Divina commedia di Dante: riassunto
Perchè Dante scrive la Commedia? Qual è il suo significato? Cosa racconta dei suoi personaggi? Breve riassunto della Divina commedia di Dante Alighieri, discorso sul valore della letteratura e come la letteratura salva la vita (3 pagine formato doc)
DIVINA COMMEDIA, RIASSUNTO
Perchè Dante scrive la commedia? Dante rappresenta l’umanità, cioè una condizione di crisi del suo tempo, determinata da una società in cui si afferma sempre più un interesse particolare rispetto al bene collettivo.
In primo luogo lui deve attraversare l’inferno, quasi a dire che per potersi salvare è necessaria la conoscenza del male. Senza l’esperienza del male non è possibile conquistarsi la salvezza. L’opera stessa si oppone al caos, violenza al disordine da cui parte Dante, perchè è L’OPERA PERFETTA.SIGNIFICATO DELLA DIVINA COMMEDIA
Dante la autodefinisce come POEMA SACRO. Dante costruisce la sua opera basandosi sul numero 3, in quanto numero perfetto. Il numero 3 è perfetto perchè è il numero con il quale noi ci relazioniamo ogni giorno (lo spazio che ci circonda 3 dimensioni, il tempo lo misuriamo con il passato, presente, futuro, quindi 3 dimensioni). Non soltanto si riferisce al divino, ma consente a Dante di costruire un mondo tridimensionale in un certo senso.
L’opera si divide in 3 parti, racconta di 3 regni ultramondani, ciascuno divisibile in 9 parti (9+1). L’inferno 9 cerchi più l’anti inferno, il paradiso 9 cieli più l’empirio (la sede di Dio).
Ogni cantica si compone di 33 canti. 3 terzine incatenate, in terza rima.
Opera perfetta, armonica, nimericamente compiusa che rappresenta un universo perfetto con la terra sistemata in mezzo, i cieli che ruotano intorno alla terra mossi dall’Amore. La terra è rappresentata in modo simmetrico: l’ordine del poema contro il disordine della storia.
Divina commedia: struttura
DIVINA COMMEDIA, PERSONAGGI
Cosa Dante racconta dei suoi personaggi? La loro storia, la parte più significativa della loro vita, ciò che ne definisce l’essenza. Nel caso di Francesca il bacio, nel caso di Ulisse l’ultimo viaggio, nel caso del conte Ugolino il momento in cui forse preso dalla follia si è nutrito della carne dei morti.
Ci restano in testa i personaggi e il sistema dei supplizi costruito con il sistema del CONTRAPPASSO (dal latino contra e patior, “soffrire il contrario”) al peccato corrisponde una pena uguale o contraria, che diventa subito chiaro se noi pensiamo ai lussuriosi, cioè Paolo e Francesca, quelli che sono stati trasportati dalle passioni unite, sono puniti in morte volando, essendo trascinati da una tempesta infernale. È la stessa ragione per cui i violenti che hanno scosparso il sangue del prossimo, gli assassini, sono puniti essendo immersi nel Flegetonte, che è un fiume di sangue bollente. Così come gli adulatori sono immersi nello sterco. Così come gli indovini, cioè quelli che avevano la pretesa di guardare troppo avanti nel tempo, sono puniti essendo obbligati a camminare con la testa ritorta all’indietro. Poi gli invidiosi del purgatorio che hanno le palpebre chiuse, sono obbligati a camminare sorregendosi a vicenda per contrasto, quelli che erano stati invidiosi del prossimo hanno bisogno del prossimo.