Riassunto su I Longobardi in Italia

I Longobardi in Italia: la storia dell'invasione dei Longobardi nella penisola italiana. Avvenimenti e protagonisti

Riassunto su I Longobardi in Italia
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I Longobardi in Italia

Alboino entra a Pavia
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Nel 568 l'Italia fu invasa dai longobardi, sotto la guida del loro re Alboino. I bizantini non avevano un esercito per difendersi, perciò furono costretti a rifugiarsi nelle città, lasciando ai nemici le campagne. I longobardi arrivarono con facilità nell'Italia del nord, e dopo un lungo assedio entrarono a Pavia, che divenne la loro capitale. Da lì si spostarono verso sud, arrivando a Spoleto e Benevento, che divennero sede di autonomi Ducati longobardi.

Nel frattempo, i bizantini e le popolazioni italiche organizzarono una linea difensiva, principalmente lungo le coste ed alcune città fortificate, tra cui Roma e Ravenna. 

L'invasione portò alla rottura dell'unità politica e territoriale a all'impossibilità di una collaborazione tra vincitori e vinti. I longobardi ebbero facilità nell'imporsi come dominatori: sottomisero i popoli e li resero servi privi di ogni diritto.

I guerrieri longobardi erano organizzati in gruppi familiari (sippe o fare); il re era eletto e assumeva la guida dell'esercito in armi, tanto che esercitava il suo potere solo durante le guerre. I guerrieri liberi si chiamavano arimanni ed erano gli unici ad avere pieni diritti.

Giungendo in Italia, i longobardi si spartirono luoghi e popoli secondo il diritto di guerra. Al contrario dei popoli precedenti, tuttavia, non cercano alcuna forma di collaborazione con la popolazione latina.

Nella società longobarda c'erano vari tipi di cittadini: l'Aldo, ossia un cittadino libero di ruolo inferiore all'arimanno, ed il servo.

Il regno dei Longobardi

Dopo la morte di Alboino i capi longobardi elessero un nuovo re: Clefi, il quale però morì dopo due anni. Dopo di lui, i duchi ampliarono le conquiste senza nominare un nuovo re. Successivamente, però, quando i longobardi capirono di rischiare di essere scacciati dagli imperatori d'Oriente, decisero di eleggere un nuovo re: Autari, figlio di Clefi.

Fu sotto il suo regno, e con l'aiuto della moglie Teodolinda, che iniziò la conversione dei longobardi, che migliorò i rapporti con le popolazioni italiche. Morì avvelenato in seguito ad una congiura, e successivamente Teodolinda sposò il più importante sovrano longobardo, Agilulfo, che sottomettendo l'Italia rinunciò alla conquista di Roma, scegliendo piuttosto di scendere a patti con il papa Gregorio Magno.

L'editto di Rotari

Tra i successori di Agilulfo ci fu Rotari, che nel 643 emanò un editto che raccoglieva il corpo di leggi valide sul territorio longobardo e che veniva applicato per i delitti di sangue. L'editto si basava sulla tradizione giuridica germanica,leggermente modificata: la vendetta privata (faida) fu sostituita da un'ammenda (guidrigildo).

Durante la dominazione longobarda, il papato si impone con tutte le sue forze contro la loro espansione contando sul l'aiuto dei franchi, che nel 774 sconfissero re Desiderio mettendo nei fatti fine al dominio longobardo. 

Papa Gregorio I e la chiesa

Mentre in Italia i longobardi si estendevano, i bizantini diminuivano di numero. La crisi economica, quella militare e la frammentazione del territorio avviarono all'autonomia i poteri locali, a scapito dell'imperatore ma a vantaggio della Chiesa, l'unico potere organizzato, con un importante patrimonio. In questo modo la Chiesa assunse grosse responsabilità politiche ed economiche.

Nel 728 il re Liutprando cedette al papa alcune terre: tra queste, la Rocca di Sutri, parte del cosiddetto patrimonio di San Pietro, che diede così luogo al primo stato della Chiesa. Gregorio I, detto Magno diede nei fatti l'avvio al potere temporale ecclesiastico, che dovette assumersi anche responsabilità politiche ed economiche.

La Chiesa d'Oriente era a fianco dell'imperatore cui era sottoposta. Quando gli imperatori di Costantinopoli diedero luogo a una teologia contraria al culto delle immagini sacre (iconoclastia) imponendo le anche alla Chiesa d'Occidente, i papi si schierarono contro l'imperatore. In questo modo, il distacco tra papato ed impero divenne incolmabile. 

Il monachesimo

Per monachesimo si intende un tipo di vita solitaria, fatta di digiuno, preghiera e meditazione.

I monaci erano intellettuali, con una nuova visione della vita e si dedicavano alla meditazione e alla contemplazione. Il monachesimo assunse forme diverse:

  • in Oriente si diffuse quello incentrato sulla figura dell'eremita
  • in Occidente si diffuse quello cenobita, organizzato in comunità dove di pregava in gruppo.

La figura più rilevante nel monachesimo è quella di S. Benedetto, che fondò il monastero e redisse la regola monastica. La vita collettiva di chi seguiva la Regola era semplice ma regolarizzata: qui la preghiera si alternava al lavoro. I monaci si presero cura di ricopiare e conservare le opere non solo della Chiesa, ma anche di autori latini, custodendole nelle loro biblioteche. 

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