Evoluzione dell'intellettuale nel corso del tempo: riassunto

L'evoluzione dell'intellettuale nella società nel corso del tempo: Umanesimo-Rinascimento, Manierismo, Barocco, Accademia dell'Arcadia e Rococò, Illuminismo e Romanticismo (3 pagine formato doc)

Appunto di sebastino

LA FIGURA DELL'INTELLETTUALE NEL RINASCIMENTO

L’evoluzione dell’intellettuale.

Umanesimo-Rinascimento - L’intellettuale era civile (Machiavelli), cortigiano e chierico (prevalente).
L’intellettuale avverte la crisi del tempo (anche prima del 1527). Tale crisi trasforma l’intellettuale in ministro, con funzioni ben precise e che deve render conto del suo operato. L’intellettuale riteneva di avere una funzione civilizzatrice, ma la violenza delle truppe di Carlo V lo obbliga a rivedere tale posizione.
Egli si interroga e cerca delle soluzioni scrivendo trattati e opere storiografiche (generi letterari umanistici scritti in latino).
Manierismo - Si registra la trasformazione della figura dello scrittore-teorico in quella del professore-teorico, che forniva precetti ma non creava arte.
Con la crescente azione controriformistica della Chiesa, si registrò una perdita di autonomia della maggior parte degli intellettuali.
 In questo periodo le carriere degli intellettuali erano di 4 tipi: clericale, cortigiana, universitaria ed editoriale (Pietro Aretino).

Saggio breve sull'intellettuale illuminista

LA FIGURA DELL'INTELLETTUALE NELLA STORIA

Barocco - L’intellettuale trova impiego in corti e in curia pontificia. Ivi non svolge mansioni da letterato viene riconosciuto come tale solo nelle accademie.
Scrivere opere letterarie, soprattutto poesie, diventa strumento di affermazione sociale soprattutto all’interno delle corti.
Per lo più, gli intellettuali erano di estrazione nobile ed ecclesiastica (non borghese); i luoghi d’incontro privilegiati erano università e accademie (non salotti come in Europa).
Accademia dell’Arcadia e Rococò - L’Accademia dell’Arcadia fu fondata nel 1690. Essa unificò i letterati dando loro autocoscienza di ceto. Fu fondamentale poiché voleva riunire tutti i letterati della penisola, incarnò la funzione storica di liquidazione del Barocco, diede una risposta al bisogno d’identità socio-culturale degli intellettuali, identità possibile solo nella poesia d’evasione nella trasposizione utopica (travestimenti).
Prende inizio il processo di formazione dell’intellettuale moderno.
La “Repubblica delle lettere” poteva nascere in chiave tradizionalista e in chiave innovativa. Tuttavia, la Chiesa cerca di impedire che il ceto intellettuale si unifichi con il rischio che possa maturare un comune pensiero critico. Comunque, l’egemonia della Chiesa ha carattere temporaneo e infatti alcune istanze critiche penetreranno e matureranno nell’Arcadia.

IL RUOLO DELL'INTELLETTUALE NELLA SOCIETA' NEL CORSO DEL TEMPO

Illuminismo - Durante tale periodo era in voga la concezione che l’intellettuale dovesse essere uno scienziato.
Foscolo sostiene che l’intellettuale debba essere una coscienza collettiva perché il suo discorso ha per oggetto i valori. Egli vede la poesia come il risarcimento alla professionalizzazione dell’attività intellettuale.
Nel Didimo, Foscolo rifiuta l’asservimento dell’intellettuale al potere e al mercato.
Romanticismo - Durante tale periodo il romanziere, in Italia, non può vivere della propria attività di scrittore. Gli intellettuali si sentono umiliati ed offesi perché costretti a lavorare per lavori poco remunerati e perché non possono vivere delle proprie opere. Inoltre si sentono anche declassati poiché credono nella bellezza ma la classe d’appartenenza, la borghesia, non apprezza la bellezza: per i borghesi, l’intellettuale può solo divertire e intrattenere e, dato che devono vendere bene le loro opere, devono soddisfare le esigenze del pubblico.

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