era una carta costituzionale). Nel primo novecento sono regimi soprattutto di destra differenti dai regimi dell'ancien regime e della Restaurazione, anche perché totalitarismo non è l'equivalente di autoritarismo; l'unica analogia fra i due tipi di regimi è che entrambi non ammettevano il dissenso, il pluralismo politico né la critica nei confronti dell'autorità costituita. Ma evidenti sono anche le differenze: I regimi autoritari erano elitari (escludevano dalla partecipazione politica le masse popolari e soprattutto quelle contadine); tendevano a restringere il diritto di voto (come per esempio durante il regno di Luigi XVIII); l'atteggiamento nei confronti delle masse era quello di tenerle a bada ed eventualmente usare la repressione per reprimere la velleità da parte degli atti popolari. I regimi totalitari avevano un approccio differente nei confronti delle masse popolari perché si svilupparono in una società di massa tipica dell'800, in cui la masse pretendevano un ruolo di partecipazione. Conseguentemente tali regimi tendevano a mobilitare le masse: spesso nel fascismo, nel nazismo e nello stalinismo si ricorreva alle adunate, alle manifestazioni pubbliche nelle piazze e usavano molto la radio come strumento di massa. Per esempio nel caso di Hitler, analogamente a Mussolini, si organizzavano adunate di piazza da cui si trasmetteva con la radio, nella ricerca di un consenso delle masse). Si crearono in questo contesto delle associazioni controllate dall'alto per organizza re e mobilitare le masse: per esempio in Italia si crearono organizzazioni del dopolavoro, si tentò un inquadramento dei giovani e dei bambini in organizzazioni di regime (i balilla, gli avanguardisti…) a fini propagandistici. Ma questa mobilitazione aveva dei limiti: innanzitutto non era frutto di un'autentica partecipazione popolare, era una partecipazione politica fittizia, perché le masse non avevano potere decisionale. Come si spiega allora il tentativo di mobilitazione? Questo dipendeva dal fatto che nel primo dopoguerra c'era nelle masse un'esigenza di partecipazione che nel biennio rosso aveva dei connotati di sinistra e rivoluzionari. Ma quando si esaurì lo spirito di “fare come in Russia”, rimase il bisogno di mobilitazione soprattutto nei giovani, neg