Le figure retoriche e il lessico
Le principali figure retoriche, spiegazione ed esempi, e il significato del lessico in grammatica (3 pagine formato docx)
FIGURE RETORICHE, COSA SONO
Le figure retoriche.
Le figure retoriche sono espedienti linguistici che rendono interessanti ed efficaci i concetti che si vogliono esprimere.FIGURE RETORICHE PRINCIPALI
Le principali figure retoriche sono:
- La similitudine, ovvero un paragone che sottolinea la somiglianza di qualcosa o qualcuno con un’altra cosa;
“E’ brutto come la fame”. - La metafora, ovvero una traslazione di significato che avviene tramite una relazione che le due cose, persone o animali, hanno;
“E’ un gigante”. - L’iperbole, ovvero un’esagerazione utilizzata spesso nel linguaggio comune;
“Ti sto aspettando da una settimana” - La litote, ovvero un affermazione di un concetto, negando il suo contrario;
“L’interrogazione non è andata male” - L’eufemismo, ovvero l’attenuazione di un concetto, ritenuto non opportuno;
“La sua preparazione lascia a desiderare” - La metonimia, ovvero la sostituzione di una parola con un’altra che abbia però con la prima una relazione;
“Ho assaggiato un Parma eccellente” - La sineddoche, ovvero la definizione di un concetto o un oggetto tramite un termine più ampio o limitato;
“Distribuisci tre carte a testa” - L’ossimoro, ovvero l’accostamento di due vocaboli di significato opposto;
“Realtà Virtuale, Dolce Amaro” - La sinestesia, ovvero l’associazione di elementi appartenenti a sensi diversi;
“Dolce Melodia” - L’antonomasia, ovvero l’uso di un nome proprio come comune, di solito vengono usati nomi di personalità celebri;
“E’ un giuda” - L’anastrofe, ovvero l’inversione dell’ordine abituale delle parole;
“Allorchè all’opre femminili intenta sedeva” - L’ancoluto, ovvero l’improvvisa soluzione di continuità nella sintassi;
“Quelli che muoiono, bisogna pregare dio per loro” - L’iperbato, ovvero lo spezzamento di una locuzione solitamente unita;
“Mille di fior al ciel mandano incensi” - L’anafora, ovvero la ripetizione della stessa parola o sintagma all’inizio di frasi;
“Ho imparato a non mettermi ne’ tumulti, ho imparato a non predicare in piazza” - L’asindeto, ovvero l’accostamento di frasi e periodi senza congiunzioni;
“le palpebre di lei gonfie rosse arse” - Il polisindeto, ovvero l’accostamento di frasi con una massiccia presenza di congiunzioni;
“Volerti dimenticare! E i discorsi che ti fo! E i miei sorrisi, e la voglia di venirmi ad inginocchiare”
Figure retoriche di ordine e di significato: spiegazione ed esempi
COS'E' IL LESSICO IN GRAMMATICA
Il lessico. Il lessico è l’insieme dei vocaboli che compongono la lingua di una comunità o anche di un singolo elemento, viene chiamato anche vocabolario.
Un particolare tipo di lessico è il lessico mentale, ovvero il vocabolario immaginario nel quale sono contenute le parole che una persona utilizza per capire o comporre un messaggio.
Il lessico mentale si suddivide in:
- Lessico passivo, ovvero le parole che vengono comprese ma che non vengono utilizzate;
- Lessico attivo, ovvero le parole che si usano per la produzione di messaggi.
Il concetto di parola si divide in due rami:
- Il significante, ovvero l’aspetto grafico della parola o del messaggio;
- Il significato ovvero il contenuto della parola o del messaggio, ovvero l’idea mentale che viene associata a quel suono o a quel segno.
Le parole in genere sono composte da una radice e da una desinenza; la prima indica il vero e proprio significato della parola, mentre la seconda indica il genere e numero dell’elemento in considerazione, e in quanto queste informazioni sono di tipo prettamente grammaticale, la desinenza può essere chiamata anche morfema morfologico.
Le parole formate solo da radice e desinenza si chiamano primitive, in quanto non derivano da nessun’altra parola.
Queste parole primitive possono formare altre parole, chiamate derivate, ovvero le parole che mantengono la radice e l’area comune del significato della parola primitiva da cui derivano.