Seneca: riassunto opere

SENECA: RIASSUNTO OPERE

Dialoghi: sviluppati generalmente attraverso la forma della diatriba, l’opera raccoglie scritti inerenti argomenti della filosofia stoica(il saggio che deve raggiungere la virtù, la brevità della vita, l’inevitabilità della morte) scritti durante tutta la vita.

Consolationes: genere diffuso in Grecia attraverso cui si consolano persone che avevano subito un lutto che presenta una varietà di temi stabilita: fragilità vita, imminenza morte, fugacità del tempo. Sono 3: Ad Marciam risalente al principato di Caligola per consolare la figlia dello storico Cordo per la morte del figlio. Le altre 2 risalgono all’esilio in Corsica: Ad Helviniam matrem nella quale rasserena la madre scrivendole della positiva possibilità dell’otium contemplativo e Ad Polybium, che con la scusa di consolare un liberto di Claudio per la morte del fratello, finisce per adulare l’imperatore.

Seneca: riassunto della vita e opere

SENECA: RIASSUNTO PENSIERO

De ira: si tratta di 3 libri in cui vengono analizzate le passioni nei loro meccanismi di funzionamento , dando dei consigli per inibirle. L’opera è indirizzata al fratello Novato come anche il De vita beata: qui, per difendersi dalle accuse di ipocrisia che gli venivano mosse, afferma che le ricchezze non contrastano affatto con il raggiungimento della virtus ( nemo sapientiam paupertate damnavit), l’importante è non farsi possedere dai bene materiali; è inoltre lontano dal cinico asociale. Trilogia dedicata all’amico Sereno: De constantia sapientis che mette in luce imperturbabilità del saggio stoico che riesce a superare le difficoltà grazie alla sua tenacia; De tranquilliatte animi in cui la partecipazione del saggio alla vita politica viene vista in termini di aiuto alla comunità; mentre per Epicuro ostacolava l’atarassia, per Seneca il saggio non deve essere asociale, ma non si deve lanciare nella tumultuosa vita politica.

Seneca: riassunto vita e pensiero

SENECA: RIASSUNTO VITA E OPERE

Nel De otio corregge poi tale visione sostenendo la piena contemplazione perché capisce che con la propria partecipazione alla politica non può giovare alla comunità. De brevitate vitae: risponde a quelli che lamentano la fugacità del tempo che la vita non è breve, ma sono gli uomini a viverla male senza afferrarne l’essenza; gli occupati preoccupati come sono in cose non utili per il raggiungimento della virtus; i disoccupati invece grazie all’otium contemplativo possono raggiungerla(ma senza lavorare come fanno?).
De Clementia: espone qui la sua concezione del potere affermando di voler creare un connubio fra filosofia e principato: questo non viene rifiutato perché adatto al momento storico e perché anzi dà ragione del logos della filosofia stoica del cosmopolitismo(il potere unico svolge un ruolo unificante dei molti popoli che formano l’impero).