Filosofia del restauro e conservazione dell'edilizia storica
Domande e risposte d'esame del corso conservazione dell'edilizia storica politecnico di milano. Anno 2011-12 (42 pagine formato pdf)
1A.IL PENSIERO DI AMEDEO BELLINI: IL FONDAMENTO DELLA CONSERVAZIONE
Il restaurare un oggetto è un atto indicativo del riconoscimento di un valore e della volontà di mantenerne l'esperibilità nel futuro.
Il restauro appare quindi come parte di un atteggiamento più generale che riguarda ogni tipo di documento. Secondo Amedeo Bellini restaurare un manufatto preesistente consiste nell'insieme di tutte le azioni volte a conservare la consistenza materica, a ridurre il degrado per renderlo idoneo all'utilizzo da parte delle persone. Quindi per raggiungere ciò si procede alterando il manufatto (ove è strettamente necessario) e egli considera ogni azione come un'ulteriore stratificazione dei segni storici che va ad alterare la storia dell'edificio.
Bellini opta per un azione prettamente conservativa del bene da restaurare
per ricondurlo alla sua identità originaria procedendo sulla base di ciò che è garanzia di unicità: il dato materico.
1B.LUCA BELTRAMI E IL RESTAURO STORICO
Luca Beltrami alla fine dell'Ottocento teorizza la teoria del “restauro storico”. Questa non si differenziava molto da quella del restauro stilistico di Viollet Le Duc, ma ammetteva che eventuali integrazione ed aggiunte dovevano essere fatte non per un astratto criterio di coerenza stilistica, ma in base a documentate fonti archivistiche e storiche.
Per restauro storico si intende tutto l'insieme delle azioni che agiscono su un bene storico dettate esclusivamente da una accurata acquisizione di documenti storici, sia derivanti dall'edificio stesso (diretti), sia derivanti da archivi (indiretti).
Alla base dei suoi lavori vi è quindi la preoccupazione del contesto del
monumento, del suo “tessuto connettivo”, basandosi su una documentazione storica della vita dell'edificio.
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