Riassunto di geografia sulla Cina

Riassunto sulla Cina: climi, istituzioni politiche, popolazione, insediamenti, sistema economico, servizi, trasporti, industria, risorse e agricoltura

Riassunto di geografia sulla Cina
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La Cina

Skyline di Shanghai
Fonte: getty-images

La Cina è il 3° Paese per estensione dopo la Russia e il Canada, ed è il più popolato della Terra con quasi 1 miliardo e 300 milioni di abitanti. Vediamone nel dettaglio tutti gli aspetti: dal territorio al clima, dalla popolazione all'economia, passando per le istituzioni politiche.

Il territorio e gli ambienti

Il territorio cinese si articola in due parti: una regione orientale, la Cina Interna, ricca di pianure e fiumi, dove vive circa il 95% della popolazione; una regione occidentale, la Cina Esterna, montuosa, arida e poco popolata.

Nella Cina Esterna si innalzano elevate catene montuose che racchiudono al loro interno altipiani e bassipiani. L’area è divisa in tre regioni:

  • L'Altopiano dello Xinjiang: Attraversato dalla catena dei Tian Shan, che divide la regione in due aree: quella di Zungaria a nord e quella del Tarim a sud, occupata dal più arido deserto della Cina, il TAKLIMAKAN;
  • L'Altopiano della Mongolia (altitudine media 1000 m), occupato dal deserto sabbioso del Gobi;
  • L'Altopiano del Tibet, situato a 4000-5000 m di altitudine e chiuso fra le più elevate catene montuose del mondo, caratterizzato da deserti rocciosi; da queste montagne, ricche di ghiacciai, nascono i grandi fiumi cinesi. La regione è ricca di laghi, per lo più salati, tra cui il Qinghai, uno dei più grandi della Cina.

La Cina Interna è caratterizzata da colline di origine antica e da vaste pianure molto fertili. Si divide in quattro regioni:

  • La pianura di nord-est, chiamata Manciuria, attraversata dagli affluenti del fiume Liao, che alla fine del suo percorso, sfocia nel Mar Giallo;
  • La pianura del nord, la più grande e fertile della Cina; il suo territorio è composto da due diverse zone: a ovest il cosiddetto Altopiano del Loess, a est la pianura vera e propria, formata dai depositi dello Huang He (Fiume Giallo);
  • Il centro comprende l’ampio e piatto bacino del Chang Jiang (Fiume Azzurro), il fiume più lungo dll’Asia e uno dei più importanti del mondo; il suo percorso è disseminato di laghi e paludi e intersecato da una fitta rete di canali;
  • A sud predominano montagne e colline, interrotte da pianure costiere e fluviali come quella del delta dello Xi Jiang (Fiume delle Perle) e dei suoi affluenti. A partire dalla baia di Hangzhou le coste sono frastagliate e fronteggiate da migliaia di isole, tra cui quella di Hainan, la maggiore della Cina.

I climi cinesi

Nella Cina Esterna il clima è continentale freddo, caratterizzato in inverno da venti gelati provenienti dal Polo Nord e da un’estrema aridità a causa della lontananza dal mare. Gli ambienti naturali prevalenti sono la steppa e il deserto.

Nella Cina Interna il clima varia da zona a zona, ma in complesso è più temperato. I mari costieri poco profondi hanno effetti benefici solo vicino alle coste. Lungo le coste meridionali il clima è tropicale, molto piovoso perché la zona è sottoposta al regime dei monsoni. Le precipitazioni, causate soprattutto dai monsoni estivi, decrescono da sud verso nord.

Politica e società

Mao Zedong
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La Cina è dal 1949 una Repubblica Popolare governata da un partito unico: il Partito comunista.

Il segretario del Partito è in pratica la personalità politica più importante, anche se vi sono altre cariche di rilievo come quella del Presidente della Repubblica e del primo ministro, che guida il governo.

La Cina comunista è per molti aspetti profondamente cambiata negli ultimi due decenni. Quando, nel 1949, Mao Zedong conquistò il potere (al termine di una guerra civile durata quasi 40 anni, dalla caduta del millenario impero, anche se più volte interrotta per far fronte alla minaccia giapponese), il grande condottiero comunista instaurò un regime socialista di tipo classico, che rimase in vigore fino alla morte dello stesso Mao (1976) e negli anni immediatamente successivi. Poi, i nuovi dirigenti hanno realizzato una progressiva apertura economica all’Occidente, adeguandosi alle regole del mercato capitalista e del commercio; per quanto riguarda la politica interna, però, il sistema del Partito unico è rimasto immutato e i cittadini cinesi sono ancora privi delle più elementari libertà civili.

