Froebel: vita e pensiero pedagogico
La vita, il pensiero e il metodo educativo di Froebel (2 pagine formato doc)
FROEBEL VITA
Vita - Friedrich Frobel nasce in Turingia nel 1782. Orfano di madre in tenera età viene affidato a un ispettore forestale, esperienza dalla quale deriva il primo contatto profondo con quella natura che è al centro della sua visiona del mondo. Gli anni fino al 1805 sono per lui segnati da queste esperienze e dalla ricerca di una vocazione fino a quando l’incontro con Gruner, un discepolo di Pestalozzi, lo fa decidere per l’impegno educativo. Fonda nel 1816 a Keilhau l’Istituto Tedesco di Educazione Generale la cui esperienza sarà alla base della sua opera l ‘Educazione dell’uomo (1826). Pochi anni dopo la pubblicazione di quest’opera Frobel fa ritorno in Svizzera dove fonda altri istituti e svolge accurate osservazioni sui bambini più piccoli. I frutti di questo lavoro danno luogo a una rielaborazione della teoria del gioco e, dopo il ritorno in patria nel 1836, alla fondazione di un nuovo esperimento educativo presso Keilhau con il nome di Giardino generale tedesco d’infanzia (Kindergarten). Dopo la nascita di questo istituto Frobel si dedica a una indefessa attività di promozione, per preparare al nuovo metodo sia le “maestre giardiniere”, sia le madri. Il progetto educativo di Frobel viene accolto dallo Stato e i “giardini” sembrano avviati verso un promettente destino ma la restaurazione conservatrice coinvolge Frobel nelle accuse di impartire un’educazione atea e socialista e nel 1851 i “giardini” vengono proibiti in Prussica. Frobel morirà nel 1852.Vita e pensiero pedagogico di Froebel: riassunto
FROEBEL PEDAGOGIA
Pensiero - A fondamento della teoria pedagogica di Frobel sta la concezione romantica della natura, considerata espressione vitale e unitaria della divinità, poiché "in tutto riposa, opera e signoreggia una legge eterna. E questa legge dominante riposa di necessità sopra una operante, vivente, eterna unità. Questa unità è Dio". La legge eterna di cui parla Frobel si rivela all’esterno, nella natura, e all’interno, nello spirito di ognuno. Dio, in quanto fonte dell’essenza dell’uomo, rappresenta l’elemento comune. L’educazione deve sviluppare il divino che è nell’uomo, guidandolo "alla chiarezza su di sé e in se stesso, alla pace con la natura e all’unione con Dio". Questo compito non è solo conoscitivo ed etico ma anche attivo poiché l’uomo deve creare ed operare come Dio in quanto proprio in questo consiste il progetto di Dio su di lui.
Se l’educazione deve partire dall’interiorità e dal progetto divino che è nell’uomo, è necessario che essa da una parte rispetti quanto di quell’interiorità risulta inespresso, ma sussiste come potenzialità, dall’altra presti attenzione alle manifestazioni esteriori (come il linguaggio, il gioco) in cui si estrinseca. Bisogna dunque delineare una teoria dello sviluppo tale che l’azione educativa assecondi sempre quanto è presente nelle potenzialità e nelle modalità vitali dell’educando.
FROEBEL, METODO EDUCATIVO
Secondo Frobel il fulcro di questa teoria è nella continuità, dato fondamentale dello sviluppo, per cui ogni fase successiva di costruisce su quanto acquisito nelle precedenti. L’unicità della persona fa si che pur essendo le fasi di sviluppo comuni per tutta la specie, in ciascuno di noi esse assumono aspetti affatto individuali di cui l’analisi psicologica e l’educazione devono tener conto. Il fondatore del Kindergarten presta principalmente attenzione alle prime tre fasi dello sviluppo, che identifica con il periodo del lattante, incentrato sullo sviluppo corporeo, il periodo dell’infanzia, caratterizzato dallo sviluppo del linguaggio e dell’attività rappresentativa, e infine il periodo della fanciullezza, in cui predomina l’istruzione. La dimensione fondamentale del periodo dell’infanzia è rappresentata dall’esteriorizzazione: il linguaggio è anzitutto espressione, e trova nel gioco un correlato di estrema importanza. Il gioco è il più alto grado dello svolgimento infantile che genera gioia, libertà e soddisfazione. La fanciullezza è il momento in cui la curiosità e l’interesse suscitano una interiorizzazione tipica del processo di apprendimento.