Giuseppe Ungaretti: poesie. Parafrasi e commento delle più famose

Poesie di Giuseppe Ungaretti: parafrasi e commento delle più famose, tra cui Veglia, Fratelli, San Martino del Carso, Soldati

Giuseppe Ungaretti: poesie. Parafrasi e commento delle più famose
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Giuseppe Ungaretti

Quali sono le poesie più famose di Giuseppe Ungaretti?
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Giuseppe Ungaretti è spesso collocato all'interno della corrente letteraria dell'Ermetismo, sviluppatasi in Italia nella prima parte del Novecento. Ciò non è del tutto corretto, perché Ungaretti non si è mai identificato con questo tipo di corrente, pur essendone stato un precursore.

Il termine ermetismo significa "perfettamente chiuso", ma anche "arcano, misterioso". Infatti, le poesie ermetiche sono molto scarne di spiegazioni e di descrizioni, ma sono piene di significati profondi.

L’ermetismo si divide in due generi: la poesia delle cose quotidiane e la poesia evocativa. La prima descrive cose abituali, spiegandole con termini inusuali, esprimendo pensieri e sentimenti. A volte è ispirata a pensieri autobiografici, legati ai luoghi d’infanzia del poeta.

La seconda tendenza è composta da piccole liriche che cercano nell’espressività delle immagini, la potenza evocativa per creare atmosfere e stati d’animo.

La poesia di Ungaretti e le somiglianze con quella ermetica

Alcuni tratti tipici dell'Ermetismo sono riscontrabili anche nelle opere di Ungaretti:

  • È presente la ricerca della musicalità e sonorità, espresse attraverso tecniche di assonanza, di allitterazione, e di ritmi metrici particolari.
  • La parola è essenziale, e deve rappresentare molti significati.
  • Si rilevano inoltre contrasti tra i significati di parole, tipica tecnica dell’ossimoro, che accosta significati antitetici, creando suggestioni profonde.

Le poesie di Ungaretti sono molto diverse da quelle degli altri poeti. Esse, infatti, sono molto brevi, a volte composte da una sola frase, mancano di punteggiatura ed è molto importante il titolo.

La mancanza della punteggiatura dà alla poesia un senso di dolore. Anche gli spazi tra una strofa e l’altra sono importanti: danno alla poesia un ritmo simile ad un singhiozzo. Il titolo, nelle poesie ermetiche, è molto importante. In esse, infatti, è racchiuso tutto il significato della poesia, e, a volte, ne è racchiusa la morale. Pur non essendo un ermetico in senso stretto, Ungaretti presenta nelle sue poesie tutti questi elementi.

Ungaretti: poesie

Vediamo di seguito i testi e le parafrasi delle principali poesie di Giuseppe Ungaretti. Ove possibile, inseriremo anche un breve commento.

Veglia

Un’intera nottata
Buttato vicino
A un compagno
Massacrato
Con la sua bocca
Digrignata
Volta al plenilunio
Con la congestione
Delle sue mani
Penetrata
Nel mio silenzio
Ho scritto
Lettere piene d’amore
Non sono mai stato
Tanto
Attaccato alla vita

Cima Quattro il 23 Dicembre 1915

Parafrasi

Ho passato tutta la notte vicino ad un compagno morto, con la bocca aperta in un ghigno di sofferenza che guarda la luna, con il gonfiore delle mani che tormenta il poeta, scrive lettere piene d’amore. Non sono mai stato tanto legato alla vita.

Commento

In questa poesia, il poeta esprime il suo pensiero riguardo la guerra e la vita. Nella prima parte descrive il suo compagno morto, ed esprime il suo parere sulla guerra. Nella seconda parte Ungaretti scrive che la vita è importante.

La poesia è corta e senza rime, ed è costituita da versi che non hanno la stessa lunghezza.

Fratelli

Di che reggimento siete
Fratelli?
Parola tremante
Nella notte
Foglia appena nata


Nell’aria spasimante
Involontaria rivolta
Dell’uomo presente alla sua
Fragilità
Fratelli

Mariano il 15 Luglio 1916

Parafrasi

Di che reggimento siete fratelli? La parola fratelli trema nella notte. La parola fratelli esprime un desiderio di pace, nell’aria piena di sofferenza degli uomini. Spontanea rivolta alla guerra dell’uomo con la sua debolezza. Fratelli.

Commento

Nella poesia, Ungaretti esprime la sua sofferenza e amarezza per la sua condizione di soldato; Infatti, la parola fratelli è un augurio di pace ed esprime la speranza che la guerra finisca

San Martino del Carso

Di queste case
Non è rimasto
Che qualche
Brandello di muro
Di tanti
Che mi corrispondevano
Non è rimasto
Neppure tanto
Ma nel cuore
Nessuna croce manca
È il mio cuore
Il paese più straziato

Valloncello dell’albero isolato il 27 Agosto 1916

Parafrasi

In questo paese le case sono distrutte. Le persone che vivevano nel paese sono morte o mutilate. Ma il ricordo di tutti è fissato nel mio cuore.

Commento

In questa poesia, il poeta esprime il suo pensiero riguardo la guerra e la vita. Nella prima parte descrive il suo compagno morto, ed esprime il suo parere sulla guerra. Nella seconda parte Ungaretti scrive che la vita è importante.

La poesia è corta e senza rime, ed è costituita da versi che non hanno la stessa lunghezza.

Soldati

Si sta come
D’autunno
Sugli alberi
Le foglie

Bosco di Courton Luglio 1918

Parafrasi

I soldati sono fragili come le foglie in autunno.

Commento

Anche se la poesia è breve, Ungaretti riesce ad esprimere la condizione di soldato. Egli paragona infatti il soldato ad una foglia d’albero in autunno: basta un colpo di vento per farla morire, così come basta un colpo di fucile a far cadere il soldato.

