La sfera della distribuzione
Sintesi sugli elementi della distribuzione: salari, profitti, interessi, rendite, PIL e altro (10 pagine formato doc)
1.
Teorie Alternative Sulla Distribuzione Del Reddito Il problema della distribuzione del reddito è sempre stato al centro di un notevole dibattito: per gli aspetti politici e sociali ad esso connessi, si può dire che è il tema più importante e più controverso dell’economia. Definizione: Per distribuzione del reddito si intende il modo in cui il flusso di ricchezza prodotto in un sistema economica viene ripartito fra i soggetti che hanno collaborato a produrlo. Nel corso della storia si sono succedute varie teorie per spiegare la distribuzione del reddito: Teoria Classica: secondo questa teoria il salario è fissato al livello di sussistenza e il profitto è il residuo che resta all’imprenditore dopo che ha pagato tutti gli altri fattori produttivi. Teoria Neoclassica: elaborata dai marginalisti, afferma che il salario, l’interesse, il profitto e la rendita dipendono dal contributo specifico che ciascun fattore (lavoro, capitale, organizzazione e terra) dà il processo produttivo. Teoria Neokeynesiana: sostiene che, una volta determinato il livello degli investimenti e il relativo tasso di sviluppo del sistema economico, il salario e non il profitto è un residuo: infatti il saggio di profitto raggiungerà un livello sufficiente a finanziare gli investimenti, mentre ciò che resta andrà ai salari. 2. Il Salario Definizione: il salario è la remunerazione che il lavoratore riceve per il lavoro prestato nell’impresa. Nel linguaggio ordinario viene chiamato salario la retribuzione dell’operaio, e stipendio quella degli impiegati; in economia, invece, il termine salario comprende entrambe le categorie e anche i dirigenti. A seconda del criterio di misurazione il salario può essere: A Tempo, se è misurato dalla durata del lavoro (un tanto al giorno, alla settimana, al mese); A Cottimo, se dipende dalla quantità di beni prodotta dal lavoratore; Progressivo, se risulta da una combinazione dei due precedenti criteri: in questo caso il salario è costituito da un minimo garantito, oltre ad una parte variabile che dipende dalla quantità di beni prodotta dal lavoratore. È opportuno introdurre una distinzione concettuale, relativa al potere di acquisto dei salari. Possiamo quindi distinguere: I Salari Nominali, costituiti dalla quantità di moneta che il lavoratore riceve in una unità di tempo; I Salari Reali, commisurati alla quantità di beni e servizi che il lavoratore può acquistare sul mercato. I salari nominali coincidono con i salari reali quando il livello dei prezzi non muta nel tempo, cioè quando un sistema è caratterizzato da stabilità monetaria. Se invece il potere di acquisto della moneta subisce una diminuzione nel tempo, viene meno la coincidenza fra i valori del salario nominale e del salario reale. Il salario reale si ottiene dividendo i salari nominali per l’indice dei prezzi al consumo. Il Costo Del Lavoro Il salario netto ottenuto dal lavoratore è uguale al salario lordo, al netto delle some per: Trattenute Fiscali, costituite dalle imposte che in