Canto 3 Purgatorio: riassunto
Riassunto e testo dei versi del canto 3 del Purgatorio della Divina Commedia di Dante Alighieri (2 pagine formato docx)
CANTO 3 PURGATORIO RIASSUNTO
Canto III. Tra il pendio che si stacca dalla spiaggia e la porta del purgatorio c'è una zona nella quale sono relegati vari gruppi di anime costrette per diverse ragioni a ritardare l'inizio della purificazione. Uno di questi gruppi è quello degli scomunicati, di coloro che furono dichiarati dal Papa in condizione, di peccato mortale e come tali esclusi dalla chiesa. Bisogna tener presente che la scomunica fu spesso usata dai Papi per ragioni politiche al fine di subordinare al proprio potere i sovrani che rifiutavano di riconoscerlo. Turbati dalla vergogna per il rimprovero di Catone Virgilio e Dante fuggono verso il monte all'orizzonte è sorto il sole e Dante si spaventa di vedere in terra solo la proprio ombra e non quella del maestro Virgilio lo rassicura invitandolo ad accettare senza una spiegazione che non puo essere data, il mistero divino dalla immortalità dei corpi dei defunti, trasparenti eppure visibili atti a soffrire. Di qui il discorso si allarga a considerarlo l'opportunità di accontentarsi di quanto la rivelazione afferma, senza voler capire tutto e Virgilio allude ai sapienti che fallirono in questo tentativo e che ora soffrono nel limbo l'esclusione dalla visione di Dio. Giunto dove la salita diventa più ripida i due pellegrini si fermano senza sapere in quale punto sia possibile arrampicarsi per la montagna ed ad un tratto appare una schiera di anime davanti a Virgilio e Dante e gli vanno incontro. Sono le anime degli scomunicati che si pentirono in tempo e furono perdonati da Dio e da costoro i 2 pellegrini ricevono le informazioni utili al cammino. La parte finale del campo è occupata dalla figura del re Svevo Manfredi il quale racconta come le persecuzione della chiesa si accanisse conto di lui anche dopo morto mentre egli era salvo grazie al pentimento sopraggiunto in punto di morte.CANTO 3 PURGATORIO TESTO
Versi 79-87 Similitudine.112-117 Manfredi figlio naturale di Federico II fu re dell'Italia meridionale dal 1250 al 1266 quando venne sconfitto e ucciso nella battaglia di Benevento dalle truppe di Carlo d'Angiò alleate del Papa. Fu capo del partito ghibellino e avverso al Papa dal quale fu scomunicato a più riprese l'incontro con Manfredi alle pendici del purgatorio ha un significato esemplare: rivela insieme la misericordia di Dio anche nei confronti dei peggiori peccatori e la possibilità che il giudizio umano sbagli anche se espresso dal pontefice.
124-129 Manfredi era stato sepolto sotto un'ammasso di pietre dai soldati nemici pietosi ai piedi del ponte sul fiume Calore, perché non poteva essere sepolto in un luogo sacro in quanto scomunicato. L'accanimento del Papa non si accontentò di questo ma fece riesumare dalla sepoltura i resti del suo nemico e li fece spargere entro i confini del proprio regno. Il vescovo di Cosenza che seguì l'ordine papale non seppe vedere l'aspetto della misericordia in Dio con quello della giustizia.
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