Il mercante di Venezia di Riccardo Calimani: riassunto

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Appunto di sennomarco93

IL MERCANTE DI VENEZIA DI RICCARDO CALIMANI: RIASSUNTO

Il mercante di Venezia” di Riccardo Calimani. Il libro inizia nell’anno 1508, quando l’imbarcazione a remi condotta da tre ebrei: Sante Rossetto, Alvise Vianello e Marco Scarpa viene attaccata da ignoti che senza timori uccidono Alvise e Marco.


I tre cercavano di scappare dalla terra ferma per andare a rifugiarsi nella Repubblica di Venezia. La Serenissima infatti era indulgente nei confronti degli ebrei, che potevano condurre una vita normale nell’isola, senza subire discriminazioni o esser perseguitati.

Ad accoglie Sante è Moses Conegliano, ebreo anche lui, ed è stato proprio lui a convincere molti ebrei a scappare da Treviso, terra d’origine dei Conegliano per rifugiarsi a Venezia.

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IL MERCANTE DI VENEZIA CALIMANI

Venezia in quell’epoca non viveva un bel momento, era stretta nella morsa dei alcuni stati come lo Stato della Chiesa, la Francia e lo Stato di Milano.
Moses aveva cinque figli: Daniele, Gabriele, Stella, Dolcetta e Isaac e aveva una moglie di nome Sara. Per un po’ di tempo le cose sembravano andare bene per la convivenza tra ebrei e cristiani in città, finchè successero alcuni episodi che fecero cambiare le opinioni della gente comune e dei nobili.
Gli episodi in questione furono il terremoto che colpì Venezia, l’incendio nell’Arsenale e infine l’incendio a Rialto dove andarono a fuoco numerosi negozi.
La gente del popolo cominciò a pensare che fosse colpa degli ebrei e che fossero stati loro ad appiccare gli incendi. I veneziani furono influenzati dal clero, infatti i sacerdoti nelle loro prediche durante le messe dicevano che se tutti si fossero convertiti al cristianesimo tutti i problemi della Serenissima sarebbero scomparsi.

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IL MERCANTE DI VENEZIA RIASSUNTO

Così il Consiglio dei Dieci e il Doge decisero di costruire un Ghetto in un isola di Venezia e la situazione cominciò a peggiorare. Questo ghetto doveva ospitare tutti gli ebrei della città. Le porte del cancello d’ingresso avevano degli orari di chiusura e di apertura che dovevano essere rispettati, di conseguenza gli ebrei non poterono più condurre una vita libera.
Stella si innamorò di un ricco patrizio Francesco Sebastiano Giustiniani, amico del padre, dal quale ebbe un figlio. I due però non si poterono sposare per la diversa classe sociale alla quale i due appartenevano.
Ad aggravare lo stato d’animo di Moses fu la conversione del figlio Gabrielle da ebreo a cristiano e il suo successivo pentimento e infine la partenza di tutti e due i figli Gabriele e Daniele per l’Oriente.
Intanto in città cominciarono a circolare le idee luterane, che portarono alle lotte tra Luterani e Cristiani.
Alla fine Moses trovò lavoro come operaio in una tipografia che stampava libri sull’ebraismo. Questo impiego gli fruttava molti soldi perché vendeva molto nel mercato orientale, dove gli affari li curava suo figlio Daniele.