Congresso di Vienna e Restaurazione: riassunto
principi del congresso di Vienna, disegno della nuova carta politica europea e la Restaurazione nei vari paesi. Riassunto sul Congresso di Vienna e la Restaurazione (3 pagine formato doc)
CONGRESSO DI VIENNA E RESTAURAZIONE RIASSUNTO
Congresso di Vienna e Restaurazione: riassunto. rivoluzione francese e dalle guerre di Napoleone con la conseguente formazione di stati in cui vennero portati i principi della rivoluzione stessa, come il Codice Napoleonico e l’abolizione dell’ancien regime. È evidente che malgrado le intenzioni di portare indietro la storia, i congressisti capirono che non si poteva restaurare completamente la società pre-rivoluzione perché aveva portato elementi di nazionalizzazione e di modernità, in sintonia con l’avanzamento dell’importanza della borghesia nei vari stati, soprattutto in quelli più avanzati che si stavano ammodernando e subendo il processo della rivoluzione industriale. Con questi limiti però il congresso mirò a costruire una compagnia politica europea che fosse in grado di impedire altre rivoluzioni sia in Francia che in altri stati, e anche garantire l’equilibrio fra le varie potenze europee con l’individuazione di una gerarchia fra stati potenti e meno potenti, in cui ognuno trovasse il suo ruolo.
Restaurazione - 1. Spiega quali principi furono utilizzati nel tentativo di restaurazione nel Congresso di Vienna e nelle successive alleanze. La restaurazione è quel periodo che comprende il Congresso di Vienna, le alleanze successive, l’effettivo re insediamento dei legittimi monarchi e la legittimazione che attuarono nei rispettivi stati. Durante il Congresso di Vienna ci si fece carico di risistemare l’assetto politico europeo dopo lo sconvolgimento portato dalla RIASSUNTO DELLA RESTAURAZIONE
La restaurazione si risolse, così, più che in un ritorno all’antico, in un compromesso fra antico e nuovo, in un tentativo di adattare le vecchie strutture a una realtà sociale mutata. L’equilibrio si stabiliva come impossibilità di uno stato di tentare la strada del dominio come aveva fatto Napoleone. I principi fondamentali che ispirarono il congresso furono oltre all’equilibrio e al contenimento di qualsiasi tentativo di cambiamento dell’assetto europeo, anche il principio di legittimità: fu affermato che la sovranità discendeva dall’alto e il Congresso era tenuto a re insediare i legittimi sovrani al contrario dei principi rivoluzionari che affermavano che la sovranità è nel popolo e non nelle dinastie. Questo principio era perciò diretta conseguenza dei primi due di equilibrio e stabilità. Il congresso ebbe inizio ufficialmente dal novembre del 1814, sebbene fosse già aperto dal settembre. L’imperatore Francesco I fu ospitale con tutti i re, ma sebbene a Vienna fossero confluiti principi e nobiltà da tutti i paesi, le decisioni più importanti vennero prese all’interno di un ristretto gruppo, di cui facevano parte delegati delle quattro maggiori potenze vincitrici: Prussia, Russia, Austria e Inghilterra; si inserì poi la Francia, rappresentata da Talleyrand, vescovo che in un primo momento aveva appoggiato la rivoluzione, poi Napoleone, ma che alla fine si era messo in contrasto con l’imperatore e aveva scelto di entrare nel congresso come pacificatore dei contrasti tra Prussia, Russia e Austria riguardo alla spartizione della Polonia.
Congresso di Vienna: riassunto
CONGRESSO DI VIENNA IN BREVE
Talleyrand divenne un protagonista del congresso, riuscendo a far valere a vantaggio del proprio paese il principio di legittimità: era del resto interesse delle stesse potenze vincitrici fare della Francia monarchica un pilastro del nuovo equilibrio, piuttosto che umiliarla, rischiando la nascita di nuovi moti rivoluzionari. Per questo motivo la Francia non subì alcun amputazione rispetto alle frontiere del 1791. Anche se Talleyrand fu importante, il regista del congresso fu il primo ministro degli esteri austriaco von Metternich, che fino alla rivoluzione del 48 fu l’uomo più potente d’Europa perché dominò la politica di equilibrio e di concertazione fra le varie potenze a favore dell’Austria. Vi era poi Lord Castlereagh per l’Inghilterra, il conte Nesserlood e Alessandro I per la Russia, von Anderberg per la Prussia e Federico Guglielmo III per la Prussia. Per mantenere la situazione di equilibrio fra le varie potenze europee vennero siglati due trattati: la santa Alleanza e la Quadruplice Alleanza.
Restaurazione e Congresso di Vienna: riassunto di storia
RIASSUNTO BREVE DELLA RESTAURAZIONE
La prima fu un’iniziativa dello zar Alessandro I, a cui aderirono Prussia e Austria, e istituiva una specie di governo comune della cristianità. Alessandro I aveva caratteristiche tendente al mistico e credeva che il suo governo avesse come compito universale quello di sconfiggere l’antiCristo, ossia Napoleone, e di istaurare un nuovo tipo di governo dei popoli che doveva ispirarsi ai principi cristiani comuni a tutti i regnanti europei. Pur essendo divisi tra ortodossi, cattolici e protestanti avevano in comune la cristianità, così aveva avanzato la Sant’Alleanza appellandosi ai principi cristiani. I popoli dovevano essere governati in fraternità come un padre accudisce i propri figli. Questa santa alleanza fu sottoscritta dall’Austria perché Metternich riuscì a inserire nelle clausole anche il reciproco aiuto nel caso in cui all’interno dei regni ci fosse un pericolo di rivoluzione. Metternich introdusse nella santa alleanza il principio di intervento, un principio di sovranità limitata per introdurre il Concerto europeo, una politica diplomatica europea di accordi e periodici congressi per risolvere i vari problemi e per mantenere la pace.