Il territorio cinese, dal punto di vista amministrativo, è suddiviso in 22 province, 5 regioni autonome e 4 municipalità (Pechino, Shangai, Tianjin, Chongqing) che dipendono dalle autorità centrali. Fanno parte della Cina anche Hong Kong e Macao. Questi due territori – il primo è stato colonia britannica fino al 1997 è il secondo colonia portoghese fino al 1999 – sono importanti centri commerciali e finanziari e manterranno per i prossimi 50 anni la loro autonomia amministrativa e le loro caratteristiche economiche.

La popolazione

La Cina, con più di 1 miliardo e 400 milioni di abitanti, è il Paese più popolato del mondo. Dal 1949 ha conosciuto una straordinaria crescita demografica e i Cinesi in 50 anni sono più che raddoppiati.

Le autorità cinesi, di fronte all’aumento della popolazione e al timore di una sua continua crescita, hanno introdotto politiche di contenimento delle nascite. Queste politiche sono state attuate con più decisione nelle città, mentre nelle campagne e fra le minoranze etniche la natalità è rimasta più elevata.

Il 92% degli abitanti della Cina appartiene al gruppo etnico Han, originario della valle dello Huang He, che progressivamente si è imposto nei confronti dei popoli nomadi delle steppe. Gli Han, pur costituendo la stragrande maggioranza della popolazione, occupano solo il 40% del territorio, nella Cina Interna. Sul resto del territorio vivono in prevalenza altri gruppi etnici e linguistici che comprendono in complesso circa 90 milioni di persone.

I gruppi ufficialmente riconosciuti, chiamate minoranze nazionali, sono 55. in generale queste popolazioni sono concentrate in territori ben definiti e ciò ha facilitato la creazione di 5 regioni autonome:

  • La Mongolia Interna
  • Lo Xinjiang
  • Il Guangxi
  • Il Ningsia
  • Il Tibet

Data l’importanza strategica di questi territori di frontiera le autorità centrali cercano di limitare l’autonomia reale delle minoranze. Spesso ci sono tensioni, soprattutto nel Tibet, e lo Stato non esita a impiegare le forze armate per combattere tendenze secessioniste.

Le religioni praticate in Cina sono soprattutto il confucianesimo, il taoismo, il buddismo, l’islamismo e diverse confessioni cristiane.

Almeno 8 sono i dialetti principali, molto diversi tra loro, anche se tutti scritti in caratteri ideografici.

Quello di Pechino, conosciuto anche come mandarino, è oggi il più largamente diffuso; è adottato come lingua ufficiale dello Stato, viene insegnato nelle scuole e usato dai mezzi di comunicazione.

Gli insediamenti

Pechino, la capitale della Cina
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Circa il 70% dei Cinesi vive ancora nei villaggi, anche se negli ultimi decenni si è verificata una massiccia migrazione verso le aree urbane. Lo Stato ha sempre ostacolato con leggi limitative e controlli severi i movimenti migratori verso le città: oggi questi controlli si sono allentati, perché le nuove industrie sorte intorno alle aree urbane richiedono continuamente un incremento massiccio di manodopera a basso costo.

In Cina, dove 11 metropoli hanno più di 2 milioni di abitanti, 32 più di un milione, 135 da 250 000 a 950 000, le città più importanti sono sorte sulle anse dei grandi fiumi o vicino alle coste del Mare della Cina.

Pechino è la Capitale. Fondata oltre 2000 anni fa, è diventata nel XII secolo la capitale imperiale sotto la dinastia dei Mongoli; oggi, oltre a essere il principale centro politico, amministrativo e culturale della Cina, è anche un importante polo industriale. Negli ultimi anni si registra un’accelerazione della trasformazione di Pechino in una grande città moderna: i vecchi quartieri del centro, fatti di case basse con all’interno piccoli giardini, sono stati abbattuti per lasciare spazio ai grattacieli, a nuovi alberghi, ai grandi palazzi residenziali. Le periferie si sono dilatate e, lungo i grandi assi stradali, sono comparsi giganteschi centri commerciali e nuovi quartieri residenziali.

Tianjin è un importante nodo per le comunicazioni ferroviarie e stradali fra la Manciuria, Pechino e Shangai. È anche il più importante centro commerciale del Nord e lo sbocco naturale di tutta l’area industriale della capitale; tra le due città si interpone un tessuto di centri minori e grazie alla loro espansione si sta formando una megalopoli di 25 milioni di abitanti.

Shanghai è il primo porto della Cina, a 30 km dal mare, sulla foce del fiume Chang Jiang. Qui alla fine dell’800 gli occidentali si installarono con i loro traffici e, fino al 1930, hanno investito capitali in infrastrutture e industrie. Oggi è la più grande concentrazione industriale della Cina, ma la sua importanza è legata anche allo sviluppo del terziario.

