Umanesimo, Rinascimento e Riforma

Appunti sull'Umanesimo, il Rinascimento e la Riforma Protestante. L'imitazione di Roma; Rinascimento e religione (4 pagine formato doc)

Appunto di dolceale89

UMANESIMO, RINASCIMENTO E RIFORMA

Il periodo compreso tra il 1450 e il 1550 vide lo sviluppo parallelo di due eventi culturali contemporanei e fondamentali: Il Rinascimento e La Riforma Protestante.

Entrambi rifiutarono le credenze e i comportamenti dell'epoca che li aveva immediatamente preceduti e, ad esse, contrapposero un passato remoto che volevano far tornare: l'antica Roma (Rinascimento) e la Chiesa delle origini (Riforma). Entrambi hanno contribuito alla nascita del concetto dispregiativo di Medioevo con cui gli intellettuali riformisti e rinascimentali indicavano il lungo intervallo che separava la degenerazione di quel passato remoto perfetto dal consapevole tentativo di riportarlo in vita in tutto il suo splendore.
Si trattò comunque di due orientamenti molto diversi, opposti negli interessi, nei presupposti di base e negli obiettivi. Entrambi sono il segnale evidente che un'epoca stava chiudendosi effettivamente.

Il rapporto tra l'Umanesimo e la Riforma

UMANESIMO E RINASCIMENTO STORIA

Il Rinascimento quindi non va inteso come un'epoca storica ma come un movimento culturale e artistico (seppure di importanza centrale nella storia europea). L'imitazione di Roma. Il Rinascimento fu preparato e accompagnato da una tendenza culturale chiamata Umanesimo. Questo termine indica il rinnovato interesse, che, a partire da metà del XIV secolo, gli intellettuali europei nutrirono per la letteratura classica (soprattutto latina), maestra insuperabile di humanitas, ovvero di quelle qualità e caratteristiche(la parola e l'agire morale), che distinguono l'essere umano dalle bestie e lo elevano al di sopra degli animali. Anche prima del trecento, gli intellettuali avevano ammirato la letteratura antica.

Medioevo, Rinascimento e Riforma: riassunto

UMANESIMO E RINASCIMENTO LETTERATURA ITALIANA

Gli intellettuali umanisti, a partire da Francesco Petrarca, manifestarono un atteggiamento qualitativamente differente:un entusiasmo, un'intensa passione che li spinse a riportare alla luce e a divulgare testi latini considerati perduti, a ridefinire il testo originale delle opere( filologia), eliminando errori che, nei manoscritti, si erano accumulati per colpa dei copisti, ed a imitare lo stile e la lingua di Cicerone e degli altri scrittori del periodo d'oro della storia romana. Gli intellettuali umanisti si resero conto che la lingua latina aveva subito profonde alterazioni sia nel lessico che nella sintassi; sulla base di questo, Lorenzo Valla dimostrò che la Donazione di Costantino( documento in cui si affermava che Costantino aveva concesso al papa la sovranità sulla parte occidentale dell'impero romano), non poteva essere stata composta dal primo imperatore cristiano del IV secolo, poiché era scritto nella tipica lingua latina usata nel tempo di Carlo Magno. Il Rinascimento può essere definito come il tentativo di trasferire a tutti gli ambiti della vita umana quell'imitazione del modello romano che gli intellettuali umanisti, praticarono nel campo della lingua e della letteratura.