Tito Livio: biografia, Ab Urbe Condita e stile
Biografia di Tito Livio, caratteristiche e tematiche dell'opera Ab Urbe Condita e stile (2 pagine formato doc)
TITO LIVO: BIOGRAFIA, AB URBE CONDITA E STILE
Tito Livio nacque a Padova nel 59 A.C.; alterna soggiorni a Roma con periodi in cui ritorna a Padova, dove morirà nel 17 A.C.; non partecipò mai alla vita pubblica, anche perché dal 27/25 A.C. fu impegnato nella stesura della sua opera: gli Ab urbe condita libri.In essa egli espone la storia di Roma dagli albori fino al contemporaneo, riprendendo le opere di Sallustio e Catone.
In tutto l'opera è costituita da 142 libri (divisi in decadi), ma si pensa che il progetto comprendesse 150 libri, per arrivare fino alla morte di Augusto.
Tito Livio: vita, opere e i rapporti con Augusto
TITO LIVIO: STORIA DI ROMA
L'opera. Nell'approccio alla storiografia Livio si contraddistingue molto da Sallustio, che critica, e ritorna al modello annualistico (trattazione anno per anno dei fatti accaduti).
La divisione dell'opera, motivo della sua ampia perdita, era probabilmente in decadi.
La narrazione liviana presenta uno stile simile a quello di Catullo, che si allarga sempre di più avvicinandosi al contemporaneo; ciò è dovuto alle aspettative del pubblico, il quale è più interessato alle vicende recenti rispetto a quelle passate (tendenza che Livio ribadisce anche nella praefatio).
Le fonti utilizzate da Livio per scrivere quest'opera sono numerose:
- per la prima decade poteva utilizzare solo gli annalisti (e mostra preferenza per i più recenti)
- per le altre utilizza, oltre agli annalisti, anche Polibio (uno storico greco) da cui riprende soprattutto la visione unitaria del mondo mediterraneo e quello ellenistico, e i legami tra Roma e la Grecia
- sporadico è invece l'utilizzo di Catone
TITO LIVIO RIASSUNTO
Molto importante è però il modo in cui Livio utilizza queste fonti: egli non sembra vagliarle attentamente, ma spesso il criterio di scelta è l'accessibilità, egli inoltre presta poca attenzione a colmare le lacune della tradizione storiografica.
Per questo egli viene spesso identificato come exornatur rerum: un autore più preoccupato di amplificare la trama con la sua drammatizzazione più che approfondire la ricerca. Anche se questa teoria è in parte vera va fatto notare che Livio scrive una storiografia senatoria (e lo può fare perché sa come la storia viene fatta) e non la usa solo come esercizio letterario.
In conclusione si può dire inoltre che Livio è uno storiografo onesto (scrive le cose come stanno).