I Macchiaioli e Giovanni Fattori: riassunto e caratteristiche
La nascita dei Macchiaioli e Giovanni Fattori: riassunto, opere e caratteristiche (1 pagine formato doc)
MACCHIAIOLI E GIOVANNI FATTORI
I Macchiaioli. A metà dell’Ottocento l’Italia è ancora divisa in vari stati, molti guidati da governi conservatori che rendono difficile il dibattito culturale e l’apertura al nuovo.
La Toscana del Granduca austriaco Leopoldo di Lorena, in questo periodo è l’isola felice.
Firenze è la capitale di questo stato in cui giovani liberali, provenienti da tutta Italia, trovano rifugio, e dove artisti e intellettuali sono liberi di discutere e di creare. Il loro luogo di ritrovo è il centralissimo Caffè Michelangelo, dove le serate si animano parlando di politica e di arte
Il gruppo di Firenze non è omogeneo per provenienza e formazione: Morelli e Altamura napoletani, Costa romano, Lega della provincia di Forlì, Giovanni Fattori, il più originale e dotato, di Livorno e Signorini fiorentino, e sarà proprio lui a trarre il nomignolo “macchiaioli” da un disprezzo affibbiato da un giornalista.
Firenze è la capitale di questo stato in cui giovani liberali, provenienti da tutta Italia, trovano rifugio, e dove artisti e intellettuali sono liberi di discutere e di creare. Il loro luogo di ritrovo è il centralissimo Caffè Michelangelo, dove le serate si animano parlando di politica e di arte
Il gruppo di Firenze non è omogeneo per provenienza e formazione: Morelli e Altamura napoletani, Costa romano, Lega della provincia di Forlì, Giovanni Fattori, il più originale e dotato, di Livorno e Signorini fiorentino, e sarà proprio lui a trarre il nomignolo “macchiaioli” da un disprezzo affibbiato da un giornalista.
I Macchiaioli: riassunto
MACCHIAIOLI: STILE
Si tratta di una pittura in grado di rappresentare le immagini esattamente come si presentano all’occhio, prive di contorni precisi, fatti invece di macchie di colore in contrasto stese a veloci pennellate. Le forme, i volumi e anche i contorni sono creati da questi accostamenti di colore che colgono le luci e le ombre naturali. Con questa tecnica, pittori come Fattori rendono le immagini essenziali, sintetiche, riducendole a una tessitura di colori che compongono le forme ed eliminano quella sovrabbondanza di particolari.
Giovanni Fattori: biografia breve e opere
GIOVANNI FATTORI: RIASSUNTO
Giovanni Fattori fu il maggior pittore italiano dell’Ottocento. Nasce a Livorno nel 1825 e partecipa ai moti rivoluzionari del ’48. L’adesione ai ‘macchiaioli’ fu spontanea, spinto dalla volontà di indagare la realtà secondo il puro verismo, nel tentativo di dipingere tutte le sofferenze e tutto quello che accade. Dunque la macchia rappresenta per l’artista lo strumento per mezzo del quale è possibile conseguire quei risultati di verismo che sono alla base di ogni manifestazione artistica. I temi preferiti sono il lavoro dell’uomo e la vita militare. Egli non rappresenta per eroicizzare, ma per bloccare i momenti che hanno un importanza sociale.
La battaglia di Magenta (Olio su tela, MOLTO GRANDE, Firenze, Galleria d’Arte Moderna)
Fattori, rappresenta non il momento della vittoria, ma quello del ritorno dei feriti dopo il combattimento. Sotto lo sguardo degli alleati francesi a cavallo, ci sono i soldati italiani e una carrozza-ambulanza con le suore che prestano i primi soccorsi. L’immagine è realistica nella sua semplicità. Il dipinto non offre alcuna concezione eroica o aulica ed è proprio la chiarezza dei colori che rendono la luce reale, la naturalezza dei movimenti e delle forme. Da notare che il quadro non ha ancora lo stile della ‘macchia’ ma si articola secondo un linguaggio ancora classico, di disegno e chiaroscuro.
La battaglia di Magenta (Olio su tela, MOLTO GRANDE, Firenze, Galleria d’Arte Moderna)
Fattori, rappresenta non il momento della vittoria, ma quello del ritorno dei feriti dopo il combattimento. Sotto lo sguardo degli alleati francesi a cavallo, ci sono i soldati italiani e una carrozza-ambulanza con le suore che prestano i primi soccorsi. L’immagine è realistica nella sua semplicità. Il dipinto non offre alcuna concezione eroica o aulica ed è proprio la chiarezza dei colori che rendono la luce reale, la naturalezza dei movimenti e delle forme. Da notare che il quadro non ha ancora lo stile della ‘macchia’ ma si articola secondo un linguaggio ancora classico, di disegno e chiaroscuro.