Dante in esilio: breve riassunto

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Dante in esilio: breve riassunto - Nei primi tempi dell'esilio, Dante è a Siena, i senesi non gli vanno molto a genio Nei primi tempi dell'esilio,Dante è a Siena,i senesi non gli vanno molto a genio.

Vedendo quel forestiero i senesi non avranno certo immaginato che a cento chilometri lo aspettava il rogo per aver condannato tre Neri al taglio della lingua.

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Bonifacio VIII escogitò il modo di indurre l'imperatore a rinunciare alla Toscana. Alberto d'Asburgo,imperatore di Germania teneva al riconoscimento della sua autorità da parte del papa,doveva disinteressarsi della Toscana,ma ciò non avvenne.
Allarmato da tali manovre,il governo di Firenze spedì a Roma una missione,guidata dal Saltarelli,la quale scoprì che tre banchieri fiorentini stavano tramando per consegnare la città al papa.

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Da Firenze partì una sentenza di duemila lire di multa ciascuno e se non pagavano,il taglio della lingua. Ci furono proteste del Pontefice che minacciò l'interdetto sulla città,la repubblica non si spaventò. Poco dopo si rinnovò il governo,la sospettosa democrazia fiorentina non permetteva che esso restasse in carica più di due mesi. I nuovi priori confermarono senza batter ciglio la tremenda condanna,tra questi c'era Dante.

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Al poeta restavauna sola strada,la più decisiva e dura. A Gargonza,in un vecchio castello tra Siena e Arezzo,gli esuli s'incontrarono per esaminare la possibilità di allestire un esercito di liberazione. Gli Ubaldini,arroccati nei loro feudi del Mugello da tempo facevano la guerra contro Firenze,pensarono che i danni di guerra vanno pagati prima,e pretesero che i capi Bianchi sottoscrivessero in proprio duemila marchi d'argento a titolo di assicurazione,in cambio davano l'uso di un castello e un po' di soldati.