Il fascismo in Italia

L'Italia dopo la prima guerra mondiale, Il movimento fascista, Lo stato totalitario (4 pagine formato doc)

Appunto di retradin
L'Italia dopo la prima guerra mondiale
1 Delusioni della vittoria
Nell'ottobre del 1918, la città di Fiume dichiarò la sua volontà di essere annessa all'Italia, ma pose un grave problema alla delegazione italiana alla conferenza di Parigi.
Poichè l'impero austro-ungarico si era disintegrato, le rivendicazioni sulla costa adriatica persero di senso, la logica avrebbe voluto che l'Italia rinunciasse alla Dalmazia e si fosse accontentata di Trento, Trieste e Fiume, invece chiesero sia Fiume che la Dalmazia. 


Di fronte all'opposizione dell'alleanza, il 24 aprile 1919 la delegazione italiana abbandonò Parigi in segno di protesta, ma provocò ulteriori danni visto che nella spartizione delle colonie tedeschi in Africa, l'Italia non ottenne nulla.
2 D'Annunzio, Fiume e la vittoria mutilata
Secondo Gabriele D'Annunzio, quella ottenuta dall'Italia era una vittoria mutilata dove a causa dell'egoismo e del superpotere delle altre nazioni vincitrici, l'Italia non ottenne nessun profitto. Il 13 novembre 1919 si pose alla guida di alcuni reparti degli esercitio, che dopo aver disobbidito agli ordini del governo, si impadronì militarmente di Fiume. 


D'Annunzio offrì un ulteriore avventura in nome dell'onore dell'Italia, infangato a Parigi.
Il maggio radioso e l'esperienza fiumana svolsero, per Mussolini e il nascente partito fascista, il ruolo di laboratori dove fu possibile sperimentare tattiche e strategie capaci di mobilitare masse di persone.
3 Situazione economica e sociale
Il debito pubblico era aumentato, di conseguenza ci fu una pesante svalutazione della lira che significò un grande rincaro per l'importazione. Il paese era in presa all'inflazione che divorava i redditi fissi, le rendite e i salari. Il proletariato urbano o rurale riuscì ad ottenere i salari adeguati al costo della vita mentre i ceti medi furono rovinati dalla perdita del potere di acquisto.