Concilio di Trento e Controriforma: riassunto
Decisioni e conclusioni del Concilio di Trento, ossia la riunione di tutti i vescovi del mondo per la definizione della Controriforma e delle reazioni alle polemiche sulle tesi di Lutero: riassunto dettagliato di storia moderna (2 pagine formato doc)
CONCILIO DI TRENTO E CONTRORIFORMA: RIASSUNTO
Il Concilio di Trento e la Controriforma.
La necessita di una riforma disciplinare e spirituale della chiesa esistevano nel mondo cattolico già prima che iniziasse la polemica sulle tesi di Lutero che non riusciva a trovare uno sbocco concreto. Agli spiriti piu religiosi non restava altro che darsi alla devozione personale pura e contemplativa. In parte coincidente con questo movimento di esperienze interiori e moderato misticismo c’era poi la corrente degli umanisti che contava uomini di grandi qualità morali e culturali. La prospettiva di riforma di questi cattolici restava certo lontanissima da quella di Martin Lutero perché non metteva in discussione ne il primato del papa ne i fondamenti dogmatici del cristianesimo. Ma il proseguimento del dialogo fra cattolici e protestanti che uscivano dalla stesa matrice umanista indusse a non abbandonare la possibilità di una ricomposizione dell’unita della chiesa.Concilio di Trento e Controriforma: scopo e conclusioni del concilio
CONCILIO DI TRENTO IN BREVE
La convocazione di un concilio ecumenico era stata richiesta provocatoriamente dai luterani e papa Clemente VII era al centro delle speranze dei riformatori cattolici che potevano contare su Carlo V, favorevole al dialogo per evitare la rottura religiosa della Germania e rafforzare il suo ruolo imperiale. Il pontefice riuscì a rimandare continuamente il concilio fino alla sua morte nel 1534. Il conclave elesse Paolo III entrato nella vita ecclesiastica per farvi carriera quando aveva già 3 figli, rappresentando perciò quel tipo di chiesa che Lutero voleva combattere. Annunciò l’apertura del concilio nel 1535.
L’apertura fu però rinviata di anno in anno per ben 6 volte prima per lo stato di guerra tra l’impero e la Francia poi perché il papa cominciava a esitare di fronte a quell’appuntamento conciliare che poteva anche sfuggirgli di mano. Paolo III d’altra parte mostrò ben presto di essere un papa non meno interessato dei suoi predecessori all’ampliamento dei poteri temporali per se e per i propri parenti e nel 1545 creò sui possedimenti pontifici di Parma e Piacenza un ducato in favore del figlio Pier Luigi. I protestanti intanto ripresero a incontrarsi con i cattolici in colloqui religiosi. All’ultimo di questi avvenuto a Ratisbona nel 1541 nonostante le buone disposizioni non fu possibile pervenire a una riunificazione della chiesa: infatti sembrava difficile trovare un accordo sui sacramenti, l’ordinamento della chiesa e il primato del papa.
Concilio di Trento e Controriforma: riassunto
DECISIONI CONCILIO DI TRENTO
Nel mondo cattolico intanto iniziarono a nascere nuovi ordini religiosi. I Teatini furono fondati nel 1526 da Gian Pietro Carafa e i Cappuccini nacquero nel 1524 come nuovo ramo dei Francescani. La compagnia di Gesù fondata nel 1540 da Ignazio di Loyola si differenzio fortemente dagli altri ordini perché il suo scopo non era la preghiera o la contemplazione ma la lotta contro l’eresia e la difesa della chiesa tradizionale. Ignazio era un soldato di professione e dovette nel 1521 abbandonare la armi in seguito a una ferita riportata in battaglia. Affrontò una crisi religiosa che lo portò a trasferire la sua ricerca di gesta eroiche dal mondo della guerra a quello della fede. Nel 1537 si formò il primo nucleo della compagnia di Gesù e nel 1540 ottenne l’approvazione papale. I loro voti erano l’obbedienza ai superiori, la castità e la povertà a cui si aggiungeva un quarto voto di obbedienza al papa.
Concilio di Trento: sintesi della convocazione e scopo del concilio
CONCILIO DI TRENTO: CONCLUSIONI
Il 22 maggio 1542 giunse la convocazione del concilio ma poco dopo riprese la guerra tra Francesco I e Carlo V e le sessioni conciliari cominciarono realmente nel dicembre 1545. La citta scelta come sede era stata il risultato di numerosi compromessi: i protestanti avevano chiesto che il concilio si tenesse in Germania mentre il papa chiedeva Ferrara o Mantova, fu scelta alla fine Trento un principato vescovile che faceva parte dell’impero tedesco dove i protestanti avrebbero potuto recarsi con maggiore sicurezza. Nella visione di Carlo V il concilio doveva servire a riunificare la cristianità e perciò il suo compito principale era togliere argomenti alla propaganda protestante e le questioni dogmatiche andavano affrontate solo successivamente. L’apertura al concilio non avvenne sotto buoni auspici perché la chiesa cattolica aveva cominciato a organizzare una apparato repressivo dell’eresia. I tribunali dell’inquisizione venivano ora rimessi al lavoro da Paolo III e sottoposti a un’unica direzione centrale quella della congregazione del sant’’uffizio.