In dormiveglia

Assisto la notte violentata
L’aria è crivellata
Come una trina
Dalle schioppettate
Degli uomini
Ritratti
Nelle trincee
Come le lumache nel loro guscio
Mi pare
Che un affannato
Nugolo di scalpellini
Batta il lastricato
Di pietra di lava
Delle mie strade
Ed io l’ascolto
Non vedendo
In dormiveglia

Valloncello di Cima Quattro il 6 Agosto 1916

Parafrasi

Assisto la notte profanata dagli spari. L’aria è trapassata come un pizzo dagli spari degli uomini in trincea. Come le lumache sembra che molti spari battano la pietra di lava delle strade. E io lo ascolto e basta, dato che sono in dormiveglia.

Commento

La poesia è molto suggestiva, soprattutto per la presenza di numerose metafore. Quella che mi fa pensare di più è:

"Degli uomini / Ritratti / Nelle trincee / Come le lumache nel loro guscio"

Induce a riflettere perché paragona i soldati alle lumache, che hanno come casa il loro guscio, così come i soldati hanno per casa la trincea.

Non gridate più

Cessate di uccidere i morti,
Non gridate più, non gridate
Se li volete udire,
Se sperate di non perire.
Hanno l’impercettibile sussurro,
Non fanno più rumore
Del crescere dell’erba,
Lieta dove non passa l’uomo.

Parafrasi

Smettetela di odiare i morti, Non gridate più, non gridate. L’unica speranza di non morire, L’unico modo per essere uomini, è ritrovare la pietà e il perdono, e mettere da parte l’odio, e ascoltare l’insegnamento dei morti.

Hanno un sussurro debole, Non fanno più rumore Del crescere dell’erba. Felice dove non passa l’uomo, perché porta solo distruzione.

Commento

L’argomento della poesia è l’odio scatenato dalla guerra, che continua a crescere. Gli uomini odiano ancora le loro vittime, e le uccidono ancora, mentre invece dovrebbero stare zitti e ascoltare il loro messaggio, che è debole, per avere una possibilità di salvezza.

Ho amato molto la poesia, in particolare la metafora dell’erba, silenziosa nel suo crescere così come silenzioso è il monito che ci arriva dalle vittime della guerra.

Natale

Non ho voglia
Di tuffarmi
In un gomitolo
Di strade
Ho tanta
Stanchezza
Sulle spalle
Lasciatemi così
Come una
Cosa
Posata
In un
Angolo
E dimenticata
Qui
Non si sente
Altro
Che il caldo buono
Sto
Con le quattro
Capriole
Di fumo
Del focolare

Napoli il 26 Dicembre 1916

Parafrasi

Non ho voglia Di andare per le strade confusionarie. Sono stanco, lasciatemi solo come un oggetto dimenticato in un angolo. Qui sono al caldo, sono vicino al calore del camino.

Commento

La poesia è stata scritta durante un permesso. L’opera parla della tristezza del poeta, ancora impressionato dalla guerra. Ungaretti frantuma i versi per dare l’impressione di un singhiozzo.
Questo ritmo crea infatti tristezza e raggela l’animo del lettore, il che contrasta con l’immagine del caminetto, il quale più che calore sembra evocare fredde emozioni.

Sereno

Dopo tanta
Nebbia
A una
A una
Si svelano
Le stelle
Respiro
Il fresco
Che mi lascia
Il colore del cielo
Mi riconosco
Immagine
Passeggera
Presa in un giro
Immortale

Bosco di Courton Luglio 1918

Parafrasi

Dopo la nebbia compaiono le stelle. Respiro l’aria fresca del cielo. Mi rendo conto di essere un passeggero nel ritmo immortale.

Commento

La poesia parla della natura e della poca importanza dell’uomo nel mondo.
La lunghezza dei versi è varia; questi sono raggruppati in strofe. I versi sono liberi, la punteggiatura è completamente assente e le parole sono semplici.

In memoria

Si chiamava
Moammed Sceab
Discendente
Di emiri di nomadi
Suicida
Perché non aveva più
Patria
Amò la Francia
E mutò nome
Fu Marcel
Ma non era Francese
E non sapeva più
Vivere
Nella tenda dei suoi
Dove si ascoltava la cantilena
Del Corano
Gustando un caffè
E non sapeva
Sciogliere
Il canto
Del suo abbandono
L’ho accompagnato
Insieme alla padrona dell’albergo
Dove abitavamo
A Parigi
Dal numero 5 della rue des
Carmes
Appassito vicolo in discesa
Riposa
Nel camposanto d’Ivry
Sobborgo che pare
Sempre
In una giornata
Di una
Decomposta fiera
E forse io solo
So ancora


Che visse

Parafrasi

Si chiamava Moammed Sceab
Figlio di emiri arabi
Si suicidò perché non aveva più una patria
Amò la Francia e si cambiò il nome in Marcel
Ma non era francese e non riusciva più a vivere nella tenda dei suoi genitori
E non sapeva paralre della sua sofferenza
Ho accompagnato Marcel al cimitero
Con la padrona dell’albergo dove abitavamo a Parigi
Al numero 5 di rue des Carmes
Un vicolo povero in discesa
Riposa nel cimitero di Ivry
Sobborgo sempre disordinato
Come in un giorno di mercato
E solo io sapevo che visse

Commento

Ungaretti parla di un suo amico arabo di nome Moammed. Egli emigrò in Francia e si cambiò il nome in Marcel. Ma era triste, e non parlandone, si suicidò, per ritrovare se stesso.
La poesia esce dallo schema classico dell’ermetismo, perché è molto lunga.

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