I filosofi di Mileto: riassunto

Riassunto sui filosofi di Mileto: Talete, Anassimandro e Anassimene (1 pagine formato )

Appunto di sottoscritto95

FILOSOFI DI MILETO

I filosofi di Mileto.

I filosofi di Mileto, o ionici (dato che Mileto si trovava nella Ionia), si domandano quale sia il principio da cui tutto si origina e a cui tutto ritorna dopo la morte. Segnano una differenza col mito in quanto la loro ricerca è razionale e basano le spiegazioni su osservazioni e ragionamenti. Questo principio viene chiamato per la prima volta da Anassimandro arché.
L'arché è inteso come principio: cioè la materia delle cose, e come origine: cioè ciò che le ha generate.
Permane negli esseri nonostante le trasformazioni ed è inderivato e indistruttibile. In più essendo unico ogni cosa è una manifestazione di un'unica realtà.

Filosofi naturalisti: elenco e caratteristiche

TALETE DI MILETO

Il primo che ci parla dei filosofi naturalisti è Aristotele che parla di physis nel senso di nascimento delle cose che crescono. Il primo di cui siamo a conoscenza è Talete, vissuto dal VII al VI sec a.c., matematico astronomo e commerciante. Nota che senza acqua non c'è vita e che ogni essere è intriso d'acqua: ci nutriamo di umido, quando un essere muore si dissecca, e l'acqua può diventare sia qualcosa di aeriforme che qualcosa di solido. Da queste osservazioni pone l'arché nell'acqua come principio primordiale di tutte le cose che una volta nate da questa ci tornano alla morte. Ipotizza che all'inizio c'era un grande oceano da cui poi si sono originati la terra e i corpi celesti e tutto l'universo fluttua sulle acque del mare. Quest'acqua non è però quella materiale che vediamo (che è solo una delle manifestazioni) ma è un principio divino che anima la vita e che si trova in tutte le cose. Per questo motivo possiamo vedere anche le altre manifestazioni che sono nascoste alle percezioni sensibili.

Talete di Mileto: biografia e opere

FILOSOFI DI MILETO: ANASSIMANDRO

Ma Anassimandro, probabile discepolo di Talete, vedendo che l'acqua spegne il fuoco confuta la tesi dell'acqua e ritiene che il principio che dà origine a tutte le cose non può essere una di queste. Nella sua opera "sulla natura" (che però è un'errata traduzione di physis) individua il principio nell'apeiron: è illimitato, ingenerato, eterno, senza età ed è l'arché nel quale gli elementi non sono ancora distinti tra loro. Si pone però il problema di come fanno le cose a formarsi. È un processo di separazione governato da una legge necessaria. E in più si chiede come avviene questo processo. Attraverso un movimento rotatorio che forma tutti i contrari. Infatti per questo il mondo delle cose è pieno di scontri e l'esistere del mondo è la rottura dell'armonia originaria. Quindi un contrario commette l'ingiustizia di esistere a discapito di un altro. Ma il tempo, che nell'apeiron non esiste, è ciò che ristabilisce l'equilibrio con la morte, in modo che tutto torni ad essere un tutt'uno. Si distacca da Talete anche riguardo la teoria del galleggiamento. Infatti ritiene che la terra,cilindrica, sia sospesa nello spazio perché equidistante da tutto ciò che la circonda.

Anassimene: riassunto

FILOSOFI DI MILETO: ANASSIMENE

Ma Anassimene non condivide l'eccesso di astrazione di Anassimandro a perciò trova l'arché in qualcosa di sensibile ma comunque di infinito: l'aria, che può assumere forme diverse attraverso la rarefazione e la condensazione ed è infinita. Per questo motivo può sostenere sia la terra che i corpi celesti. In più vedendo che l'aria da vita agli esseri viventi che respirano ritiene che anche il cosmo sia un grande organismo vivente.