Posizione di Giolitti nella Prima guerra mondiale
Riassunto su Giolitti, luci e ombre del giolittismo, Prima guerra mondiale, conseguenze della Seconda rivoluzione industriale e la crisi del giolittismo (3 pagine formato doc)
POSIZIONE DI GIOLITTI NELLA PRIMA GUERRA MONDIALE
Conseguenze seconda rivoluzione industriale:
- Imperialismo: lotta per i mercati, rivendicazioni territoriali con conseguente corsa agli armamenti.
- Processo di concentrazione capitalistica delle imprese, formazione di monopoli, passaggio dal liberismo al protezionismo. Concentrazione nelle forme del cartello (fusione in senso orizzontale delle imprese dello stesso ramo produttivo) e del trust (assorbimento di una serie di imprese in una struttura verticale).
- processo di concentrazione delle banche che diventano erogatrici di capitali per le imprese.
- parcellizzazione del lavoro, tailorismo(razionalizzazione dei movimenti per eliminare gli sprechi di tempo).
- trasformazione in senso capitalistico dell’agricoltura mediante la mcchinizzazione, inurbamento.
- tendenziale spostamento del rapporto agricoltura-industria, con il predominio dell’industria.
- emigrazioni transcontinentali: il modello economico comporta una base industriale ristretta, che non è in grado di assorbire tutta la manodopera potenziale che è costretta a emigrare; negli altri paesi è un fenomeno congiunturale, in Italia è strutturale, fa parte del sistema, è un fattore di equilibrio.
GIOLITTI, RUOLO NELLA PRIMA GUERRA MONDIALE
Giolitti:
- Giolitti si può definire un liberale progressista, si ha quindi un mopdello di Stato liberale con aperture di tipo democratico.
- Fase di decollo industriale; modello di sviluppo economico: protezionismo doganale, commesse statali, controllo del mercato interno da parte di gruppi monopolistici. Sviluppo economico ineguale: non è risolta la questione meridionale, si accentua il divario nord/sud, ma anche all’interno del settentrione, con la formazione del triangolo industriale; sud come colonia, Giolitti non corregge lo sviluppo ineguale, interviene solo con interventi sporadici e d’emergenza.
Banche: diventano erogatori di credito, forniscono capitali alle industrie nascenti. Questo modello economico comporta una base industriale ristretta, che non è in grado di assorbire tutta la manodopera potenziale che è costretta a emigrare. Politica di repressione nel Mezzogiorno.
Prima guerra mondiale: cause e conseguenze del conflitto
DA GIOLITTI ALLA PRIMA GUERRA MONDIALE: RIASSUNTO
Adotta una linea di non intervento dello Stato nelle lotte economiche, non usa la repressione per la questione sociale (conflitto capitale/lavoro). Ricorre a una strategia di riforme per risolverlo, per scongiurare una rivoluzione socialista. L’atteggiamento verso gli sciperi è di non intervento, anzi li favorisce col fine di aumentare i salari, garantire migliori condizioni di lavoro, per accrescere la domanda interna e quindi la produzione. La sua strategia di riforme è favorita dalla congiuntura economica favorevole.
- La conditio sine qua non per la realizzazione di questo programma riformistico è l’alleanza con il partito socialista italiano.
- Tra le riforme sociali varate: tutela delle donne e dei bambini, assicurazione contro gli infortuni, pensioni, creazione del Consiglio superiore del lavoro.
- “pendolarismo”: dà concessioni per allargare i consensi, sinistra: tre leggi importanti (quella del suffragio universale maschile, del maggio’12, 8 milioni di votanti, analfabeti che avessero compiuto 30 anni, contadini per la prima volta al voto; legge che riformò l’istruzione elementare ponendola sotto il controllo dello stato; legge che stabiliva il monopoli statale eulle assicurazioni sulla vita); guerra di Libia,fatta per allargare i consensi nella destra, dopo che lo stato aveva preso una decisa fisionomia democratica e riformatrice.