Canto 26 Inferno: analisi del testo
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Analisi del personaggio di Ulisse di Dante Alighieri nel canto 26 dell'Inferno (1 pagine formato doc)
CANTO 26 INFERNO: ANALISI DEL TESTO
26° canto dell’inferno Dante: analisi del testo. Il canto 26 dell'Inferno si trova nell’ottava delle malebolgie(ottavo girone dell’inferno)in cui sono puniti i consiglieri fraudolenti, coloro che utilizzarono l’ingegno ai fini del male non per mero interesse, ma per sconfiggere i nemici e dare lustro alla propria patria . Dopo l’apostrofe a Firenze, in cui egli rimprovera i fiorentini della loro grande presenza in tutti i giorni dell’inferno, troviamo due metafore lì poste come ad isolare l’episodio di Ulisse da un clima gretto e infernale. La prima è di carattere popolare: descrive un contadino che durante la stagione estiva si concede un momento di riposo e vede giù per la valle una moltitudine di lucciole; queste rappresentano le fiamme che Dante vede affacciandosi nell’ottava bolgia. Invece la seconda metafora è di carattere biblico e fa riferimento all’episodio del profeta Elia che viene rapito in cielo e ci mostra la visuale del suo compagno Eliseo, che vede allontanarsi lui trainato dal carro di buoi tutto avvolto da una fiamma, così ogni peccatore è avvolto da una lingua di fuoco che lo nasconde alla vista altrui. Mentre la prima ci dà uno sguardo d’insieme la seconda metafora evidenzia come ogni peccatore sia avvolto da una fiamma.CANTO 26 INFERNO: CONTRAPPASSO
Questa pena segue la legge del contrappasso, infatti i consiglieri fraudolenti nel corso della loro vita utilizzarono la loro lingua e la loro astuzia ai fini del male, così ora sono pervasi da questo fuoco interno che è simbolo dei loro inganni. Un’altra spiegazione della scelta dell’Alighieri che si rifà più al suo spirito classicista è la somiglianza delle parole latine “calliditas” astuzia e “caliditas” calore, che potrebbero aver portato il poeta a collegare i due aspetti.Tra le tante lingue infuocate Dante ne nota una in particolare, biforcuta, in cui, come saprà da Virgilio, sono condannati Ulisse e Diomede, che agirono insieme, ma come si può facilmente intuire dal fatto che la biforcazione di Ulisse è più lunga egli fu la mente dei raggiri e Diomede il braccio.