Pier delle Vigne e Polidoro a confronto: tema

Confronto tra l’episodio di Pier delle Vigne nel Canto XIII dell'Inferno di Dante e quello di Polidoro nel Libro III dell'Eneide di Virgilio: tema svolto

Pier delle Vigne e Polidoro a confronto: tema
getty-images

Confronto tra Pier delle Vigne e Polidoro

Pier delle Vigne e Polidoro sono due personaggi che possono essere messi a confronto per le loro caratteristiche
Fonte: getty-images

Nel canto XIII dell'Inferno, Dante si trova nel secondo girone: la selva dei suicidi. La sequenza dell’episodio di Pier delle Vigne si può dire che abbia inizio al verso 22. Dante sente levarsi da tutte le parti della selva dei lamenti, ma egli non scorge nessuno che possa emetterli, per questo si ferma smarrito.

Dante suppone che quei suoni siano prodotti da qualcuno che si nasconde, Virgilio allora lo invita a spezzare un ramoscello, in modo da verificare l’infondatezza dell’ipotesi del poeta fiorentino. E Dante obbedisce. A questo punto, al verso 31, si entra nel vivo dell’episodio. Dante spezza un rametto da un grande pruno, dal quale viene fuori un grido improvviso “Perché mi spezzi?”, il ramo ora si è colorato di rosso scuro e continua “Perché mi laceri? Non provi pietà?”, poi il ramoscello avverte il pellegrino di essere stato un uomo e di essere divenuto un cespuglio rinsecchito.

Pier delle Vigne

Al verso 40 vi è una similitudine: come quando si brucia un pezzo di legno verde, questo da una parte arde e dall’altra fa uscire la linfa (Dante dice “geme”), stridendo al vento, così, con timore di Dante che lascia cadere la cima divelta, il ramoscello spezzato emette ad un tempo parole e sangue.

Virgilio allora scusa il gesto del discepolo, rivolgendosi allo spirito racchiuso nell’arbusto, dicendo che se Dante avesse potuto credere alla sua sola parola (che è ciò che poi ha visto), di certo non avrebbe commesso quell’atto crudele; confessa inoltre di essere stato lui stesso ad indurlo a compiere quel gesto, di cui ora si pente.

Il latino lo invita poi a rivelare a Dante la sua identità, in modo che quest’ultimo, per fare ammenda del proprio atto, possa ravvivare il ricordo del suo spirito di grande poeta sulla terra, dove deve tornare. L’anima con una perifrasi svela l’identità: è Pier delle Vigne, che continua narrando come l’invidia abbia decretato la sua fine, prima economicamente poi della vita, infatti per le calunnie di alcuni cortigiani cadde in disgrazia, venne arrestato, accecato col ferro rovente e nel 1249 si suicidò in carcere fracassandosi la testa contro le pareti della cella.

In seguito Pier delle Vigne afferma di non aver mai tradito l’imperatore (ragione per cui era stato imprigionato) giurando sulle radici nuove della sua pianta. Infine chiede a Dante, che è ancora vivo, di riscattarlo al ritorno sulla terra. Segue la spiegazione di come le anime dei suicidi vengano imprigionate in quei tronchi: Minosse le scaraventa nella selva del VII cerchio, le anime germogliano come cereali e col tempo crescono; a questo punto subiscono il tormento delle Arpie, che nutrendosi delle foglie e creandovi lacerazioni, provocano negli spiriti dei dannati gemiti di dolore.

Enea e Polidoro

Nel canto XIII dell’Inferno Dante fa dire direttamente alla Guida che l’episodio è tratto dal poema virgiliano al verso 48 “ciò c’ha veduto pur con la mia rima”.

Infatti l’episodio del ramo parlante è presente nel libro III dell’Eneide a partire da verso 22. Durante il viaggio verso l’Italia Enea approda in Tracia, lì si appresta a ornare l’altare per un sacrificio, cogliendo alcuni rami di un cespuglio di mirto. Con sorpresa di Enea, dapprima i rami gocciolano di sangue, poi una voce si alza dal profondo e invita il troiano ad allontanarsi da quella terra maledetta. Si tratta dell’ombra di Polidoro, ultimogenito del re di Troia Priamo, ucciso a tradimento dal re tracio dopo essere stato derubato, presso il quale doveva recarsi per vivere lontano dalla guerra.

Il clima dell’episodio narrato da Virgilio è assai diverso da quello dantesco. Il cespuglio di mirto è vivo, si tratta di una pianta sacra a Venere, è cresciuto sulla terra dove giacciono le spoglie del giovane Polidoro e non come punizione divina, al contrario per compensare l’ingiustizia della sua uccisione, inoltre la voce di Polidoro non proviene direttamente dal ramo ma dal terreno; infine il dialogo tra Enea e Polidoro non ha lo stesso valore di quello tra Dante e Pier delle Vigne: quest’ultimo ha per il poeta fiorentino un fine di conoscenza, ossia sapere come le anime dei suicidi giungono in quei rami, mentre il dialogo virgiliano costituisce più un intermezzo dai caratteri soprannaturali nel racconto dei viaggi di Enea.

La reazione di Dante ed Enea di fronte al ramo è la medesima: sgomento, ma mentre Dante s’interrompe subito, Enea strappa un altro ramo e un altro, dimostrando il suo essere coraggioso, l’essere un eroe nonostante il turbamento, Dante è invece il pellegrino che si commuove e s’impietosisce di fronte alle sofferenze dei dannati.

Il verso 38 del XIII canto dell’Inferno riprende il verso 42 delle III libro dell’Eneide: “ben dovrebb’esser la tua man più pia” e “parce pias scelerare manus”.

Vi è anche un comune senso di sofferenza espresso dall’anima imprigionata attraverso le domande “Quid miserum, Aenea, laceras?” (v.41) e “Perchè mi scerpi?” (v.35).

Mentre Virgilio per descrivere il terrore di Enea indica il suo stato d’animo e la sua condizione interiore (il sangue si gela, la voce si blocca), il Dante autore descrive le azioni del Dante personaggio, molto schematiche e d’effetto: lascia cadere il ramo e riamane immobile.

Personalmente trovo maggiormente ricco di pathos l’episodio narrato da Dante per il coinvolgimento dei personaggi dal punto di vista emotivo; ciò è dovuto principalmente al fine diverso che si propongono i due poemi del fiorentino e del latino: la Commedia è infatti un’opera prettamente di carattere morale e vengono dunque messi in luce le sensazioni interiori e gli aspetti psicologici dei personaggi.

Infine si può dire che, confrontando la disposizione dei versi, la narrazione virgiliana è più rapida.

XIII canto di Dante: ascolta la puntata del podcast

Ascolta la puntata del nostro podcast Te lo spiega Studenti dedicata al XIII canto dell'Inferno di Dante Alighieri:

Ascolta su Spreaker.

Approfondisci

Leggi anche:

  • L'Inferno di Dante Alighieri: gironi e struttura
    Significato, analisi e struttura della prima Cantica della Divina Commedia, l'Inferno di Dante Alighieri. La lingua e le figure retoriche
  • Canto XIII Divina Commedia: video
    Canto XIII Inferno, Divina Commedia: video spiegazione e andalisi del canto dedicato alla pena del contrappasso per i violenti contro se stessi, ovvero suicidi e scialacquatori
  • Eneide di Virgilio: trama e analisi
    Eneide: trama e struttura del poema epico di Virgilio composto in età augustea incentrato su Enea e le origini mitiche di Roma. Personaggi e analisi del testo
Un consiglio in più