Il più grande uomo scimmia del Pleistocene: riassunto, commento e analisi
Riassunto, analisi del testo, analisi dei personaggi e commento personale del libro "Il più grande uomo scimmia del Pleistocene" di Roy Lewis (2 pagine formato doc)
IL PIU' GRANDE UOMO SCIMMIA DEL PLEISTOCENE: RIASSUNTO
Autore: Roy Lewis (1913-1996)
Casa Editrice: Adelphi Edizioni
Anno della prima pubblicazione: Gennaio 2001
Edizione usata: VIII Gennaio 2005
Sintesi de “Il più grande uomo scimmia del Pleistocene”: Pleistocene: una famiglia, il cui capostipite è Edward, vive alla ricerca di un’evoluzione che possa migliorare il proprio stile di vita.
Ogni personaggio è caratterizzato dall’interesse ad un aspetto specifico e ognuno porta avanti l’evoluzione nella materia in cui è specializzato. Edward, invece, da’ alla famiglia stimoli per progredire. Sarà il primo a “domare” il fuoco e successivamente a “crearlo”. Sosterrà anche la necessità di cercare le femmine in orde diverse per rimescolare i geni: dall’endogamia all’esogamia. I fratelli Wilbur e Alexander si occuperanno rispettivamente della caccia e dell’arte figurativa. Il primo imparerà a scheggiare alla perfezione la selce e diventerà osservatore dei comportamenti degli animali.
Il più grande uomo scimmia del Pleistocene: riassunto e commento
IL PIU' GRANDE UOMO SCIMMIA DEL PLEISTOCENE TEMI
Alexander invece coltiverà la sua passione per il disegno (inizialmente con pezzi di legno bruciato, poi con estratti naturali). Ernest avrà invece il ruolo di “pensatore”: in certi momenti filosofo della situazione, altre volte le sue tesi si avvicineranno a vere e proprie credenze religiose (sostiene per esempio che la caccia è più redditizia quando Alexander disegna grosse prede sulle caverne). La madre relegata sempre più tra le mura domestiche (dopo la scoperta del fuoco) avrà il merito di scoprire la cottura degli alimenti. Anche uno dei fratelli minori ha la sua importanza nell’evoluzione: William si occuperà (per il momento senza successo) dell’allevamento di cani per la caccia ed è grazie a lui che oggi possiamo dire che il cane è il miglior amico dell’uomo. Saranno le sorelle di Ernest ad inventare la moda quando per gioco cominceranno a coprirsi con la pelle delle bestie cacciate.
Naturalmente ci sono anche opinioni contrarie a quella della famiglia di Edward: rappresentati dallo zio Vania, che sostiene fermamente la necessità per l’uomo-scimmia di restare sugli alberi ed addirittura di non lavorare troppo gli utensili, ma di mantenerli grezzi. Vania sostiene la sua tesi dicendo che è più naturale, quindi migliore.
Il più grande uomo scimmia del Pleistocene: riassunto
IL PIU' GRANDE UOMO SCIMMIA DEL PLEISTOCENE: RIASSUNTO DETTAGLIATO
La famiglia di Edward riceve in visita lo zio Ian, un grande viaggiatore, che racconta la situazione dell’evoluzione negli altri continenti; tenta di domare un cavallo e muore durante il tentativo.
Qualche tempo più tardi durante un esperimento si propaga un incendio devastante che costringerà l’intera famiglia a trasferirsi in una nuova area geografica. In questa occasione Edward manifesterà in pieno il suo pensiero progressista: è, infatti, intenzionato a mettere a disposizione degli uomini-scimmia le scoperte da loro fatte, per garantire a tutti le stesse possibilità di evoluzione. Egli a questo punto si scontra con l’ opinione dei figli, che ritengono che il fuoco è un’invenzione da vendere o meglio ancora da cedere su licenza. Inoltre, Ernest si oppone anche a fare un corso di “pirotecnica a pagamento”, poiché preferirebbe tenere per l’orda il brevetto per poter essere riconosciuti come dominatori. In questo caso il padre, con un’azione impopolare, ha la meglio e l’abilità di creare il fuoco diventa di dominio pubblico. Quando l’ormai anziano Edward rivela ai figli una nuova invenzione, l’ arco, questi, spaventati dalla sua efficacia e dalla possibilità che anche altri uomini-scimmia ne vengano a conoscenza, uccidono il padre utilizzando la sua invenzione e tengono per loro il segreto. Durante il rito funebre Ernest fa un discorso per ricordare a tutti che il padre era stato “il più grande uomo scimmia del Pleistocene”.