I Vociani e Dino Campana: riassunto
Chi sono i vociani? Riassunto sui Vociani e sulla vita e opere di Dino Campana (1 pagine formato doc)
I VOCIANI E DINO CAMPANA: RIASSUNTO
I vociani.
Con “vociani” si indicano alcuni scrittori che collaborano alla rivista La Voce. Ne fanno parte personalità molto diverse tra loro ma che hanno in comune delle esigenze di fondo, tra le quali esprimere una letteratura svincolata dalla tradizione accademica, nel quale si riflettano inquietudini e problemi dell’uomo contemporaneo.Utilizzano il verso libero abitualmente ed è per questo che si possono definire i primi esponenti della “lirica italiana”, intesa come ricerca esistenziale delle esigenze dell’io. Adottano anche il “poemetto in prosa” (unione di poesia e prosa).
Si affermano con la “poetica del frammento” cioè del componimento breve (dall’espressione molto significativa) che accentua il carattere lirico dell’esperienza letteraria costruita non su schemi prestabiliti ma ritagliata su una misura soggettiva e interiore.
Dal Decadentismo colgono l’aspetto simbolico - analogico ed esistenziale. Rifiutano invece l’edonismo e l’estetismo compresa la variante superomistica.
I vociani si propongono una ricerca di valori spirituali e morali che testimoniano l’esigenza di forte impegno e partecipazione civile (così trovano l’elemento di congiunzione tra anima letteraria e anima politica).
Tra gli esponenti più importanti:
- Camillo Sbarbaro (proietta nel suo paesaggio ligure un’aridità e sofferenza esistenziale)
- Clemente Rebora (ne “I Frammenti lirici” traspare una sofferta ricerca della verità con impietosa concretezza del linguaggio espressionistico)
- Dino Campana (vive nella dimensione del simbolismo allucinato e visionario).
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DINO CAMPANA RIASSUNTO
Dino Campana (1885 – 1935).
Vita. Originario di Marradi (Firenze), accusa fin dall’adolescenza dei turbamenti psichici.Inizia la facoltà di Chimica a Bologna ma la abbandona in seguito al primo internamento e intraprende una serie di vagabondaggi in Italia e in Europa.
Nel 1914 pubblica a sue spese i “Canti orfici” e ne vende copie per la strada e per i caffè.
Allo scoppia della prima guerra mondiale vorrebbe partire come volontario ma viene riformato.
Seguono altri viaggi alternati a un nuovo ricovero e a una storia d’amore tumultuosa con Sibilla Aleramo che preannuncia, nella sua drammatica evoluzione, l’ultimo e definitivo internamento nel manicomio di Castel Pulci dove resterà fino alla morte.
Tra le altre opere:
- Inediti
- Versi sparsi (liriche)
- Dei Taccuini
- Delle Lettere (molte per Sibilla Aleramo)