Sallustio: vita e opere

Riassunto della vita e le opere di Sallustio (1 pagine formato doc)

Appunto di kippel

SALLUSTIO VITA E OPERE

Sallustio - vita e opere - Sallustio - vita - Gaio Sallustio Crispo fu uno dei più grandi storici latini della prima metà del I sec.

a.C. Nacque ad Amiterno (vicino L'aquila) nell'86 a.C. e morì tra il 35 e il 34 a.C. Egli era uno di quegli uomini definiti “novi” poiché, nonostante non fosse di nobili origini, seguì il “cursus honorum”. Divenne ben presto amico di Cesare, il quale gli offrì sempre protezione.
Nel 50 a.C. venne espulso dal senato per indennità sociale (forse per una tresca) ma grazie a Caio Giulio Cesare se la cavò senza troppi problemi. Partecipò al “bellum africum” a fianco di Cesare contro i pompeiani. Tramite l'amicizia con Cesare, ottenne persino delle mansioni militari anche se non era abile nell'arte della guerra e fu nominato governatore della provincia romana d'Africa.

SALLUSTIO VITA E OPERE RIASSUNTO

Divenne ricchissimo tramite l'incasso di tangenti a destra e a manca, al punto da farsi costruire una lussuosissima villa nel cuore di Roma (gli orti sallustiani). Nel 44 a.C., alla morte di Cesare, Sallustio si ritirò a vita privata e si dedicò a scrivere. Il periodo più fecondo per la sua scrittura va dal 44 a.C. alla sua morte. -opere- Compose due opere monografiche: “De Catilinae coniuratione” (intitolato anche in modo diverso), e “Bellum Iugurtinam” (che tratta della guerra contro Giugurta attaccato dai romani sotto il potere di Mario.) e un'opera storica : “le Historiae”. De catilina coniuratione: opera che tratta di fatti avvenuti nel 93 a.C., quando Cesare venne bloccato da Cicerone. Bellum Iugurtinum: Sallustio tratta il tema della guerra abbandonando il metodo storiografico annalistico. Sallustio compose queste due opere perché credeva che gli argomenti trattati fossero emblematici dal momento che riassumevano certe situazione che diventavano essenziali per comprendere il periodo storico.

Sallustio: vita, opere e stile

SALLUSTIO VITA E OPERE SCHEMA

Gli attaccò la corruzione e l'avidità di ricchezza della classe dirigente romana. Affermò: “Se Roma è arrivata ai suoi tempi allo stato di crisi politica-istituzionale, tutto ciò è dovuto al fatto che la classe dirigente romana era una classe corrotta e avida di denaro”. Nel “De Catilina coniuratione” egli prende spunto da un episodio grave come la congiura di catilina (nobile squattrinato, depravato e avido di potere che impegna la sua avidità a danno della repubblica, così lo definisce) per stilizzare il nobile romano avaro di potere e indicato come uomo simbolo della caduta della repubblica. Egli nell'opera fa degli excursus, i principali sono due ma uno in particolare occupa 10 capitoli, dal 6 al 13 e ivi tratta del momento in cui, secondo lui, Roma iniziò il cammino verso l'avarizia e la corruzione: quando venne meno il “metus hostis” : paura del nemico (con l'inizio delle guerre d'attacco, come quella di Cartagine). Nei capitoli 8-10 si ispira a Tucitide (guerre del Peloponneso).