Il pensiero di Giacomo Leopardi: riassunto
La natura benigna, Il pessimismo storico, La natura malvagia, Il pessimismo cosmico, L'Infinito nell'immaginazione, Il bello poetico, Antichi e moderni, Il classicismo romantico di Leopardi, Leopardi, il Romanticismo italiano ed europeo, I canti e le opere di Leopardi. Riassunto della poetica e il pensiero di Giacomo Leopardi (7 pagine formato doc)
IL PENSIERO DI GIACOMO LEOPARDI: RIASSUNTO
Il pensiero di Giacomo Leopardi.
La natura benigna
Al centro del pensiero di Giacomo Leopardi c’è un motivo pessimistico: l’infelicità dell’uomo. Riprendendo il pensiero settecentesco e sensistico, egli identifica la felicità con il piacere, sensibile e materiale.
Secondo lui, l’uomo aspira ad un piacere infinito, per estensione e per durata, ma nessuno dei piaceri goduti dall’uomo può soddisfare queste esigenze: ecco così il senso di insoddisfazione perpetua, l’infelicità dell’uomo, il senso della nullità di tutte le cose.
Leopardi sottolinea che ciò va inteso non in senso religioso e metafisico, ma in senso puramente materiale.
La natura, che nella prima fase è concepita come madre benigna, ha sopperito all’infelicità dell’uomo offrendogli come rimedio l’immaginazione e le illusioni.
PENSIERO DI LEOPARDI
Il pessimismo storico. La prima fase del pensiero di Giacomo Leopardi è basata sull’antitesi tra natura e ragione, fra antichi e moderni.
Gli antichi, nutriti di generose illusioni erano capaci di azioni eroiche, erano più forti, migliori di noi sia nella vita civile, sia nella vita culturale. Il progresso della civiltà e della ragione, spegnendo le illusioni ha reso i moderni infelici. La colpa dell’infelicità attuale è quindi dell’uomo stesso che si è allontanato dalla via indicata dalla natura benigna.
Il pensiero di Giacomo Leopardi, riassunto
GIACOMO LEOPARDI VITA E OPERE
Leopardi critica fortemente la civiltà contemporanea (tempo della restaurazione) miseramente decaduta dalla grandezza del passato. Nasce di qui la tematica civile e patriottica delle prime canzoni leopardiane e l’atteggiamento titanico che si erge solitario a sfidare il fato maligno. È questa la fase del pessimismo storico. Per altro la felicità degli antichi secondo Leopardi era solo relativa, frutto di illusioni di un provvidenziale inganno. Ecco perché il pessimismo di Leopardi si può dire cosmico.
GIACOMO LEOPARDI PESSIMISMO
La natura malvagia. La riflessione di Leopardi lo porta però a pensare che la natura mira alla conservazione della specie più che al bene dei singoli individui; egli deduce che il male rientra nel piano stesso della natura, che la natura stessa ha messo nell’uomo il desiderio di felicità senza dargli gli strumenti per soddisfarlo.
Il un primo tempo, Leopardi attribuisce la responsabilità del male al fato, proponendo una concezione dualistica: natura benigna contro fato maligno. Ma ben presto rovescia la sua concezione della natura, che da benigna si trasforma in malvagia.
Il travaglio di questa modifica di pensiero è testimoniato dallo “Zibaldone”. La natura non è più madre amorosa, ma un meccanismo cieco e crudele in cui la distruzione degli esseri è essenziale perché gli individui devono perire per consentire la conservazione del mondo.