Canti dell'Inferno: riassunto
Riassunto dettagliato con spiegazione dei seguenti canti dell'Inferno: canto 1, canto 2, canto 3, canto 5 e canto 6 (3 pagine formato doc)
CANTI INFERNO: RIASSUNTO
I canto inferno. Notte giovedì santo 7 aprile 1300-mattina venerdì santo 8 aprile 1300, selva oscura.
E’ il prologo della Commedia. Dante smarrito in una selva oscura, a metà della sua vita (35 anni), trascorre la notte, prova a raggiungere il colle delle beatitudine, ma è rimandato indietro prima dalla lince e successivamente del leone e poi dalla lupa. Dante chiede aiuto a qualcuno e gli si presenta Virgilio, che gli annuncia che lo guiderà nei tre regni dell’aldilà; questi gli dice di riprendere il cammino verso il colle della beatitudine, ma Dante dovrà cambiare strada o la lupa lo ucciderà, fino a che un cane da caccia non ucciderà la lupa e la rimanderà nell’inferno. Dante accetta e inizia il viaggio. Le tre fiere rappresentano i tre vizi maggiori dell’uomo: il leone la superbia, la lonza la lussuria e la lupa la cupidigia (o avarizia). Questi sono appunti i vizi che l’uomo, in un periodo di grande crisi spirituale e politica, deve fronteggiare e battere, grande all’aiuto della ragione umana, rappresentata da Virgilio.Inferno: gironi e struttura | Canto 1: analisi, parafrasi, figure retoriche | Canto 2: parafrasi, commento e figure retoriche | Canto 3: parafrasi, commento e figure retoriche | Canto 5: parafrasi, commento e figure retoriche del canto di Paolo e Francesca | Canto 6: testo, parafrasi e figure retoriche | Canto 10: testo, parafrasi e figure retoriche | Canto 13: testo, parafrasi e figure retoriche | Canto 22: testo, parafrasi e figure retoriche | Canto 26: testo, parafrasi e figure retoriche del Canto di Ulisse | Canto 33: testo, parafrasi e figure retoriche |
DANTE INFERNO CANTO 1
Egli nella Commedia si configura come l’auctoritas, cioè il modello da seguire e appoggiarsi, per Dante; egli in quanto pagano e abitatore del limbo non potrà accompagnare Dante oltre al purgatorio, quindi nel paradiso Dante sarà accompagnato da Beatrice. Il veltro, nell’attività venatoria “cane da caccia”, è un riformatore spirituale che deve sconfiggere la cupidigia e portare l’umanità sulla retta via. Si pensa che sia un imperatore (Dante richiama prima e Scipione e poi un condottiero), ma le ipotesi sono molteplici:
- uno proveniente tra le città di Feltre e Montefeltro;
- feltro in panno povero, quindi una persona umile;
- Cristo;
- gli ordini mendicanti;
- Cangrande della Scala.
Divina commedia Inferno: riassunto per canti
DIVINA COMMEDIA INFERNO RIASSUNTO CANTO 2
II canto inferno. Tramonto venerdì santo 8 aprile 1300, pendio tra selva oscura e collo luminoso. E’ il proemio dell’inferno. Dante si accinge a riprendere il cammino e dopo aver invocato le muse (sono divinità e nove sorelle, figlie di Giove e Mnemosine, difendevano le arti e la musica) per chiamare a sé l’ispirazione divina, è assalito da atroci dubbi. Precedentemente erano stati nell’aldilà Enea, in quanto progenitore di Roma e del suo Impero, e san Paolo per rafforzare la fede cristiana che è determinante per la salvezza umana. Dante come umile peccatore, con la ragione la teologia, e l’umanità possono raggiungere la salvezza umana; ma è assalito dai dubbi di essere presuntuoso se compiesse questo viaggio e vorrebbe rinunciare a questo. Virgilio gli illustra però come proprio Beatrice sia giunta a lui nel Limbo, lei era eterea ed angelicata, per chiarirgli alcuni dubbi teologici e rivela l’intervento della Madonna stessa tramite santa Lucia. Le tre donne rappresentano le tre Grazie (aiuto gratuito mandato da Dio all’uomo per condurlo alla salvezza): la Madonna la Grazia preveniente (precede le azioni dell’uomo facendogli conoscere le bontà divina), Lucia la Grazia illuminante (illumina l’uomo sulle realtà soprannaturali) e Beatrice la Grazia operante (giuda l’uomo al bene, operando in esso). Le tre Grazie si opponevano perfettamente alle tre fiere del I canto. A questa punto Dante riprende il suo cammino.
Divina commedia Inferno canto 3: riassunto
DIVINA COMMEDIA INFERNO CANTO 3
III canto inferno. Sera del venerdì santo 8 aprile 1300, antinferno. Dante giunge davanti a una porta in cui sull’iscrizione sono presenti le caratteristiche del luogo, regno dell’eterno dolore senza speranza. Dante confortato da Virgilio entra ed ode, immerso nelle tenebre, lamenti, gemiti, bestemmie, imprecazioni a tal punto da essere indotto al pianto. Virgilio spiega a Dante che quelle sono le anime degli ignavi, cioè coloro che non sono accusati né di infamia né di lode, non prendono una posizione nella vita; e poi ci sono le schiere di angeli che in occasione della ribellione di Lucifero a Dio non hanno preso posizione da nessuna parte. Tra gli ignavi Dante riconosce anche “colui che fece per viltade il gran rifiuto” , l’idea più plausibile è che il personaggio di cui parla è Celestino V, il quale fu eletto papa nel 1294 e solamente dopo cinque mesi abdicò, la condanna da parte di Dante sta nel fatto che il papa avrebbe rinunciato alle sue responsabilità (altre ipotesi: Esaù, Ponzio Pilato, Ottone III, Giano della Bella,ecc.).