L'integrazione sociale: strumenti progettuali e metodologici

Integrazione sociale in sociologia: le rappresentazioni che gli stranieri si sono fatti dell'Italia; imparare a superare il pregiudizio e l'integrazione (6 pagine formato doc)

Appunto di LaraStardust

INTEGRAZIONE SOCIALE: STRUMENTI PROGETTUALI E METODOLOGICI

Il nostro gruppo, in rapporto alle tematiche affrontate durante le due giornate di laboratorio, e data la propensione ad approfondire quella delle rappresentazioni degli altri, ha scelto di prendere in esame un testo che ci ha colpito innanzitutto per l’originalità del suo titolo: “Ciascun paese è mondo”.

Siamo infatti abituati a sentire un altro modo di dire che è l’esatto contrario della precedente affermazione: “Tutto il mondo è paese”.
Dalla lettura del libro di Fabio Dovigo, sono emerse in modo molto chiaro ed esemplificativo le stesse idee fondamentali su cui avevamo riflettuto insieme ai nostri compagni grazie alle provocazioni offerteci  dalla conduttrice del laboratorio; è stato convalidante per la nostra esperienza, ed in certe occasioni perfino sorprendente, rintracciare su quelle pagine stampate e rilegate in forma ufficiale, gran parte di ciò che avevamo annotato nei nostri appunti personali.

INTEGRAZIONE SOCIALE SOCIOLOGIA

In un primo momento, per fare un lavoro equilibrato, avevamo pensato di dividerci per capitoli la lettura e la schematizzazione, e solo in seguito, riunirci per la seconda fase di assemblaggio dei paragrafi prodotti individualmente; presto però ci siamo accorte che era impossibile lavorare col metodo della suddivisione dei compiti a causa dell’impostazione stessa del libro: quest’ultimo infatti mostra la sintesi di una ricerca-azione a cura di un gruppo di studenti dell’Università di Bergamo, che si sono posti un obiettivo ambizioso ed innovativo: raccogliere le immagini e le rappresentazioni che gli stranieri hanno di noi italiani, del nostro stile di vita e della nostra cultura.

In effetti succede raramente che venga chiesto agli stranieri immigrati cosa pensino del popolo che li accoglie, a causa dell’implicita convinzione che essi non abbiano il diritto di farsi un’opinione; in realtà dobbiamo tener presente che anche loro ci guardano, ci osservano, cercano di comprendere ed interpretare i nostri rituali, le nostre piccole manie ed abitudini.

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INTREGRAZIONE SOCIALE IMMIGRATI

Il gruppo di ricercatori – universitari ha deciso di intraprendere questa ricerca aprendo dei forum all’interno di alcuni Centri di Educazione degli Adulti (EdA), dove da tempo venivano già organizzati corsi di alfabetizzazione per stranieri e si erano dunque già costituite delle “classi” pressoché eterogenee per quanto riguarda la provenienza, l’età, la condizione economica e lavorativa, il credo religioso e la conoscenza della lingua italiana.
Con lo strumento dei focus-group, ossia dei gruppi di discussione che lasciano libero spazio all’intervento diretto dei partecipanti, è stata data la possibilità ai singoli individui di esprimersi senza forzature, ma nemmeno vincoli, se non quelli del rispetto reciproco, in merito alle tematiche proposte o spontaneamente emerse durante gli incontri. E fu proprio nello svolgersi di uno di questi primi incontri che una ragazza sud americana esclamò: <>, affermazione che fu scelta come emblema dell’indagine, nonché come titolo del libro poiché smentisce in modo clamoroso quel diffuso ma scorretto luogo comune che tutti conoscono: l’omologazione infatti, deve lasciar spazio alle differenze e ai diversi mondi culturali.
L’immagine ricorrente e più o meno condivisa di straniero non è neutrale e oggettiva ma si basa su categorie mentali che “creano lo straniero” e lo differenziano da chi non lo è; le rappresentazioni sociali servono quindi a rendere più familiare e più comprensibile l’ignoto che, se resta insoluto, ci intimorisce.

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