Da dove veniamo? Chi siamo? Dove andiamo? Spiegazione del dipinto di Gauguin
Spiegazione e analisi del dipinto di Paul Gauguin: "Da dove veniamo? Cosa siamo? Dove andiamo?" (1 pagine formato doc)
DA DOVE VENIAMO? CHI SIAMO? DOVE ANDIAMO? SPIEGAZIONE
“Da dove veniamo? Chi siamo? Dove andiamo?” di Paul Gauguin – 1897.
Da dove veniamo? Chi siamo? Dove andiamo? fu realizzato da Gauguin durante il secondo soggiorno a Tahiti, al rientro dal deludente viaggio in Francia, dove la sua pittura non aveva trovato alcuna comprensione. Egli lavorò all’opera instancabilmente per un mese, in un momento di grande amarezza e sofferenza fisica. Nell’inverno del 1897, infatti, il dolore per la morte della figlia Aline aveva aggravato il suo precario stato di salute (lo affliggevano alcolismo, sifilide e malattie cardiache) fino a spingerlo a tentare il suicidio ingerendo dell’arsenico, appena terminata la stesura di questo quadro, che doveva essere il suo testamento spirituale. In una lettera del Febbraio 1898 all’amico Daniel de Monfreid, Gauguin così descrisse l’opera: "Vi ho messo prima di morire tutta la mia energia […] I due angoli in alto sono gialli con l’iscrizione a sinistra e la mia firma a destra, come un affresco rovinato agli angoli e applicato su un muro color oro. A destra in basso, un bambino addormentato e tre donne sedute. Due figure vestite di porpora si confidano le loro riflessioni. Una figura assai grande, a dispetto della prospettiva, seduta, alza il braccio e guarda stupita quei personaggi che osano pensare al loro destino. Nel mezzo una figura coglie un frutto. Due gatti accanto ad un bambino. Una capra bianca. L’idolo di Hina, la dea universale dei polinesiani, leva misteriosamente le braccia e sembra indicare l’aldilà. Una figura seduta ascolta l’idolo. Una vecchia , infine, vicina alla morte e rassegnata a ciò che pensa, conclude la storia; ai suoi piedi poi, un uccello bianco, che tra gli artigli tiene una lucertola, rappresenta la vanità delle parole".DA DOVE VENIAMO? CHI SIAMO? DOVE ANDIAMO? TECNICA
La lettura dell’opera va da destra a sinistra e le figure sono disposte in uno scenario naturale paradisiaco: esse simboleggiano i momenti principali della vita dell’uomo che scorre inesorabilmente. Il bambino addormentato all’angolo a destra indica la fanciullezza, la figura in piedi, al centro, che coglie i frutti, simboleggia il momento della pienezza della vita e la procreazione, l’anziana donna all’estrema sinistra, infine, la vecchiaia e la paura della morte. Dipinta quasi di getto su una tela di juta, l’opera ha un effetto non finito ed è fortemente bidimensionale, poiché l’artista non si è volutamente attenuto alle regole accademiche della prospettiva, delle proporzioni, alla perfezione esecutiva imposta dal mestiere, preferendo assegnare al colore un ruolo centrale per le sue forti capacità di comunicare emozioni.
Paul Gauguin: biografia e opere
DA DOVE VENIAMO? CHI SIAMO? DOVE ANDIAMO? ANALISI
La composizione è strutturata secondo corrispondenze simmetriche verticali (le piante sinuose del bosco si alternano alle figure in piedi) e orizzontali (la riva del ruscello e l’orizzonte del mare). Un’atmosfera edenica, priva di precise coordinate spazio temporali (l’unico riferimento geografico è l’isoletta vulcanica di Morea sul fondo) avvolge i personaggi.