Riassunto sul seicento nei Promessi Sposi
breve riassunto che descrive il periodo del seicento de I promessi sposi di Alessandro Manzoni. Il Seicento, secolo in cui è ambientata l'opera, si riflette nei personaggi ed è quindi una figura portante dell'intero romanzo (1 pagine formato doc)
Riassunto sul seicento nei Promessi Sposi - Alcuni critici (e in particolare il Russo) sostennero, non a torto, che il vero protagonista del romanzo manzoniano è tutto un secolo, il Seicento.
Ogni personaggio, infatti, deve qualche cosa al tempo nel quale vive, poiché gli usi, le consuetudini, le leggi, la morale di u determinato periodo contribuiscono al modo di vivere dei singoli e ne determinano le azioni.
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Il Manzoni, in cui il gusto della storia diventa spesso gusto pittorico, non si limita a far vivere i suoi personaggi sul piano puramente fantastico, ma riflette in essi tutta la vita del secoli, considerata sotto ogni suo aspetto, storico, politico, sociale, letterario, filosofico, e via dicendo. Il seicento diventa in tal modo, l'atmosfera, l'humus, il tono, nel quale i personaggi tutti, grandi e piccoli, vivono e agiscono.
Il romanzo inizia con una introduzione, nella quale l'autore dichiara su aver rinvenuto la storia He egli si propone di narrare, nel "dilavato e graffiato" manoscritto di un Anonimo del Seicento, che egli riporta in parte, offrendoci una gustosa e talvolta maliziosa parodia dello stile seicentesco.
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Questo stratagemma, che rivela fin dall'inizio l'intento dell'autore di mantenere fede alla verità storica, gli permette non solo di avallare ogni suo pensiero o giudizio personale, ma anche di immettere lettore nel mondo storico del seicento, facendogli respirare, fin dall'inizio, un poco di quella greve, ma nello stesso tempo inconsistente atmosfera.
Ci si domanda come mai il religioso Manzoni abbia prescelto proprio un periodo di storia, nel quale meno che in altri era vivo lo spirito religioso, evangelicamente intenso, mentre ogni sentimento era soffocato da un pletorico amore di esteriorità, da una pompa barocca, nella quale imparano due subdole divinità, il puntiglio e l'orgoglio.
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Il Manzoni avverte le mancherebbe e il guasto morale del secolo, e per questo contrappone alla vacua società di nobili, di aristocratici, di funzionari pubblici, il mondo più schietto, genuino e semplice degli umili, perché la storia che si dispone a trattare non riguarda direttamente principi o grandi personaggi, ma quella categoria di persone che, per decreto evangelico, è l'unica vera candidata alla salvazione.