"Il gatto nero" di Edgar Alllan Poe
Appunto inviato da ileee93
Riassunto della trama della celebre novella scritta da Edgar Alllan Poe (1 pagine formato doc)
EDGAR
ALLAN POE
Il gatto nero
RIASSUNTO:
Data la sua predilezione per gli animali domestici,l'autore riferisce che sua moglie non perdeva occasione di procurarsene molti: avevano uccelli, pesci dorati, un bellissimo cane, conigli, una scimmietta e un gatto.
Quest'ultimo, di nome Pluto, era un animale forte e bello, completamente nero ed era il preferito dell'autore. La loro amicizia durò molti anni, nonostante il peggioramento del carattere del padrone che cominciava a picchiare sua moglie e a maltrattare gli animali, mantenendo però un certo riguardo per il cane.
Una sera, dopo essere tornato a casa ubriaco fradicio, l'autore notò che il gatto evitava la sua presenza, così lo afferrò e la bestaia impaurita lo morse lievemente: subito un demone si impadronì di lui stesso. Estrasse la lama di un temperino nel taschino del panciotto e cavò un occhio alla bestia. Nei giorni successivi, il gatto lentamente guarì e fuggiva ogni volta che si avvicinava. Inizialmente l'autore fu afflitto da quel rifiuto da parte di Pluto, ma presto subentrò l'irritazione e la perversità, che lo spinse a continuare l'offesa che gli aveva inflitto. Una mattina lo impiccò a un ramo, con gli occhi colmi di lacrime; quella notte si svegliò mentre tutta la casa era in fiamme, riuscì a stento a sfuggire all'incendio con la moglie e un domestico. Si abbandonò alla disperazione. Tutta l'abitazione era crollata, a parte un muro divisorio poco spesso dove poggiava la testata del suo letto. Una folla si accalcò attorno a quel resto, incuriosito si avvicinò e notò la figura di un gigantesco gatto con una corda al collo in bassorilievo. Per mesi e mesi non riuscì a liberarsi del fantasma del felino, giunse persino a cercare un altro animale della stessa razza per sostituirlo.
Il gatto nero
RIASSUNTO:
Data la sua predilezione per gli animali domestici,l'autore riferisce che sua moglie non perdeva occasione di procurarsene molti: avevano uccelli, pesci dorati, un bellissimo cane, conigli, una scimmietta e un gatto.
Quest'ultimo, di nome Pluto, era un animale forte e bello, completamente nero ed era il preferito dell'autore. La loro amicizia durò molti anni, nonostante il peggioramento del carattere del padrone che cominciava a picchiare sua moglie e a maltrattare gli animali, mantenendo però un certo riguardo per il cane.
Una sera, dopo essere tornato a casa ubriaco fradicio, l'autore notò che il gatto evitava la sua presenza, così lo afferrò e la bestaia impaurita lo morse lievemente: subito un demone si impadronì di lui stesso. Estrasse la lama di un temperino nel taschino del panciotto e cavò un occhio alla bestia. Nei giorni successivi, il gatto lentamente guarì e fuggiva ogni volta che si avvicinava. Inizialmente l'autore fu afflitto da quel rifiuto da parte di Pluto, ma presto subentrò l'irritazione e la perversità, che lo spinse a continuare l'offesa che gli aveva inflitto. Una mattina lo impiccò a un ramo, con gli occhi colmi di lacrime; quella notte si svegliò mentre tutta la casa era in fiamme, riuscì a stento a sfuggire all'incendio con la moglie e un domestico. Si abbandonò alla disperazione. Tutta l'abitazione era crollata, a parte un muro divisorio poco spesso dove poggiava la testata del suo letto. Una folla si accalcò attorno a quel resto, incuriosito si avvicinò e notò la figura di un gigantesco gatto con una corda al collo in bassorilievo. Per mesi e mesi non riuscì a liberarsi del fantasma del felino, giunse persino a cercare un altro animale della stessa razza per sostituirlo.
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