Nanchino (Nanjing, “capitale del Sud”), più volte capitale della Cina, sorge anch’essa sul Chang Jiang; oggi è molto industrializzata, cuore di una regione urbana che si sviluppa sulle due rive del fiume.

Canton (Guangzhou), nella Cina meridionale, è una delle prime città venute a contatto con gli europei. Gli Inglesi nel 1865 vi stabilirono una sede della Compagnia delle Indie che dette inizio allo sfruttamento coloniale della città e introdusse l’oppio in Cina. Negli ultimi anni la città ha conosciuto un rapido sviluppo grazie alla crescente integrazione con Hong Kong. È un importante centro industriale e commerciale, con un porto molto attivo.

Il sistema economico

La città di Canton
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Negli ultimi vent’anni in Cina è stato attuato un processo di modernizzazione dell’economia e di apertura verso i mercati mondiali.

Questa trasformazione ha innescato uno straordinario sviluppo economico, anche se la crescita produttiva riguarda soprattutto le grandi città e le province cinesi della costa. La Cina ha progressivamente abbandonato l’isolamento commerciale e la sua economia, tradizionalmente basata sull’agricoltura e sulle risorse minerarie, ha subito una rapidissima evoluzione nell’ultimo quarto di secolo e si è gradualmente avvicinata ai modelli occidentali.

Gli investimenti stranieri

Negli ultimi anni si sono moltiplicate le imprese private a capitale estero e le imprese miste, nelle quali hanno grande importanza gli investimenti internazionali. Gli investimenti stranieri, che negli anni '80 erano concentrati nelle industrie a largo uso di manodopera a basso costo, dagli anni 90 si dirigono verso settori industriali più avanzati.

Il governo cinese offre grandi agevolazioni alle imprese straniere che importano centri di ricerca e macchinari innovativi.

Le merci prodotte non vengono più solo esportate, ma anche acquistate direttamente dai Cinesi. I consumi stanno crescendo vertiginosamente, ma persistono i gravi squilibri di sviluppo tra le zone della costa e le regioni interne; per ridurre queste diversità il governo sta spingendo le imprese estere a investire nelle province meno sviluppate.

Le zone economiche

Protagoniste della  crescita industriale cinese sono le “zone economiche speciali”, aree urbane costiere della Cina orientale in cui è stata incoraggiata la costituzione di aziende in collaborazione con imprese occidentali e l’apertura di succursali di banche straniere. Tra le società che hanno aperto unità di produzione nelle ZES vi sono anche varie aziende italiane. L’80% degli investimenti stranieri è realizzato in queste zone e da qui parte il 90% delle esportazioni cinesi.

Il cuore del miracolo economico cinese è la regione costiera del Guangdong, dove si trovano le metropoli di Canton, la nuova città di Shenzen e Hong Kong. Nel Guangdong si produce tra l’altro il 98% di tutti i componenti di computer prodotti in Cina.

Un’altra importante regione industriale fa capo all’area metropolitana di Shangai-Pudong, sul delta dello Chang Jiang. Di fronte a Shangai, considerata la capitale economica della Cina, è sorto il primo parco industriale: 522 kmq di sviluppo industriale, dove sono presenti centri di ricerca, formazione e alta tecnologia.

La terza zona industriale, che ruota intorno alla capitale Pechino, è caratterizzata dalla presenza della grande industria e dei centri decisionali della burocrazia centrale.

I servizi

L’economia centralizzata non ha favorito lo sviluppo del settore terziario: la popolazione attiva occupata nei servizi lavora soprattutto in enti governativi, organizzazioni civili, nella ricerca scientifica, nel sistema scolastico (che ha ottenuto buoni risultati) e nella sanità pubblica. Negli ultimi anni, però, è cresciuta l’iniziativa privata nel settore dei trasporti, sono aumentati il commercio interno e estero e si è avuto un forte incremento del turismo straniero.

Il settore finanziario si sta modernizzando: è stata creata una Borsa a Shangai e due a Guangzhou, mentre numerose banche estere aprono le loro filiali in Cina. Anche il settore delle telecomunicazioni si sta sviluppando rapidamente, sebbene solo una parte del territorio (10%) sia coperta dai servizi telefonici.

Con la progressiva liberalizzazione dell’economia, gli scambi commerciali hanno registrato un eccezionale sviluppo e la Cina è diventata uno dei 10 maggiori esportatori mondiali. Il continuo aumento dei commerci e l’esigenza, per soddisfare i consumi interni, di acquistare tecnologie avanzate, hanno spinto i governi a stringere legami stretti con i Paesi sviluppati e ad aderire all’Organizzazione del Commercio Mondiale (WTO).

