Rivoluzione russa, 1917: riassunto

Riassunto dettagliato della Rivoluzione russa del 1917 (4 pagine formato rtf)

Appunto di spasticbarbie

RIVOLUZIONE RUSSA 1917: RIASSUNTO

Storia - La rivoluzione russa. 1) INTRODUZIONE.

La Russia prende parte al primo conflitto mondiale anche e soprattutto per gli interessi dello zar: egli vuole terre vicine al Mediterraneo, i Balcani. La prima parte della guerra è disastrosa e alle sconfitte militari si aggiunge la fame sia sul fronte interno che su quello interno: l’esercito dà il via alle rivolte.
In Russia è presente una società chiusa divisa in caste: quella dei contadini ricchi (kulaki) e poveri (mulaki) e quella dell’aristocrazia, che vive a corte e sfrutta le rendite dei propri latifondi. Non è presente una classe borghese attiva e nemmeno un’opposizione (fino all’organizzazione dei partiti politici di opposizione).

Rivoluzione russa: riassunto

LA RIVOLUZIONE RUSSA: RIASSUNTO SCHEMATIZZATO

2) L’IMPERO ZARISTA. La Russia fra arretratezza e modernizzazione. Nel febbraio del 1917 uno sciopero operaio e un’insurrezione di soldati fecero crollare l’impero zarista. Il 15 marzo, infatti, il sovrano Nicola II abdicò e il potere venne assunto da un governo costituente presieduto da Kerenskij, vicino alle posizioni del socialismo rivoluzionario. Il processo di modernizzazione della Russia era stato avviato nel 1861 con l’abolizione della servitù della gleba e l’affrancamento di milioni di contadini. L’affrancamento dei contadini dalla servitù personale favorì un parziale svecchiamento del sistema produttivo agricolo; tuttavia, agli inizi del Novecento, il problema della terra continuava ad alimentare gravi tensioni: i contadini vivevano in condizioni spesso miserabili, mentre i grandi proprietari terrieri mantenevano gran parte dei loro privilegi. Alle grandi masse dei lavoratori delle campagne si affiancava una classe operaia ancora poco numerosa, mancava infatti una diffusa mentalità imprenditoriale. I partiti di opposizione e gli obiettivi della lotta politica. La Russia dei primi anni del Novecento era un paese autocratico: il potere dello zar si riteneva legittimato direttamente da Dio, non certo dalla società. Nonostante ciò, si andarono organizzando anche in Russia partiti politici di opposizione.

Rivoluzione russa: cause e conseguenze

RIVOLUZIONE RUSSA: CAUSE

Il partito costituzionale-democratico raccoglieva le forze di ispirazione borghese liberale che miravano alla formazione di un parlamento elettivo sul modello occidentale. Nel 1901 nacque il partito socialrivoluzionario ispirato alla tradizione del populismo russo, che perseguiva un programma di ridistribuzione della terra e auspicava una società fondata sulla valorizzazione delle tradizioni comunitarie del mondo contadino. Di orientamento marxista era invece il partito operaio socialdemocratico russo (1898), il Posdr riteneva che solo un ulteriore sviluppo del capitalismo industriale avrebbe creato le condizioni di un processo rivoluzionario. Era necessario che si formasse una classe operaia forte e combattiva affinché il conflitto sociale si semplificasse, radicalizzandosi a quello fra borghesia industriale e proletariato di fabbrica. Dal 1903 emerse però un profondo dissidio tra la frazione più moderata, i menscevichi, guidati da Martov e Plechanov, e quella rivoluzionaria, i bolscevichi, capeggiati da Lenin. Il dissidio verteva anzitutto sulla concezione del partito: secondo i bolscevichi doveva essere costituito da un ristretto e combattivo manipolo di quadri rivoluzionari fortemente centralizzato, mentre per i menscevichi doveva configurarsi come organizzazione di massa aperta a tutti i simpatizzanti. Valutazioni sulle concrete possibilità di riuscita della rivoluzione in Russia: secondo Lenin stavano rapidamente maturando, mentre i sui avversari ritenevano tali condizioni assai remote.