"Storia sociale dei media, da Gutenberg a Internet", di A. Briggs e P. Burke

Sintesi molto accurata del testo, capitolo per capitolo (141 pagine formato doc)

Appunto di flowers84
Questo capitolo e il successivo sono dedicati all'Europa "dell'età moderna", dal 1450 circa al 1789: in altre parole dalla "rivoluzione della stampa" alla rivoluzione industriale e a quella francese.
L'anno 1450 è la data approssimativa dell'invenzione in Europa di un torchio tipografico, che utilizzava caratteri mobili in metallo, dovuta probabilmente a Gutenberg.

In Cina e in Giappone la stampa era praticata da molto tempo (fin dall'VIII secolo, se non prima), ma in genere con la tecnica della xilografia, nella quale una tavoletta di legno incisa in rilievo viene utilizzata per stampare una pagina di uno specifico testo: un metodo adatto a civiltà che utilizzavano migliaia di ideogrammi, invece di un alfabeto comprendente dalle 20 alle 30 lettere. Fu probabilmente per questo motivo che in Cina l'invenzione del carattere mobile, nell'XI secolo, ebbe scarse conseguenze. All'inizio del 300, tuttavia, i coreani inventarono un tipo di carattere mobile che secondo lo studioso Martin presenta "una somiglianza impressionante con quelli di Gutenberg". L'invenzione occidentale può essere stata stimolata da notizie di ciò che era avvenuto in Oriente.

La pratica della stampa si diffuse in Europa grazie alla diaspora degli stampatori tedeschi.
Nel 500 esistevano tipografie in numerosissime città d'Europa. Gli stampatori avevano raggiunto queste città dalla seconda metà del 400. Tutte queste stamperie produssero entro il 500 circa 27mila edizioni: in altri termini (considerando una tiratura media di 500 copie per edizione) a quella data, in un'Europa con circa 100 milioni di abitanti, circolavano 13 milioni di libri. Circa 2 milioni di questi furono stampati nella sola Venezia, mentre Parigi era un altro importante centro di stampa.

La stampa penetrò invece lentamente in Russia e più in generale nel mondo cristiano-ortodosso, vale a dire nella regione (comprendente le attuali Serbia, Romania e Bulgaria) dove di solito si usava l'alfabeto cirillico e praticamente solo il clero era alfabetizzato. Questa situazione, in Russia, mutò all'inizio del 700 grazie alle iniziative dello zar Pietro il Grande, il quale fondò numerose stamperie. Le sedi scelte per queste stamperie indicano che allo zar l'alfabetizzazione e l'istruzione interessavano soprattutto per familiarizzare i russi con la scienza e la tecnologia moderne, e specialmente con la tecnologia militare. Il tardivo approdo in Russia indica che la stampa stessa non era un agente indipendente e che la sua rivoluzione non fu solamente ascrivibile alla tecnologia. Perché la stampa si diffondesse, erano necessarie condizioni sociali e culturali favorevoli, e in Russia l'assenza di un laicato alfabetizzato rappresentava un grave ostacolo all'avvento della cultura tipografica.

Il mondo musulmano continuò ad opporre una forte resistenza alla stampa per tutta l'età moderna, fino ad essere considerato addirittura una barriera per il passaggio della stampa dalla Cina all'Occidente.