Annibale

La sua vita, i sogni, le speranze e tutte le sue vittorie e sconfitte. (4 pagine formato doc)

Appunto di 1991silvia
Annibale, è forse il più grande genio militare di tutti i tempi, ke sempre ricordiamo e ke perfino nominiamo ancora ai giorni nostri…Di lui ce hanno lasciato memoria i due scrittori Polibio e Livio e pochi altri di minore notorietà e rilievo ANNIBALE Annibale è forse il più grande genio militare di tutti i tempi, ke sempre ricordiamo e ke perfino nominiamo ancora ai giorni nostri…Di lui ce ne hanno lasciato memoria i due scrittori Polibio e Livio e pochi altri di minore notorietà e rilievo.
Quando apparve nella storia, Cartagine, la sua città natale, era una potenza sconfitta, umiliata e costretta ad accettare durissime condizioni di pace imposte da guerre precedenti. Siamo circa nel 240 a.c.
e a Cartagine tra i due partiti principali trionfava quello di coloro che non volevano la guerra, ma piuttosto dedicarsi ad altre attività di cui erano amanti e maestri: come ad esempio, le attività marittime e il commercio. Annibale già da piccolo si identificava nel padre Amilcare che fino ad allora era stato l'unico condottiero a non essersi mai piegato davanti ai Romani, come lui il figlio era dotato di una rapidità nelle decisioni, di una “silenziosa freddezza”, e di un temperamento vivace e orgoglioso; anche nei caratteri fisici, di cui ce ne parla Livio, c'è un certa somiglianza tra i due: la fronte, il taglio delle sopracciglia, il naso, il mento e soprattutto il senso di forza e energia che si sprigionavano dalla figura del padre e che si trasferirono poi in quella del figlio. Ciò che maggiormente influenzò Annibale in tutta la sua vita e in tutte le sue battaglie fu l'odio per Roma, fin da piccolo, un sentimento troppo profondo nel suo animo che nessuno avrebbe potuto cancellare, anch'esso trasmessogli dal padre. Addirittura a soli 9 anni fece con il padre un giuramento che recitava così:«Odierò i Romani come essi mi odieranno», che mai si dimenticò. Partì con il padre alla volta di Gabes in Spagna, dove a 26 anni divenne capo dell'esercito; successivamente poi, morto il padre, progettò un piano per attaccare Roma e per compiere il suo desiderio, quello del padre…e quello che tanto gli premeva: sconfiggere Roma. Nella prima guerra punica avvenuta tra il 264 e il 241 a.c. i combattimenti per mare non avevano portato i risultati voluti e così, alla luce di ciò e di altri ragionamenti teorici, Annibale decise che Roma doveva essere attaccata via terra, dal nord. Roma si era costruita la sua potenza travolgendo le potenze di molti popoli dell'Italia, quali i Galli, i greci, i Sanniti, gli Etruschi, i Boi, e anche altri della valle del Po; la strategia nella mente di Annibale era quella di provocare una reazione di tutti quei popoli e spingerli a ribellarsi a Roma con lui. Per quanto riguarda l'esercito che rappresenta uno dei punti fondamentali di tutta l'avventura romana per la sua efficacia e coesione…bisogna dire che Annibale per anni scelse i suoi soldati ad uno ad uno personalmente, li educò e riuscì a farn