Galileo Galilei: scoperte, vita e opere

Riassunto della vita, opere e le scoperte di Galileo Galilei, tratto da "Protagonisti e testi della filosofia" di Abbagnano-Fornero (4 pagine formato doc)

Appunto di clauc87

GALILEO GALILEI: VITA E OPERE

Galileo. 1.

Vita e Opere. Galileo Galilei nasce a Pisa il 15 febbraio 1564, compie i primi studi di letteratura e logica a Firenze. Nel 1581 inizia a studiare medicina a Pisa, ma abbandona presto gli studi per tornare a Firenze dove approfondisce la matematica e la fisica. Nel 1583 scopre l’isocronismo del pendolo, negli anni successivi formula teoremi di geometria e meccanica, e scopre, nel 1586, la bilancetta per determinare il peso specifico dei corpi.
Nel 1589 ottenne la cattedra di matematica a Pisa, nel 1592 passa a Padova per 18 anni. Nel 1609 scopre il cannocchiale ed inizia una serie di scoperte astronomiche, scrivendo il “sidereus nuncius” nel 1610. Keplero riconosce subito l’esattezza dei suoi studi, che però lo misero contro la chiesa e gli aristotelici. Nel 1616 viene ammonito dal cardinale Bellarmino ed il 3 marzo l’opera di Copernico viene messa all’indice. Nel 1623 pubblica il Saggiatore. Continua a lavorare al “Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo”, il tolemaico e il copernicano, che verrà stampato nel 1632. Dal settembre 1632 al 22 giugno 1633 subisce un processo al S.Uffizio di Roma, che finirà con la sua abiura: viene confinato prima a Siena e poi ad Arcetri. L’8 gennaio 1642 muore.

Galileo Galilei: vita e scoperte

GALILEO GALILEI SCOPERTE

2. L’autonomia della scienza e il rifiuto del principio di autorità
Galileo capisce di dover difendere l’autonomia della scienza, ossia salvaguardare la sua indipendenza da ingerenze esterne. A differenza di altri dotti suoi contemporanei non cela le sue scoperte e inizia una battaglia in difesa della scienza, contro l’autorità religiosa (la chiesa) e quella culturale (gli aristotelici).
2.1 La polemica contro la chiesa e i teologi
La controriforma aveva stabilito che il sapere si dovesse adattare alle sacre scritture e alla loro interpretazione ecclesiastica. Il cardinale Bellarmino, e tutti i teologi, erano convinti che i fedeli dovessero accettare ogni affermazione scritturale della bibbia, e non solo i suoi insegnamenti religiosi e morali, perché altrimenti sarebbero stati eretici. Galileo pensò che una simile posizione della chiesa avrebbe ostacolato lo sviluppo del sapere e danneggiato la religione stessa: perciò nelle “lettere copernicane” affrontò il problema del rapporto scienza-fede. Secondo Galileo la natura, che è l’oggetto della scienza, e la Bibbia, che è la base della religione, derivano entrambe da Dio, e perciò non si possono contraddire a vicenda, ma i loro contrasti sono solo apparenti e vanno risolti rivedendo l’interpretazione biblica, perché: a) le scritture si sono adattate ai popoli rozzi e hanno usato un linguaggio per il vulgo, mentre la natura segue il suo inesorabile corso, senza adattarsi all’esigenze umane; b) la Bibbia non tratta di natura, ma del destino dell’uomo, cioè non ci insegna “come va il cielo”, ma “come si va in cielo”. Quindi se la Bibbia è arbitra in campo etico-religioso, la scienza lo è in campo delle verità naturali, per le quali l’interpretazione biblica si deve adattare alla scienza, e non il contrario.

Galileo Galilei: vita e opere

GALILEO GALILEI: RIASSUNTO

2.2 La polemica contro gli aristotelici
Galileo pensa che la scienza debba essere indipendente persino da Aristotele e dai sapienti del passato, nei confronti dei quali egli nutre un profondo rispetto. Galileo però disprezza i “seguaci” di Aristotele, che anziché osservare direttamente la natura, consultano i testi delle biblioteche, vivendo in un astratto “mondo di carta”, e sostiene che Aristotele stesso se vedesse le sue scoperte, lo riconoscerebbe come suo discepolo e cambierebbe le proprie idee. Gli Aristotelici offrono solo un dogmatismo antiscientifico che ostacola l’avanzamento del sapere e inebetisce gli intelletti.

Galileo Galilei: riassunto di filosofia

GALILEO GALILEI: SCOPERTE SCIENTIFICHE

3. Gli studi fisici di Galileo
Per capire il motodo Galileiano bisogna conoscere prima le sue scoperte scientifiche.
3.1 Il principio di inerzia
Per gli Aristotelici la quiete era lo stato naturale dei corpi sublunari, in assenza di forze esterne. Il moto si divideva in naturale (verso il luogo naturale di un corpo) e violento (fuori dal suo luogo naturale), e gli oggetti mossi da un moto violento continuano a muoversi a causa dell’azione motrice dell’aria. Invece Galileo con l’intuizione del principio di inerzia supera il doppio pregiudizio per cui la quiete è naturale, e il moto perdura fin quando permane la forza che lo ha provocato. Il principio di inerzia si rileva utile anche in sede astronomica, perché spiega il movimento dei pianeti.
3.2 Le leggi sulla caduta dei gravi ed il secondo principio della dinamica
Aristotele credeva che la velocità di caduta di un corpo fosse proporzionale al suo peso. Galileo affermò invece che due corpi dello stesso peso in assenza d’aria cadono alla stessa velocità, ma si trattò di un esperimento mentale, che non potè esser dimostrato perché egli non disponeva ancora della pompa ad aria, inventata poi da Torricelli. In questo contesto egli scoprì pure il secondo principio della dinamica, secondo il quale le forze applicate ai corpi non causano velocità, ma accelerazione.