"Corso di diritto pubblico" di Barbera e Fusaro
Approfondimento dall libro "Corso di diritto pubblico" dei prof Barbera-Fusaro: una sintesi esaustiva e originale (20 pagine formato doc)
Costituzionale
- Appunti libro "Barbera-Fusaro: Corso di diritto pubblico"
Capitolo 1: L'ordinamento giuridico e il diritto costituzionale
Per ordinamento giuridico si intende un insieme di regole di una determinata organizzazione. Le regole sono appunto il diritto. Tali appartengono al linguaggio prescrittivo del "dover essere". Ma come distinguiamo regole giuridiche da regole etiche o da precetti religiosi? Appare evidente come questi ultimi tipi di regole mirino alla perfezione individuale o alla salvezza dell'anima; le regole giuridiche disciplinano le azioni rilevanti fra i soggetti affinché l'organizzazione sociale sia "normale" ("squadra", ovvero funzioni nel suo insieme, a norma). Ovvero la salvaguardi con doveri e diritti, con patti, con vincoli posti da altri (eteronoma) o dalle parti (autonoma), determinati su una regola comune (diritto oggettivo).
Tali vincoli (posti sulla base di una regola comune, ricordiamo) danno luogo a situazioni giuridiche favorevoli (diritto soggettivo) o sfavorevoli (obblighi). Noi ci occupiamo del diritto dello Stato, l'organizzazione giuridica più complessa che tende a porsi sovrana sulle altre.
Ma è il diritto che fa l'organizzazione, o viceversa? Secondo le teorie normativiste (promosse da Kelsen) l'ordinamento giuridico viene ritenuto parte a sè, slegata dall'organizzazione sociale, autonoma; per le teorie istituzionaliste (cui si deve grande merito all'italiano Santi Romano) le norme sono frutto dell'organizzazione sociale, che attraverso esse, preserva se stessa. Società che è frutto di molteplici forme di organizzazione, che danno vita ad altrettanti ordinamenti. Capiamo bene dunque la teoria della "pluralità degli ordinamenti giuridici", e di come il diritto non sia monopolio dello Stato. Ancora, le norme sono il risultato di un processo normativo (atto a rendere a norma, ad rendere funzionale l'insieme, la squadra) storico. Lo si nota bene nei paesi di "Common Law"(GB, India,ecc), dove i giudici fanno le norme tenendo conto dei casi precedenti; ma anche nei paesi di "Civil Law", dove, applicando la legge, l'interpretazione dei giudici si rifà all'organizzazione sociale. La teoria normativista gode comunque di rilevanza poichè tende a rendere il diritto una scienza oggettiva nel suo essere, valida perchè "posta" (da "positum", comando), come "diritto positivo". Tuttavia non risponde a certi quesiti come la provenienza dell'ordinamento.
Capitolo 1: L'ordinamento giuridico e il diritto costituzionale
Per ordinamento giuridico si intende un insieme di regole di una determinata organizzazione. Le regole sono appunto il diritto. Tali appartengono al linguaggio prescrittivo del "dover essere". Ma come distinguiamo regole giuridiche da regole etiche o da precetti religiosi? Appare evidente come questi ultimi tipi di regole mirino alla perfezione individuale o alla salvezza dell'anima; le regole giuridiche disciplinano le azioni rilevanti fra i soggetti affinché l'organizzazione sociale sia "normale" ("squadra", ovvero funzioni nel suo insieme, a norma). Ovvero la salvaguardi con doveri e diritti, con patti, con vincoli posti da altri (eteronoma) o dalle parti (autonoma), determinati su una regola comune (diritto oggettivo).
Tali vincoli (posti sulla base di una regola comune, ricordiamo) danno luogo a situazioni giuridiche favorevoli (diritto soggettivo) o sfavorevoli (obblighi). Noi ci occupiamo del diritto dello Stato, l'organizzazione giuridica più complessa che tende a porsi sovrana sulle altre.
Ma è il diritto che fa l'organizzazione, o viceversa? Secondo le teorie normativiste (promosse da Kelsen) l'ordinamento giuridico viene ritenuto parte a sè, slegata dall'organizzazione sociale, autonoma; per le teorie istituzionaliste (cui si deve grande merito all'italiano Santi Romano) le norme sono frutto dell'organizzazione sociale, che attraverso esse, preserva se stessa. Società che è frutto di molteplici forme di organizzazione, che danno vita ad altrettanti ordinamenti. Capiamo bene dunque la teoria della "pluralità degli ordinamenti giuridici", e di come il diritto non sia monopolio dello Stato. Ancora, le norme sono il risultato di un processo normativo (atto a rendere a norma, ad rendere funzionale l'insieme, la squadra) storico. Lo si nota bene nei paesi di "Common Law"(GB, India,ecc), dove i giudici fanno le norme tenendo conto dei casi precedenti; ma anche nei paesi di "Civil Law", dove, applicando la legge, l'interpretazione dei giudici si rifà all'organizzazione sociale. La teoria normativista gode comunque di rilevanza poichè tende a rendere il diritto una scienza oggettiva nel suo essere, valida perchè "posta" (da "positum", comando), come "diritto positivo". Tuttavia non risponde a certi quesiti come la provenienza dell'ordinamento.