L'Arte Romana
caratteristiche dell'arte romana, il mosaico, l'arte a ravenna. (5 pagine formato pdf)
Confrontando l'architettura greca e quella romana si può notare un'importante differenza nella concezione dello spazio e delle forme stesse dell'architettura.
APPROFONDIMENTO SULL'ARTE ROMANA (Clicca qui >>)
L'architettura greca basa le proprie tecniche costruttive su un principio che è quello dell'architrave appoggiato sui piedritti, sistema che, per essere composto da 3 elementi (architrave e 2 sostegni), è detto trilitico. L'architettura romana basa invece i propri schemi costruttivi sul principio dell'arco e della volta. In questo modo i sostegni si fondono con la copertura creando un complesso uniforme, continuo e solido. L'uso sistematico dell'arco e della volta ha permesso ai romani di coprire spazi immensi.
L'ARTE ROMANA NEL CENTRO DEL POTERE (Clicca qui >>)
L'arco è costituito da un insieme di elementi di pietra o di mattoni detti conci. Quello situato nella parte più elevata dell'arco prende il nome di concio di chiave o serraglia. Le linee radiali riparatrici dei conci si dicono giunti. Il piano da cui si comincia a costruire l'arco prende il nome di piano di imposta, le linee curve che in basso e in alto delimitano l'arco sono dette rispettivamente intradosso ed estradosso.
RIASSUNTO DELL'ARTE A RAVENNA (Clicca qui >>)
La linea di intradosso prende il nome anche di sesto. Si chiama freccia o saetta o monta la distanza verticale tra il piano di imposta ed il punto più elevato della linea di intradosso, mentre si chiama luce o corda la distanza fra i piedritti o sostegni. Si dice ancora archivolto o ghiera la parte esterna visibile dell'arco.
L'arco si comincia a costruire dai 2 estremi del piano di imposta.
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L'architettura greca basa le proprie tecniche costruttive su un principio che è quello dell'architrave appoggiato sui piedritti, sistema che, per essere composto da 3 elementi (architrave e 2 sostegni), è detto trilitico. L'architettura romana basa invece i propri schemi costruttivi sul principio dell'arco e della volta. In questo modo i sostegni si fondono con la copertura creando un complesso uniforme, continuo e solido. L'uso sistematico dell'arco e della volta ha permesso ai romani di coprire spazi immensi.
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L'arco è costituito da un insieme di elementi di pietra o di mattoni detti conci. Quello situato nella parte più elevata dell'arco prende il nome di concio di chiave o serraglia. Le linee radiali riparatrici dei conci si dicono giunti. Il piano da cui si comincia a costruire l'arco prende il nome di piano di imposta, le linee curve che in basso e in alto delimitano l'arco sono dette rispettivamente intradosso ed estradosso.
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La linea di intradosso prende il nome anche di sesto. Si chiama freccia o saetta o monta la distanza verticale tra il piano di imposta ed il punto più elevato della linea di intradosso, mentre si chiama luce o corda la distanza fra i piedritti o sostegni. Si dice ancora archivolto o ghiera la parte esterna visibile dell'arco.
L'arco si comincia a costruire dai 2 estremi del piano di imposta.