Non gridate più di Ungaretti: testo, parafrasi e analisi
Testo, parafrasi e analisi della poesia Non gridate più di Giuseppe Ungaretti (2 pagine formato doc)
NON GRIDATE PIU': TESTO DELLA POESIA
Non gridate più (1943)
Cessate d’uccidere i morti,
non gridate più, non gridate
se li volete ancora udire
se sperate di non perire.
Hanno l’impercettibile sussurro,
non fanno più rumore
del crescere dell’erba,
lieta dove non passa l’uomo.
NON GRIDATE PIU': PARAFRASI
Parafrasi.
Smettetela di uccidere (una seconda volta) i morti (con le vostre risse e i vostri fracassi) non gridate più, non gridate, se volete salvare i valori della civiltà umana se sperate di non morire. (I morti) hanno una voce fievole, impercettibile; essi non fanno più rumore dell’erba che cresce fitta e rigogliosa, dove regna il silenzio se non viene calpestata dall’uomo, portatore di distruzione.Soldati di Ungaretti: parafrasi e analisi
NON GRIDATE PIU': SIGNIFICATO
Introduzione e messaggio. Ispirato dalla Guerra fredda e dal bombardamento del Verano (cimitero romano) nell’estate del 1943, il poeta sentì il dovere di far conoscere l’odio che abitava nell’animo degli uomini sopravvissuti al conflitto. Con poche parole, Ungaretti esortò gli uomini a porre fine ai contrasti inutili e a raccogliersi in religioso silenzio, per ascoltare il messaggio di pace che proveniva dalle tombe in cui giacevano i morti. Non ascoltare la debole voce dei morti era come ucciderli un’altra volta, per non capire il loro sacrificio inutile.
Cessate di uccidere i morti: Continuare a combattere è come continuare a uccidere chi ha già perso la vita. Per i vivi l’unica possibilità di salvezza è cessare la violenza e ascoltare la dolorosa lezione dei morti.
NON GRIDATE PIU' UNGARETTI, ANALISI
Analisi. Il “non ascolto” è la causa del nostro modo, spesso aggressivo, egoista e prepotente, di gestire le relazioni con gli altri. Questo concetto è stato ampliato in questa poesia e tradotto nella causa principale delle guerre. Il vero ascolto può far sì che anche la perdita più dolorosa, diventi fonte di vita e di speranza.
Implica una visione pessimista dell'umanità: dove passa l'uomo non cresce più l'erba, l'uomo è come Attila.
Leggendo la lirica si può notare che è divisa in due parti, che trattano gli stessi argomenti, ma con due sfumature diverse:
1) La prima parte sottolinea le brutalità dell'uomo verso i suoi simili.
2) La seconda parte, invece, sottolinea la civiltà distruttrice dell'uomo, che non risparmia nessuno, ed è riconosciuta anche dalla natura.
Compaiono due concetti contrapposti: quello del grido, segno di inciviltà e ferocia, e quello del silenzio dei morti, che funge da messaggio di chi può testimoniare la dignità dell’uomo.
Collegamento con altri autori. La lirica sembra una corrispondenza d’amorosi sensi, come quella di Foscolo nei Sepolcri, tra i vivi e i morti. Ma mentre quella del Foscolo era una esortazione energica che mirava a scatenare negli uomini l’ideale patriottico, quella di Ungaretti è calma, intesa a far ragionare gli uomini sugli effetti negativi dell’odio e delle inutili guerre tra gli uomini. Le motivazioni del dialogo sono perciò diverse, dovute alla diversità delle epoche storiche a cui si riferiscono i due poeti.