La grande quantità di prodotti cinesi che negli ultimi anni hanno invaso i mercati mondiali ha creato qualche tensione con gli USA e l’Europa. L’accusa che velatamente viene rivolta alla Cina è quella di godere dei vantaggi dell’adesione al WTO, caratterizzato da rapporti di libero scambio fra economie capitaliste, ma di essere al contempo governata da un partito unico che indirizza e sovvenziona alcuni settori economici.

Le importazioni riguardano soprattutto impianti e macchinari industriali, tecnologie avanzate (informatica ed elettronica) e beni di consumo.

Le esportazioni sono per il 25% materie prime e per il 75% prodotti industriali (elettrici, elettronici, tessili, di artigianato) che necessitano di molta manodopera a basso costo.

Trasporti e comunicazioni

Le caratteristiche fisiche e la vastità del territorio hanno sempre rappresentato un serio ostacolo allo sviluppo di comunicazioni e trasporti fra le varie parti del Paese. Negli ultimi anni le tradizionali vie di comunicazione della regione cinese, le strade ferrate e i canali navigabili, sono state notevolmente potenziate. È stato realizzato un treno superveloce a lievitazione magnetica che collega Pechino e Shangai.

Anche i trasporti aerei sono stati incrementati per favorire il commercio internazionale e il turismo, un settore in rapida crescita. Gli aeroporti civili sono 139; i maggiori si trovano a Pechino, Shangai e Guangzhou.

L'industria

Nel corso degli ultimi anni la struttura economica si è fortemente diversificata e ora interessa quasi tutti i principali settori produttivi. Le riforme economiche attuate dal governo hanno favorito la crescita dell’industria leggera, dei servizi e del commercio internazionale.

Per ridurre il divario con l’industria occidentale è stata incentivata la ricerca applicata a ogni campo della produzione (dall’elettronica alle biotecnologie, alla ricerca nucleare) grazie soprattutto all’arrivo dall’estero delle tecnologie più avanzate. La Cina ha iniziato a investire nel settore aerospaziale e nel 2004 è stata messa in orbita la prima navetta spaziale con equipaggio umano.

Risorse minerarie ed energetiche

La Cina è la terza nazione mineraria del mondo dopo USA e Russia; nel suo sottosuolo si trovano grandi quantità di ferro, piombo, titanio, argento, tungsteno, molibdeno, vanadio. Lo sviluppo industriale degli ultimi anni richiede però quantità sempre crescenti di risorse minerarie e di fonti energetiche, che la Cina importa dall’estero facendo aumentare sul mercato mondiale il prezzo delle materie prime.

La produzione energetica è ricavata per il 75% dal carbone, che si trova soprattutto nel Nord e nel Nord-est, lontano dalle zone industriali, e per il 20% da petrolio e gas estratti nella regione di Bo Hai. Per la ricerca di giacimenti off-shore nel Mare della Cina, per la raffinazione e la costruzione di complessi petrolchimici, il Paese deve però ricorrere alle tecnologie dei Paesi avanzati.

Il governo cinese, per sostenere il boom industriale, ha deciso di costruire numerose centrali elettriche. Il potenziale idroelettrico è ancora poco sfruttato a causa dei costi elevati e dei tempi lunghi di realizzazione delle dighe e delle centrali. La produzione di energia nucleare sta, invece, per essere aumentata.

L'agricoltura e l'allevamento

Nonostante il grande sviluppo industriale, l’agricoltura è ancora il settore principale per quanto riguarda l’occupazione. La forma di gestione prevalente è la piccola conduzione familiare: lo Stato, proprietario della terra, ne concede l’uso ai contadini.

La ridotta disponibilità di terra coltivabile (10%) ha spinto alla modernizzazione del settore.

Negli ultimi decenni, per aumentare la produttività, sono state usate sementi selezionate, concimi chimici, antiparassitari e macchine agricole. La meccanizzazione dell’agricoltura e l’abbandono dei terreni più improduttivi hanno, però, creato circa 100 milioni di disoccupati, che migrano dalle zone povere dell’interno verso le grandi città.

Le grandi aree dell’agricoltura cinese sono quattro:

  • La Manciuria, che produce soprattutto grano e soia;
  • La fertile pianura dello Huang He, che produce soprattutto grano e mais;
  • La pianura dl Chang Jiang, la regione tipica del riso. La maggior piovosità, il clima più caldo, l’abbondanza delle acque di irrigazione hanno dato un grande sviluppo alla risicoltura, che copre l’80% delle terre coltivabili;
  • La zona collinare del Sud, dove si ottengono anche 3 raccolti di riso all’anno e sono diffuse la produzione della canna da zucchero, del tè e la bachicoltura.

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