Storia del pensiero filosofico e scientifico: Locke, Hume, Kant, Mill, Bernard e Popper

Locke, Hume, Kant, Mill, Bernard e Popper: riassunto della storia del pensiero filosofico e scientifico (3 pagine formato docx)

Appunto di martinabriguglio

STORIA DEL PENSIERO FILOSOFICO E SCIENTIFICO: LOCKE

Locke: “Il fondamento di tutte le nostre conoscenze” e la formazione delle idee di sostanza.


Locke, per spiegare la sua “idea” di conoscenza parte dalla critica del pensiero degli Innatisti e di Cartesio. Egli spiega, infatti, che le idee non sono innate perché i bambini e gli idioti rispettivamente non conoscono (perché troppo piccoli) e non riescono ad arrivare (perché dotati di poche capacità intellettive) al principio universale, lodato tanto dagli innatisti poiché capace di rappresentare la “non-origine” delle idee e la loro innata presenza.
Dopo aver svelato la “verità”, deve però dar dimostrazione del suo pensiero: inizia quindi a spiegare da dove, secondo lui, derivano le idee. Queste (presupposto fondamentale) si dividono in due categorie: esistono, infatti, le idee semplici, che nascono direttamente dall’esperienza, e le idee complesse, le quali sorgono dal lavoro della mente fatto sulle idee semplici. Le prime sono l’effetto delle qualità primarie, le quali sono rappresentative delle caratteristiche esperibili degli oggetti (come la qualità, la spazialità, la forma): queste penetrano nella mente del soggetto permettendo la creazione dell’idea di tale oggetto.

Hume: riassunto

STORIA DEL PENSIERO FILOSOFICO E SCIENTIFICO: RIASSUNTO

Le idee complesse invece sono frutto della nostra mente e sono suddivisibili in tre categorie, quali idee di modo, di relazione e di sostanza: le prime sono particolari perché non sono rappresentative di un oggetto e non esistono indipendentemente, cioè devono essere accompagnate ad altre idee (ne sono l’esempio tutte le idee di moralità, come quella di giustizia); le idee di relazione costituiscono il nesso tra due o più idee che la mente mette a confronto (è un esempio l’idea di causa-effetto); infine le idee di sostanza son quelle particolarmente importanti. Queste idee, infatti, ci dicono che il soggetto non percepisce l’oggetto in sé (quindi come unitario), bensì ricava l’insieme di caratteristiche proprie di tale oggetto e le unifica in ciò che è la sostanza: quindi l’idea di sostanza è l’insieme di tutte le idee semplici rappresentative delle caratteristiche dell’oggetto in questione.

STORIA DELLA FILOSOFIA E DEL PENSIERO SCIENTIFICO

E solo dopo aver dato spiegazioni a proposito del suo concetto d’idee, può dirci la sua definizione di conoscenza: per Locke questa è la percezione tra la concordanza e la discordanza tra due o più idee. Però la conoscenza certa esiste solo quando esperisco; quando invece non mi affido all’esperienza, la conoscenza è solo probabile: questo perché le idee derivano dall’esperienza e son esse a occupare la mente e quindi implicare il ragionamento, non le cose. Quindi noi possiamo avere idee (e di conseguenza conoscenze) tante quante sono le nostre esperienze: quindi noi possiamo conoscere esclusivamente l’esistenza, in altre parole ciò che esperiamo all’infuori di noi, non l’essenza delle cose (ad esempio “chi sono io”) perché essa è il limite della nostra conoscenza.

STORIA DEL PENSIERO FILOSOFICO E SCIENTIFICO: HUME

Hume: la “relazione di connessione necessaria” nell'idea di causa ed effetto. Come Locke, anche Hume considera l’esistenza delle idee complesse che distingue in tre gruppi com’era avvenuto anche nel filosofo a lui precedente. Le uniche differenze con il “collega” sono riscontrabili nella definizione che lui dà delle idee complesse e nell’importanza che attribuisce soprattutto all’idea di relazione (in particolare a quella di causa-effetto). Per quanto riguarda il primo motivo, Hume definisce le idee complesse come il risultato delle tracce permanenti delle impressioni, che a loro volta sono le percezioni che si presentano nell’individuo nel momento in cui compare uno stimolo sensoriale. Queste idee secondo il filosofo sono conservate nella mente attraverso la memoria e l’immaginazione. Nel caso in cui si parli di memoria, le idee sono mantenute intatte nel loro ordine e sostanzialmente anche nella loro intensità/vivacità; se si parla invece d’immaginazione, ci si riferisce alla capacità di tale struttura di cambiar l’ordine e di disperdere la vivacità originaria delle idee che vi sono contenute. La libertà caratteristica dell’immaginazione però non è illimitata ma guidata da dei principi, che il filosofo identifica nei principi associativi.