Riassunto sul pessimismo storico e cosmico di Leopardi
riassunto approfondito sulla vita, il pensiero, pessimismo storico e cosmico, poetica del vago e dell' indefinito, gli idilli, operette morali, il risorgimento e i grandi idilli, parafrasi e analisi di alcune poesie di Leopardi (11 pagine formato doc)
Riassunto sul pessimismo storico e cosmico di Leopardi - Leopardi Leopardi La vita Leopardi nacque a Recanati nel 1798 [nel 1796 abbiamo la prima campagna italiana di Napoleone; nel 1797 ci sarà il trattato di Campoformio per la cessione di Venezia all' Austria], era il primogenito del conte Monaldo e di Adelaide Antici.
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Il padre era un uomo colto che nel suo palazzo aveva messo insieme una notevole biblioteca. I suoi orientamenti politici erano ferocemente reazionari, ostili a tutte le idee nuove che erano state diffuse dalla Rivoluzione francese e dalle campagne napoleoniche. Giacomo Leopardi fu istruito da precettori ecclesiastici; da loro, intorno ai 10 anni non ebbe più nulla da imparare e così, continuò a studiare da solo chiudendosi nella biblioteca paterna e come li definì lui furono “ 7 anni di studio matto e disperatissimo”. Dotato di un' intelligenza molto precoce, si formò presto una notevole cultura: imparò il latino, il greco e l' ebraico; condusse lavori filologici; tradusse il I libro dell' Odissea e il II dell' Eneide e contemporaneamente scrisse una massa ingente di componimenti poetici, odi, sonetti, canzonette e tragedie. Tra il 1815 e il 1816 abbandona le aride minuzie filologiche e si entusiasma per i grandi poeti come Omero, Virgilio e Dante. Nel 1819 tenta la fuga dalla casa paterna ma il tentativo viene scoperto e sventato. Lo stato d' animo conseguente al fallimento; accentuato da un' infermità agli occhi tale da impedirgli la lettura, unico suo conforto alla solitudine; lo porta a uno stato di prostrazione. Il nucleo del suo sistema pessimistico sarà la percezione della nullità di tutte le cose.
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Questa crisi segna il passaggio dal al , cioè dalla poesia d' immaginazione alla filosofia e ad una poesia nutrita di pensiero. Sempre nel 1819, con l' Infinito, inizia la stagione più originale della sua poesia. Si infittiscono le note dello Zibaldone, una sorta di diario intellettuale iniziato 2 anni prima. Nel 1820 - 1821 nascono gli Idilli e prosegue la serie di canzoni iniziata con All' Italia. Nel 1822 ha la possibilità di uscire da Recanati, si reca dallo zio a Roma, ma nulla che vede gli piace. Tornato a Recanati nel 1823 si dedica alla composizione della Operette morali a cui affida l' espressione del suo pensiero pessimistico. A partire dal 1824 vedrà il mondo in un modo sempre più pessimistico. Nel 1825 gli viene offerto un lavoro dall' editore Stella, questo gli offre un assegno fisso per una serie di collaborazioni: un' edizione di Cicerone, un commento al Petrarca, un' antologia della poesia e una della prosa: in questo periodo soggiorna a Milano e Bologna.
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A Recanati c' erano leggi contro l' illuminismo, era un borgo attardato che faceva parte dello Stato Pontificio. La famiglia di Leopardi si trovava in cattive condizioni economiche, tanto che bisognava osservare una rigida economia per mantenere il decoro esteriore del rango della nobiltà. LEGGI ANCHE Il riassunto sul Romanticismo
Il padre era un uomo colto che nel suo palazzo aveva messo insieme una notevole biblioteca. I suoi orientamenti politici erano ferocemente reazionari, ostili a tutte le idee nuove che erano state diffuse dalla Rivoluzione francese e dalle campagne napoleoniche. Giacomo Leopardi fu istruito da precettori ecclesiastici; da loro, intorno ai 10 anni non ebbe più nulla da imparare e così, continuò a studiare da solo chiudendosi nella biblioteca paterna e come li definì lui furono “ 7 anni di studio matto e disperatissimo”. Dotato di un' intelligenza molto precoce, si formò presto una notevole cultura: imparò il latino, il greco e l' ebraico; condusse lavori filologici; tradusse il I libro dell' Odissea e il II dell' Eneide e contemporaneamente scrisse una massa ingente di componimenti poetici, odi, sonetti, canzonette e tragedie. Tra il 1815 e il 1816 abbandona le aride minuzie filologiche e si entusiasma per i grandi poeti come Omero, Virgilio e Dante. Nel 1819 tenta la fuga dalla casa paterna ma il tentativo viene scoperto e sventato. Lo stato d' animo conseguente al fallimento; accentuato da un' infermità agli occhi tale da impedirgli la lettura, unico suo conforto alla solitudine; lo porta a uno stato di prostrazione. Il nucleo del suo sistema pessimistico sarà la percezione della nullità di tutte le cose.
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