Freud: la teoria della sessualità e il complesso edipico

Riassunto sulla teoria della sessualità di Freud e spiegazione del complesso di Edipo (2 pagine formato doc)

Appunto di valeriejolie

LA TEORIA DELLA SESSUALITA' E IL COMPLESSO EDIPICO

La teoria della sessualità e il complesso edipico.

La teoria della sessualità costituisce l'aspetto più "dirompente" della psicoanalisi e quello che ha generato le maggiori opposizioni. Prima di Freud la sessualità era sostanzialmente identificata con la genitalità, ossia con il congiungimento con un individuo di sesso opposto, ai fini della procreazione.
Di conseguenza, secondo questo schema, la sessualità "dovrebbe mancare nell'infanzia, subentrare intorno all'epoca della pubertà e in connessione con il suo processo di maturazione, esprimersi in fenomeni di attrazione irresistibile esercitata da un sesso sull'altro; la sua meta dovrebbe essere l'unione sessuale". Ora, se ciò fosse vero, resterebbero inspiegate tutte le tendenze psicosessuali differenti dal coito.

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SESSUALITA' INFANTILE FREUD, RIASSUNTO

Ad esempio resterebbero inspiegate la sessualità infantile, la sublimazione (cioè il trasferimento di una carica originariamente sessuale sopra oggetti non sessuali, come il lavoro, l'arte ,la scienza ecc.) e le perversioni (termine che in Freud non presenta connotazioni valutative,ma semplicemente descrittive, in quanto egli intende, con esse, un'attività sessuale che "ha rinunciato al fine riproduttivo e persegue il conseguimento del piacere come fine indipendente"). Di conseguenza, Freud fu condotto ad ampliare il concetto di sessualità, sino a vedervi un'energia suscettibile che si dirige verso le mete più diverse e in grado di investire gli oggetti più disparati. Energia che Freud denominò libido, ovvero la forza vitale che tende a esprimersi in desideri che premono per essere soddisfatti e la loro soddisfazione genera piacere. La libido e le pulsioni ad essa connesse possono spostarsi di volta in volta in zone privilegiate del corpo, dette zone erogene (ovvero generatrici di piacere erotico).

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FASI FREUD

Parallelamente a questa rifondazione del concetto di sessualità, Freud elaborò un'originale dottrina della sessualità infantile.Infatti, demolendo il pregiudizio secondo cui la sessualità apparterrebbe solo all'età adulta e respingendo la mistificante immagine del bambino come sorta di "angioletto asessuato", Freud giunse a definire il piccolo uomo come "un essere perverso e polimorfo", ossia come un individuo capace di perseguire il piacere indipendentemente da scopi riproduttivi (donde la "perversione") e mediante i più svarianti organi corporei (donde il"polimorfismo"). In particolare, Freud sostiene che lo sviluppo psicosessuale del soggetto avviene attraverso tre fasi, ognuna delle quali appare caratterizzata da una specifica zona erogena: fase orale,anale e genitale.
1) La fase orale, che caratterizza i primi mesi di vita e che dura sino a un anno e mezzo circa, ha come zona erogena la bocca e risulta connessa a quella che, in questo periodo, costituisce la principale attività del bambino: il poppare.
2) La fase anale, che va da un anno e mezzo circa a tre anni, ha come zona erogena l'ano ed è collegata alle funzioni escrementizie, che per il bambino sono oggetto di particolare interesse e piacere (tant'è che, preso in braccio ed accarezzato, egli tende a rispondere con un libero sfogo delle funzioni corporali).
3) La fase genitale, che inizia alla fine del terzo anno, ha come fattore erogeno la zona genitale. Essa si articola in due sottofasi: quella fallica e quella genitale in senso stretto. La fase fallica è così chiamata: a) perché la scoperta del pene costituisce oggetto di attrazione sia per il bambino sia per la bambina, che soffrono entrambi di un"complesso di castrazione" (il primo perché vive sotto la minaccia di una possibile evirazione, la seconda perché si sente di fatto evirata e prova "l'invidia del pene"). b) perché l'organo di eccitamento sessuale è il pene o quel suo equivalente femminile che è la clitoride.