L'Italia del 400: riassunto sul pensiero politico rinascimentale
Il pensiero politico, nell'Italia del 400, di Guicciardini e Machiavelli a confronto: riassunto (2 pagine formato doc)
ITALIA 400
Il pensiero politico. Nel ‘400 l’Italia incomincia ad essere terra di scorrimento degli interessi delle monarchie europee e il fallimento della politica dell’equilibrio favorita dai Medici maturata dalla pace di Lodi e dalla lega italica è oggetto di un profondo pessimismo realistico, rispetto ai commentatori dell’epoca, i più rilavanti filosofi politici. In primis Francesco Guicciardini che vive a cavallo tra il ‘400 e il ‘500, già ambasciatore della repubblica fiorentina, cerca di contrastare Carlo V (ultimo tentativo di Impero con rimando al concetto universale medioevale, però nel ‘500).SIGNORIE IN ITALIA 1400
Egli cercava legittimazione e approvazione da parte del Papa che invece, nella frammentazione italica favorirà l’opposto. Sta di fatto che i Principati e le Signorie, favoriti dall’opera di Guicciardini, tentarono con l’imprimatur papale, di contrastare Carlo V e lo fecero tramite una Lega, siglata in Francia nel 1526 (perché appoggiata dal re di Francia che era antagonista di Carlo V): lega di Cognac.Nonostante l’operato di Guicciardini che fu abile nel costruire l’alleanza, la Lega ebbe la peggio su Carlo V che per vendicarsi fece scendere i Lanzichenecchi (mercenari svizzeri e tedeschi) che nel 1527 misero in sacco Roma.
L'Italia nel 300 e 400: riassunto
L'ITALIA DEL 400 RIASSUNTO
Guicciardini per i suoi trascorsi medicei e per il fallimento della lega di Cognac fu mal visto dai repubblicani e si dovette ritirare in esilioLeggiamo il suo pensiero politico nella sua opera “la Storia d’Italia”.
Gli uomini sono preda del male; i loro comportamenti sono irrazionali (pensiero di enorme rottura con la classicità, dove è l’etica che precede la politica mentre nella modernità è la politica che fa l’etica; nella classicità l’uomo è proiettato nella comunità, mentre nella modernità l’uomo è ferino è “homo homini lupus” lupo verso sé stesso e gli altri)
ITALIA RINASCIMENTALE
Se questo è dato, non sarà facile capire come trovare delle leggi per ordinare il comportamento umano.
Machiavelli sostenne che la presenza della Chiesa aveva impedito, in Italia, l’affermazione di una omogeneità politica, cioè l’unità degli stati in un forte stato omogeneo e di identità nazionale, perché la chiesa non era mai stata né tanto debole da essere asservita né tanto forte da prendere essa stessa l’iniziativa dell’unificazione.
Guicciardini, invece, pur condividendo che la chiesa non era mai stata né troppo debole né troppo forte, reputava che questo elemento non è stato un male per l’Italia.
Se avessimo avuto uno stato unitario, sicuramente una città o un principato avrebbero prevalso sugli altri, mentre invece la straordinarietà dell’Italia è per lui , proprio il particolare, quella diversa fioritura di centri differenti di arte, cultura e di creatività.
Machiavelli sostenne che la presenza della Chiesa aveva impedito, in Italia, l’affermazione di una omogeneità politica, cioè l’unità degli stati in un forte stato omogeneo e di identità nazionale, perché la chiesa non era mai stata né tanto debole da essere asservita né tanto forte da prendere essa stessa l’iniziativa dell’unificazione.
Guicciardini, invece, pur condividendo che la chiesa non era mai stata né troppo debole né troppo forte, reputava che questo elemento non è stato un male per l’Italia.
Se avessimo avuto uno stato unitario, sicuramente una città o un principato avrebbero prevalso sugli altri, mentre invece la straordinarietà dell’Italia è per lui , proprio il particolare, quella diversa fioritura di centri differenti di arte, cultura e di creatività.
ITALIA XV SECOLO
Guicciardini celebrava lo spirito naturale dell’italiano che nel curare il suo “particulare” favoriva una logica e un assetto generale positivi (oggi parleremo di federalismo)
La sua idea non è uno stato omogeneo ma uno stato federale che mantenga le differenze tra le varie realtà esistenti. Questa è una specifica condizione dell’Italia e dal punto di vista politico egli ipotizza uno stato non monarchico bensì uno stato basato sulla diversità regionali e culturali .
NICCOLO’ MACHIAVELLI
Vive a cavallo del ‘400 e del ‘500 e morirà nel 1527, anch’esso ha avuto un ruolo politico importante nella città di Firenze essendo segretario della seconda cancelleria.
Per lui la storia è il punto di riferimento verso cui il politico deve orientare il suo operato; le leggi immutabili, quelle che Guicciardini non riconosceva, sono rintracciabile in una costante di ascesa e declino degli Imperi, del potere e della sovranità.
La sua idea non è uno stato omogeneo ma uno stato federale che mantenga le differenze tra le varie realtà esistenti. Questa è una specifica condizione dell’Italia e dal punto di vista politico egli ipotizza uno stato non monarchico bensì uno stato basato sulla diversità regionali e culturali .
NICCOLO’ MACHIAVELLI
Vive a cavallo del ‘400 e del ‘500 e morirà nel 1527, anch’esso ha avuto un ruolo politico importante nella città di Firenze essendo segretario della seconda cancelleria.
Per lui la storia è il punto di riferimento verso cui il politico deve orientare il suo operato; le leggi immutabili, quelle che Guicciardini non riconosceva, sono rintracciabile in una costante di ascesa e declino degli Imperi, del potere e della sovranità.