"Lachete" di Platone
Riassunto del Lachete di Platone con commento personale (2 pagine formato doc)
LACHETE
Riassunto
Lisimaco e Melesia invitano i due generali Lachete e Nicia ad osservare un'esibizione di scherma, una nuova disciplina; Lisimaco e Malesia non vogliono ripetere gli errori dei loro genitori , i quali per occuparsi degli affari altrui li hanno lasciati senza disciplina e quindi senza la possibilità un giorno, di poter portare onore al proprio onore; è per questo motivo che i due genitori si rivolgono a Nicia e La chete per capire se la scherma è una degna disciplina da insegnare. Nicia ritiene che è utile perché oltre a essere utile in guerra darà loro la curiosità per iniziare l'apprendimento della tattica e di tutto ciò che vi è connesso; La chete la pensa al contrario perché si limita all'apetto più militare e dice che se un vigliacco è reso temerario dalla conoscenza di questa disciplina finirà in situazioni più grandi di lui dalle quali potrà uscire solo con la vigliaccheria; e se pure fosse bravo nell'usarla sarebbe comunque malvisto dagli altri i quali sarebbero pronti a deriderlo ad ogni minimo errore.
Lisimaco e Melesia chiedono dunque a Socrate, che si trovava per caso a vedere l'esibizione, di fare da arbitro ma egli rifiuta ritenendo che trattandosi del futuro dei giovani non sia opportuno affidarsi alla maggioranza. Secondo socrate serve un maestro, un maestro che spieghi la virtù, perché è quello lo scopo della disciplina rendere gli animi dei giovani più virtuosi, invita così qualcuno a farsi avanti se ha la risposta se è stato istruito di essa da qualcuno o l'ha imparata di sé; infatti senza sapere che cos'è la virtù non la si può insegnare e dunque decide di interrogare su tale argomento Nicia e La chete ma considerando la virtù un argomento troppo vasto decide di limitarsi a chiedere che cos'è il coraggio poiché sarebbe quest'ultimo che servirebbe nel combattimento in armi.
Riassunto
Lisimaco e Melesia invitano i due generali Lachete e Nicia ad osservare un'esibizione di scherma, una nuova disciplina; Lisimaco e Malesia non vogliono ripetere gli errori dei loro genitori , i quali per occuparsi degli affari altrui li hanno lasciati senza disciplina e quindi senza la possibilità un giorno, di poter portare onore al proprio onore; è per questo motivo che i due genitori si rivolgono a Nicia e La chete per capire se la scherma è una degna disciplina da insegnare. Nicia ritiene che è utile perché oltre a essere utile in guerra darà loro la curiosità per iniziare l'apprendimento della tattica e di tutto ciò che vi è connesso; La chete la pensa al contrario perché si limita all'apetto più militare e dice che se un vigliacco è reso temerario dalla conoscenza di questa disciplina finirà in situazioni più grandi di lui dalle quali potrà uscire solo con la vigliaccheria; e se pure fosse bravo nell'usarla sarebbe comunque malvisto dagli altri i quali sarebbero pronti a deriderlo ad ogni minimo errore.
Lisimaco e Melesia chiedono dunque a Socrate, che si trovava per caso a vedere l'esibizione, di fare da arbitro ma egli rifiuta ritenendo che trattandosi del futuro dei giovani non sia opportuno affidarsi alla maggioranza. Secondo socrate serve un maestro, un maestro che spieghi la virtù, perché è quello lo scopo della disciplina rendere gli animi dei giovani più virtuosi, invita così qualcuno a farsi avanti se ha la risposta se è stato istruito di essa da qualcuno o l'ha imparata di sé; infatti senza sapere che cos'è la virtù non la si può insegnare e dunque decide di interrogare su tale argomento Nicia e La chete ma considerando la virtù un argomento troppo vasto decide di limitarsi a chiedere che cos'è il coraggio poiché sarebbe quest'ultimo che servirebbe nel combattimento in armi.