I treni che vanno a Madras: riassunto
Riassunto del libro I treni che vanno a Madras di Antonio Tabucchi (2 pagine formato doc)
I TRENI CHE VANNO A MADRAS: RIASSUNTO
Riassunto di: I treni che vanno a Madras di Antonio Tabucchi.
Il racconto è narrato da un viaggiatore, che seguendo il consiglio di un fascicoletto turistico, ha preferito il treno al viaggio in aereo per giungere a Madras da Bombay.Il fascicoletto infatti consiglia il viaggio in treno per attraversare l’India, perchè solo in quel modo si può vivere la “vera” India pur viaggiando comodamente. Altri motivi però spingono l’uomo a intraprendere il viaggio , infatti il treno è per l’uomo anche un modo per cullare e assaporare una misteriosa speranza che spinge il protagonista a Madras.
A Mangalore (o Bangalore) il treno si ferma in stazione , in modo da far salire i passeggeri , tra i quali vi è anche un uomo piuttosto soprappeso , sui 60 anni, che si accomoda nello scompartimento del protagonista .
I due in breve tempo fanno conoscenza , il nuovo passeggero sembra un esperto della cultura indiana e delle usanze locali ; inoltre è un viaggiatore attento perché sa quali cibi è meglio evitare in treno e consiglia a riguardo anche il narratore.
Anche dopo cena i due continuano la conversazione , finché non vanno a dormire.
Durante la notte il treno si ferma per un controllo dei documenti di tutti passeggeri ; anche al narratore e al suo compagno di viaggio viene chiesto il passaporto , quest’ultimo però , sul suo passaporto israeliano, ha un nome sicuramente fittizio: Peter Shlemihl che è il protagonista di una celebre opera letteraria.
I TRENI CHE VANNO A MADRAS: RIASSUNTO BREVE
Il controllore indiano non si accorge di nulla ma il narratore si insospettisce e chiede il perché di quel nome falso; Peter allora , messo alle strette , decide di raccontare la sua storia : durante la seconda guerra mondiale , dato che è ebreo, era stato deportato in un campo di concentramento nazista , ove avrebbe dovuto fungere da cavia per qualche esperimento; nel campo di concentramento aveva conosciuto un medico nazista , che dopo averlo visitato , aveva spiegato a Peter che la dea Shiva (divinità indiana) , la cui statua era collocata sulla scrivania del dottore , rappresenta il circolo vitale in cui tutte le impurità devono confluire per raggiungere la bellezza ; con questa frase il nazista voleva augurare a Peter che è ebreo, e quindi un essere inferiore, una vita migliore di quella che aveva qualora si fosse reincarnato.
In seguito però Peter è riuscito in qualche modo a scampare alla morte nel campo di concentramento, portando però dentro di sé la ferita causata dall’affermazione del medico , tanto che durante la sua vita ha continuato a cercare di dare alla statuetta un’altra interpretazione: la vita è un cerchio che un giorno si chiude , ma noi non sappiamo quando.
Stai per compiere o hai compiuto 18 anni? Abbiamo qualche consiglio di lettura per te!
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