Differenze tra Freud, Adler e Jung

Differenze tra le teorie di Freud, di Adler e di Jung; il DSM IV: le diagnosi; psicosi; campo nevrotico; il disagio psichico; la malattia mentale; le reazioni anomale; le nevrosi; i disturbi psichici (4 pagine formato doc)

Appunto di valiiina

FREUD ADLER JUNG

Differenze Freud/Adler/Jung: Freud (aristocratico; autoritario; prevale l’es; istinti sex e nevrosi derivano da traumi sex; libido=energia sessuale; visione negativa della vita; complesso di Edipo 4/5 anni; la personalità è data dall’equilibrio tra es-io-suxio; terapie tecniche);
Adler (democratico; sciatto; prevale l’io; si parla di psicologia individuale; le nevrosi si hanno quando l’inferiorità diventa complesso a causa di cattiva educazione; libido=energia generica; visione costruttiva della vita; stile di vita 4/5 anni; personalità-se creativo; terapia di incoraggiamento);
Jung (ariano; ambizioso; diplomatico; principio di individuazione: conscio e inconscio con personale e collettivo; personalità: nasce il se).


Freud ha studiato le nevrosi; Usa il metodo terapeutico per il trattamento dei disturbi nevrotici.
Nella nevrosi si è consapevoli della malattia e ci sono delle tecniche per curarla come ipnosi, associazioni libere (metodo catartico), motti di spirito/lapsus e interpretazione dei sogni (determinismo psichico: tutto avviene secondo una ragione).

Adler e Jung: riassunto

DIFFERENZA TRA FREUD JUNG E ADLER

Adler:aveva criticato il risalto che Freud aveva dedicato alla sessualità sostenendo che altri sono i fattori determinati per la costruzione della personalità. Nella sua concezione di come si struttura la “psicologia individuale” due sono i fattori: “L’inferiorità organica” (qualsiasi deficienza dell’organismo condiziona la crescita psicologica individuale) e il “carattere” (l’organizzazione psicologica che si rivela nell’interazione tra individuo e ambiente). L’esistenza umana è orientata allo scopo dell’adattamento ad un ambiente sociale. L’uomo è un essere sociale e questo lo porta a organizzare la sua vita psichica. La prima relazione sociale è con la madre in seguito, con altri della famiglia e costituiscono dei prototipi delle future relazioni sociali. Ha un’importanza notevole anche il padre anche se Adler rifiuta la teoria del complesso edipico di Freud. Alla nascita il bambino prova inferiorità: ha bisogno degli altri per la sopravvivenza e dipende dagli adulti per le necessità. Il bambino avverte che nella relazione interpersonale con gli adulti egli è in una posizione d’inferiorità soprattutto psicologica. Si avrà una lotta per il superamento del senso d’inferiorità utilizzando la compensazione, che caratterizza ogni persona ed è chiamata “stile di vita”che si sviluppa verso i 4/5 anni. Ogni individuo è spinto a realizzare la propria personalità da una forza, il “Sé creativo”. Egli ritiene che, in psicoterapia, è utile riorientare il paziente rispetto al rapporto che egli ha con la realtà attraverso incoraggiamento e compartecipazione emotiva dell’analista.
Jung: accusava Freud di peccare di autoritarismo e di non essersi mai sottoposto ad analisi presso un altro analista. Le ragioni della scissione da Freud possono ricondursi al modo di considerare i concetti di libido, inconscio e di come si struttura la personalità.

ADLER E JUNG

Libido: per Jung il concetto di libido non era solo sessuale ma lo concepiva come un’energia psichica generale in grado di comunicarsi a qualsiasi sfera dell’attività umana: dall’odio alla fame…senza un istinto specifico. Abbandonò il termine di “libido” per parlare di “energia psichica”. Rifiutò la teoria sulla genesi delle nevrosi. La psiche umana si sviluppa per le trasformazioni di quest’energia psichica che può manifestarsi anche in energia psicosessuale ma non si identifica con essa.
Inconscio: distingue l’inconscio individuale da quello collettivo. Nel primo ci sono le esperienze passate e attuali del singolo soggetto e i contenuti rimossi. In quello collettivo ci sono dei contenuti che derivano dal passato, dall’attività umana, sono presenti nella storia dell’uomo e sono innati; il nostro cervello le acquisisce ma ne fa esperienza indiretta. L’espressione tipica sono le immagini primordiali chiamate “archetipi” che si manifestano nell’individuo tramite fiabe, sogni, miti, opere d’arte.